Die Puppe è una commedia muta, scritta e diretta da Ernst Lubitsch un gioiello rovinatissimo di espressionismo tedesco.
Altamente sperimentale ed arrogante, come molte opere espressioniste, a livello formale gioca con gli effetti speciali e la narrazione: il film inizia con lo stesso Lubitsch che da uno scatolone tira fuori la scenografia e i pupazzi e li dispone, in una seconda inquadratura (più vicina) questi sono attori vestiti da pupazzi che interagiscono su una scenografia di cartapesta, infine in una terza sono attori su una scenografia vera e poi il film parte normalmente.
Sul piano della narrazione Die Puppe ci gioca perchè si parla di pupazzi, cioè sarebbero pupazzi coinvolti in ua storia che parla di una donna finta, meccanica, venduta ad un misogino (che tematiche ardite!) per dimostrare che si è sposato e poter riscuotere un'eredità.
Subito sono in luce i temi tipici espressionisti: il golem, il doppio (la bambola è fatta ad immagine e somiglianza della figlia del suo autore che a questa si sostituirà in un gioco di equivoci), le ombre, la follia anche se Lubitsch non pare crederci troppo nel movimento, sembra più un adeguarsi alla corrente dell'epoca per trattare i temi che gli interessano. Tutto è chiaramente in tono di commedia e non di dramma o di horror, come la maggior parte delle opere espressioniste, e non c'è nemmeno troppa visionarietà nelle scenografie.
Un'opera niente male Die Puppe, vitale, molto libera e forse solo troppo vincolata ad una scansione teatrale delle sequenze.
Altamente sperimentale ed arrogante, come molte opere espressioniste, a livello formale gioca con gli effetti speciali e la narrazione: il film inizia con lo stesso Lubitsch che da uno scatolone tira fuori la scenografia e i pupazzi e li dispone, in una seconda inquadratura (più vicina) questi sono attori vestiti da pupazzi che interagiscono su una scenografia di cartapesta, infine in una terza sono attori su una scenografia vera e poi il film parte normalmente.
Sul piano della narrazione Die Puppe ci gioca perchè si parla di pupazzi, cioè sarebbero pupazzi coinvolti in ua storia che parla di una donna finta, meccanica, venduta ad un misogino (che tematiche ardite!) per dimostrare che si è sposato e poter riscuotere un'eredità.
Subito sono in luce i temi tipici espressionisti: il golem, il doppio (la bambola è fatta ad immagine e somiglianza della figlia del suo autore che a questa si sostituirà in un gioco di equivoci), le ombre, la follia anche se Lubitsch non pare crederci troppo nel movimento, sembra più un adeguarsi alla corrente dell'epoca per trattare i temi che gli interessano. Tutto è chiaramente in tono di commedia e non di dramma o di horror, come la maggior parte delle opere espressioniste, e non c'è nemmeno troppa visionarietà nelle scenografie.
Un'opera niente male Die Puppe, vitale, molto libera e forse solo troppo vincolata ad una scansione teatrale delle sequenze.
2 commenti:
film molto bello che ho visto grazie a fuori orario....
hai notato come me che c'è un tipo di comicità riutilizzata in alcuni fiulom di fantozzi?
mi riferisco alla "bambola" che mangia e che si ferma quando quando la guardano, assumendo un'aria innocente... è o non è il fantozzi di Salce?
endimione di http://www.incontroalcinema.blogspot.com/
Si quello è un grande classico della comincità slapstick o di avanspettacolo...
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