Oggi su Repubblica cartaceo, nella pagina della cultura c'è una bellissima intervista di Loredana Lipperini a Niccolò Ammaniti, il quale confessa undipendenza insospettabile dai videogiochi.
I toni non sono assolutamente pacati o conciliatori, addirittura Ammaniti non fa fatica ad ammettere che ad un certo punto si vedeva di schiena come la visuale tipica da videogame e che se avesse attaccato prima con World Of Warcraft non avrebbe fatto lo scrittore.
Ma ancora più bella è l'analisi che lo scrittore fa dei meccanismi della videoludica moderna e di come questi attraggano e poi incatenino il giocatore in un perverso meccanismo simil-narrativo.
I toni non sono assolutamente pacati o conciliatori, addirittura Ammaniti non fa fatica ad ammettere che ad un certo punto si vedeva di schiena come la visuale tipica da videogame e che se avesse attaccato prima con World Of Warcraft non avrebbe fatto lo scrittore.
Ma ancora più bella è l'analisi che lo scrittore fa dei meccanismi della videoludica moderna e di come questi attraggano e poi incatenino il giocatore in un perverso meccanismo simil-narrativo.
11 commenti:
non sono un grande amante dell' Ammaniti scrittore...
più dell'Ammaniti elfo?
L' Ammaniti elfo è un mito. Darei non so cosa per giocare nel suo party (non so se si dice così, mi scuseranno i giocatori di MMORPG)
Chissà che storione.....
io faccio il mago, alla fine lo tradisco e lo uccido per passare in un altro party...
noi sappiamo chi va ai quei party vero amici? ;)
sei un grande!
cheppalle...
davvero una bella intervista...
ne stan parlando in molti sui blog, basta dare un'occhiata a technorati "ammaniti".
infatti non è niente male. Ma non mi stupisce, la Lipperini non è pizza e fichi.
A me Ammaniti è sempre sembrato poca cosa tuttavia...
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