Si svolge in America Un Uomo Tranquillo ma sembra di essere in Norvegia, perché questo film diretto da Hans Petter Moland è il remake di un altro film da lui stesso diretto tre anni fa proprio in Norvegia (In Ordine Di Sparizione) con Stellan Skarsgard e riscritto per l’occasione. Il punto è che quel film, come molti thriller e polizieschi scandinavi moderni, si basava molto sull’ambientazione, sui paesaggi innevati, sulla desolazione intorno ai protagonisti e quell’aria di impunità che le terre innevate forniscono. Questo invece fatica a tradurre quelle dinamiche per un altro pubblico e altri attori.
È una storia di omicidio e vendetta, di uno spazzaneve di provincia che vuole vendicarsi dell’omicidio di suo figlio da parte dei signori della droga locali. Contatta killer a pagamento, si rivolge ad un fratello con legami in quel mondo e alla fine decide di fare da sé con metodi poco ortodossi. Intorno a lui le vite di questi criminali e poliziotti, di chi vive in quelle lande e fa una vita o derelitta o lussuosa.
Purtroppo proprio a questo il film sembra essere più interessato, alle questioni interne alla mafia e a cosa dicono gli sgherri, e non alla trama di vendetta che invece procede a ritmo molto controllato, tenendo Liam Neeson colpevolmente defilato. Vorrebbe essere un film che tratta figure note in modo originale poco stereotipato ma non fa che deviare dal fine ultimo.
Ha un tono sottilmente ironico, un fare scanzonato pur nella sua efferatezza, personaggi paradossali e scoperte grottesche. Tutto senza esagerare: quel che basta ad infastidire. Perché in realtà Un uomo tranquillo le carte giuste per fare un buon cinema di vendetta le avrebbe avute (a partire da Liam Neeson), mentre quelle per essere di più (più complesso, più vario, meno definito) no. In primis la neve, quei paesaggi innevati che stringono con i personaggi un rapporto molto diverso rispetto a quello cui Hollywood ci ha abituato e più simile (come già detto) a quello del cinema scandinavo. Il gelo mortale è nemico e amico al tempo stesso, è spaventoso e orrendo, porta a conseguenze terrificanti ma i personaggi non lo temono, sembra che a loro non li possa uccidere. Per loro non è una condizione transitoria ma perenne, come il deserto per i beduini.
Da quello il film poteva partire (anche perché il protagonista è uno spazzaneve), invece preferisce inseguire il cinema americano sul suo territorio, quello della sbruffoneria e dei personaggi esagitati. Perdendo.
Post più popolari
-
Three Billboards Outside Ebbing, Missouri (id., 2017)
di Martin McDonaghCONCORSO MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA C’è stato un fatto efferato, una ragazza è stata bruciata e violentata, ma a quanto pare non si... -
POSTATO SU La commedie francesi non hanno una buona tradizione al botteghino italiano. Se si escludono i casi clamorosi (in patria) come La ...
-
Non ho mai amato particolarmente i film di D'Alatri , benchè gli riconosca una cera abilità non mi sono mai lasciato affascinare nè dai ...
-
Questo secondo adattamento per il cinema della serie tv Charlie’s Angels (ma terzo film perché il primo adattamento del 2000 ebbe un seque...
-
POSTATO SU Il poliziesco moderno sta cambiando e in linea evolutiva sta diventando il proseguimento del western. Per forzare un po' si p...
-
PANORAMA BERLINALE 2013 PUBBLICATO SU Gli attivisti di oggi non stanno per strada, stanno su internet. Simon Klose ha seguito nei 5...
-
Hancock (id., 2008)
di Peter BergPOSTATO SU Hancock scivola via come acqua fresca. Messo in scena in maniera ineccepibile da Peter Berg (regista che guadagna sempre più c... -
Vendicami (Vengeance, 2009)
di Johnnie ToPOSTATO SU Ci sono due cose di cui a Johnnie To pare non fregare niente: la plausibilità e la ripetitività. E per entrambe va stimato. Poco... -
E invece non è troppo una cretinata. Che poi uno ha sempre i pregiudizi per questi film che hanno tutti la medesima struttura applicata a co...
-
POSTATO SU FUORI CONCORSO FESTIVAL DEL FILM DI ROMA 2009 Raramente ho visto un finale simile, così appropriato, devastante e significativo....
Archivio
Template modificato con il sudore della fronte da Gabriele Niola.
Nessun commento:
Posta un commento