Raccontare una vita intera da madre in un momento cruciale, quando la più piccola delle figlie se ne va di casa per l’università, attraverso un incrocio di passato e presente. È così che Lisa Azuelos vuole comporre il suo “canto di una madre”, seguendo le associazioni mentali più che quelle logiche e lavorando su un carattere mai banale.
Heloise (interpretata benissimo da Sandrine Kiberlain) è una madre apparentemente non affettuosissima, poco precisa e molto presa da una vita mediamente incasinata. Si è separata dal marito e padre delle figlie, ha avuto diverse storie infruttuose a seguire, gestisce un ristorante, paga multe in continuazione, perde cellulari e via di questo passo. È un personaggio caotico che sembra non avere le figlie come priorità ma che in realtà le ha sempre avute e ora ha paura. Paura che il suo lavoro di madre sia finito.
Con la forza di un melange molto italiano di commedia e dramma, Selfie Di Famiglia (il titolo originale è Mon Bébé) è decisamente un film migliore quando sorvola le sue storie piuttosto che quando ci si butta a capofitto (o si vede nel segmento alla ricerca dello smartphone). Ha l’indubbio merito di trovare una strada chiara e decisa per la commozione e di non nasconderlo mai ma anche il difetto di battere sempre il medesimo percorso per arrivarci. Di continuo. La soluzione del confronto ieri/oggi, figlie bambine nei ricordi/figlie adulte nel presente, è il passepartout che non ha paura di usare in continuazione per garantirsi il favore del pubblico.
Ovviamente Lisa Azuelos non ha la minima intenzione di creare problemi al pubblico, di mettere in piedi qualcosa di controverso oppure di proporre un’idea di famiglia, madre o donna che faccia pensare, al contrario vuole attraverso Heloise comprendere tutte le mamme tra il pubblico in un carattere solo. Vuole che tutte si possano immedesimare. Il suo essere caotico non le impedisce infatti di essere anche una buona mamma e l’esasperazione dei suoi problemi e della maniera in cui cerca di conciliare lavoro, figli e ricerca di un nuovo amore fa da lente d’ingrandimento su questioni irrisolte proprie di molti nuclei familiari.
C’è dell’indubbia abilità in tutto questo e nel modo in cui Lisa Azuelos riesce a portarlo, c’è anche un po’ di sana furbizia ma forse troppa poca varietà per poter reggere un film intero che alla fine, al netto di tutto, è buono ma ripetitivo e facilmente stucchevole nella sua incondizionata ammirazione per la normale affettività dei suoi personaggi.
Post più popolari
-
POSTATO SU E' talmente particolare il modo di lavorare, concepire e realizzare le sue opere che alla fine un film rimestato e rielabora...
-
Sento già il profumo delle grandi litigate.
-
Giusto per dire, ora che è passato un po', che io sono per il carcere. Che poi lo dico con le lacrime agli occhi, ma non posso passare s...
-
Come avrete notato è cambiato il template C'è più spazi per i post, di più per i widget e le cazzate varie, si vedono più cose senza dov...
-
Non l'ho mai fatto ma mi espongo ora per tre blog di cinema che mi piacerebbe vedere nella cinebloggers connection (ma ora che ci penso...
-
GIFFONI FILM FESTIVAL CONCORSO (+16) Uccidono, urlano, marciano, conquistano e violentano. Hanno tra gli 8 e i 17 anni, sono i ragazzi solda...
-
10 anni fa aprivo questo blog e cambiavo la mia vita. Un post autoreferenzialeArrivato al decimo anno io questo blog lo volevo chiudere, come molti altri hanno fatto prima di me del resto. Fare un cerchio completo, ...
-
Fuori Vena viene presentato come selezionato al 58° Festival di Locarno e vincitore del 23° Sulmona Film Festival. Addirittura sul pressbo...
-
Cellulite e Celluloide - Il podcastIl consueto podcast settimanale della trasmissione in onda su RadioRock (106.600 FM) ogni sabato alle 17, che vede ai microfoni oltre a Pri...
-
POSTATO SU La questione si potrebbe risolvere in due parole: Forrest Gump . Il Curioso Caso di Benjamin Button è infatti il classico film ...
Archivio
Template modificato con il sudore della fronte da Gabriele Niola.
Nessun commento:
Posta un commento