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28.12.05

Hiroshima Mon Amour (id., 1959)
di Alain Resnais

Anno incredibile il 1959, furono girati I 400 Colpi, Fino All'Ultimo Respiro e Hiroshima Mon Amour e solo per parlare del cinema francese.... Ma era l'inizio della Nouvelle Vague....
Cmq Hiroshima Mon Amour si distacca molto da i primi due elencati, non ugualmente rivoluzionario anche se molto innovativo, soffre un po' dell'eccessiva letterarietà della sceneggiatura scritta dalla scrittrice francese Marguerite Duras, e invece trionfa nella comunicatività, che è poi quello che lo unisce al resto della nouvelle vague.
Al pari dei film di Truffaut infatti questo primo lungometraggio di finzione di Resnais colpisce in maniera subdola e per vie traverse grazie alla potenza delle immagini. Per la parte giapponese Michio Takahashi fa un lavoro di fotografia eccellente (e infatti vedendo anche solo le prime scene subito balzano alla mente film dell'epoca come Scandalo), a metà tra lo stile giapponese e le esigenze di attulità della nouvelle vague. Il risultato è uno splendore formale altamente artificiale (raro per il movimento francese) misto ad inquadrature, gesti e scene molto nouvellevaghiane, specialmente per quanto riguarda i corpi che si sfiorano si toccano e si desiderano. Nonostante la detta prolissità e la eccessiva, almeno per lo spettatore moderno, poeticità esibita dei dialoghi della Duras, da subito il film è fortissimo e colpisce nell'intimo, il rapporto tra i protagonisti è incredibilmente delicato e potente.
A rendere il film parte del movimento francese è anche il citazionismo spinto, molti i riferimenti al cinema italiano dell'epoca, in particolare al Rossellini di Viaggio In Italia (e non solo l'abbraccio nella folla), notoriamente amato dai critici dei Cahiers du cinema.
Al pari della scenggiatura anche il soggetto è molto complesso, il film riflette sull'oblio, la dimenticanza del corpo e della mente (tema affrontato da Resnais anche nei doumentari precedenti), partendo dall'esplosione dell'atomica ad Hiroshima ed i suoi danni e proseguendo all'oblio nella storia d'amore dei due, e del trauma della protagonista.
Capace di fondere moltissimi generi, dal documentario al drammatico al film di denuncia, Resnais confeziona un'opera "impossibile", tanto sono in equilibrio le sue diverse parti, ed "incredibile" tanto è forte il suo impatto.





4 commenti:

Anonimo ha detto...

complimenti.


gparker ha detto...

Sei un cretino. Scommetto che non hai letto una parola!


Anonimo ha detto...

bravo bravo


gparker ha detto...

IL CINEMA!!


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