Non è mai facile giudicare questi film italiani. Il punto è che Quando sei nato non puoi più nasconderti innanzitutto non è girato affatto male, è pieno di idee carine ed alcune interessanti, come il momento della caduta del bambino in mare, tutta fatta senza luce, ed il controluce (o controluna) di quando il padre lo scopre ed anche il momento finale in cui si rivede la giovane immigrata nella sua nuova abitazione e si intuisce la sua nuova professione non è niente male! E' pieno di allusioni, Giordana si fida molto dello spettatore e non inquadra mai direttamente la videocamera digitale ma la lascia sul fondo a far intuire, e questo è bello. Solo che non so mai se vedere queste cose come il bicchiere mezzo pieno ("Beh vale poco però è fatto bene almeno!") o il bicchiere mezzo vuoto ("Ma è mai possibile ce anche se li giriamo bene non riusciamo a dare un senso a questi film??").
Il punto è che il film non vale davvero niente. Diamine non vale nulla! Se nella prima parte un po' si stiene, c'è ritmo, c'è qualche trovata e la storia un po' ti prende, subito dopo la riunione dei genitori con il bimbo ritrovato cade tutto, comincia l'insulsaggine, il film procede arrancando, puntando su sentimenti, emozioni e non detti, che non è detto che debbano funzionare per forza, ed infatti non funzionano. Tutti questi primi piani intensi, questi silenzi espressivi mi hanno lasciato alquanto indifferente se non annoiato.
E poi soprattutto una cosa: in una commedia sono disposto ad accettare personaggi tagliati con l'accetta, i caratteri, le maschere, mi stanno bene, perchè mi aspetto che siano le situazioni ad essere intriganti e che coinvolgano questi stereotipi in nuove dinamiche, ma in un film drammatico mi aspetto che siano le situazioni ad essere stereotipate (morti, agnizioni, incredibili coincidenze, disconoscimenti...) mentre tutto si fonderà sui personaggi, sulla loro complessità, sulle loro sfumature, sulle loro contraddizioni o evoluzioni anche. Ma qui non c'è nulla di tutto ciò, ci sono dei personaggi ridicoli, uguali dall'inizio alla fine, che rispondono in pieno ai loro stereotipi. Non si può!
Pregevole l'idea del finale sospeso (ma sono un grande amante dei finali).
Il punto è che il film non vale davvero niente. Diamine non vale nulla! Se nella prima parte un po' si stiene, c'è ritmo, c'è qualche trovata e la storia un po' ti prende, subito dopo la riunione dei genitori con il bimbo ritrovato cade tutto, comincia l'insulsaggine, il film procede arrancando, puntando su sentimenti, emozioni e non detti, che non è detto che debbano funzionare per forza, ed infatti non funzionano. Tutti questi primi piani intensi, questi silenzi espressivi mi hanno lasciato alquanto indifferente se non annoiato.
E poi soprattutto una cosa: in una commedia sono disposto ad accettare personaggi tagliati con l'accetta, i caratteri, le maschere, mi stanno bene, perchè mi aspetto che siano le situazioni ad essere intriganti e che coinvolgano questi stereotipi in nuove dinamiche, ma in un film drammatico mi aspetto che siano le situazioni ad essere stereotipate (morti, agnizioni, incredibili coincidenze, disconoscimenti...) mentre tutto si fonderà sui personaggi, sulla loro complessità, sulle loro sfumature, sulle loro contraddizioni o evoluzioni anche. Ma qui non c'è nulla di tutto ciò, ci sono dei personaggi ridicoli, uguali dall'inizio alla fine, che rispondono in pieno ai loro stereotipi. Non si può!
Pregevole l'idea del finale sospeso (ma sono un grande amante dei finali).
6 commenti:
l'ho visto or ora, beh non sarei così critica (in confronto a faenza è oro).
il primo tempo è piuttosto buono e non ho avvertito dei personaggi così bozzettistici come dici.
piuttosto il finale, più che sospeso a me sembra che non sapesse davvero come farlo finire.
menzione negativa per alessio boni, con una recitazione a tratti un pò troppo sopra le righe.
Alessio Boni trovo che abbia un'unica espressione in tutti i suoi film, ma quel mi aveva infastidito del film (che ha anche delle cose buone, per carità!) è il fatto che tutto sia trattato in maniera superficiale e stereotipica, non aggiungendo nulla a tutto il già visto e già detto.
Mi sembra proprio inutile.
Brutto abbastanza e con messaggio principale negativo++ : "non fidarti di un straniero" questa è la cosa peggiore che possa trasmettere.
willy
Mi pare molto tipico di Giordana (vedi il pluripremiato polpettone televisivo)parte da grandi questioni grandi ideali poi è come se temesse di essere manicheo allora sente la necessità di rituffarsi nella quotidianità fatta di buoni sentimenti che in qualche modo dicono "si è vero che c'è tutto questo, ma non devi andar molto lontano per trovare una speranza" la forza del ragzzino che da solo va a cercare la bimba. Però perde sempre il suo valore epico e la "normalità" (che comprende molto) torna quotidianità... pare il maggior limite.
Bhè...tutti quelli che hanno lasciato un commento del genere senz'altro sono solo che degli invidiosi.
Perchè il film è stupendo le colonne sonore fantastiche e per lo piu' sul reggista non c'è proprio da dire nulla perchè lui è il miglior reggista in tutta roma.
Ha anche vinto a cannes con il film "La meglio gioventu'".
E per chi è ignorante e non ha capito ancora il finale..è un finale APERTO.
Il reggista ha voluto farci aprire la mente pensando dopol cosa sarebbe successo.
Se alina va a convivere o no con la famiglia lombardi..
E poi mi sono veramente al quanto stufata di tutte queste persone razziste che ancora scrivono sciocchezze dicendo che non bisogna fidarsi di uno straniero..mi fanno schifo le persone che la pensano cosi.
innanzitutto regista si scrive con una g e a cannes ha avuto una menzione particolare non il premio principale e a Roma fortunatamente ci sono registi come Moretti e Matteo Garrone che fanno ottimi film.
Per il resto a me il film non è piaciuto, benchè avessi trovato carino La Meglio Gioventù, l'ho trovato lento e un po' banale. Nulla di che.
Ah, e per quanto riguarda il non fidarsi di uno straniero, nel commento in questione chi l'ha fatto si lamentava proprio di questo messaggio negativo, di certo non lo affermava.
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