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5.12.05

La Rosa Tatuata (The Rose Tatoo, 1955)
di Daniel Mann

Mi sono messo svogliatamente a vedere questo film, benchè lo attendessi da molto, e nei titoli di testa leggo che è tratto da una piéce teatrale di Tennesse Williams, maledico la mia orrenda (perchè è proprio orrenda) ignoranza, e già mi sento meglio. Pensavo inoltre che Anna Magnani non avrebbe assolutamente reso, costretta a recitare in inglese. Quanto mi sbagliavo....
La Rosa Tatuata non è un film eccelso (e certo con Daniel Mann alla regi ahce pretendevo??), però rende abbastanza onore ai temi tipici di Tennesse Williams (anche perchè come sempre lui ha supervisionato la sceneggiatura) e soprattutto punta tutto (e giustamente!) su Anna Magnani.
Ancora una storia di donna, ancora una storia che si svolge negli stati del sud, caratterizzati dalla fitta vegetazione e il clima torrido. Il personaggio della Magnani è splendidamente complesso e profondo anche in contrasto con quello più scialbo di Burt Lancaster che qui sembra quasi una comparsa, e riesce ad affrontare il tema della chiusura bigotta dell'Italia del sud e delle sofferenze o felicità che può comportare in maniera unica (specialmente per uno straniero). In alcuni momenti si toccano momenti di vero melodramma che se ci fosse stata una regia un po' più attenta al dettaglio, sarebbero stati da cineteca.
La rosa tatuata sul petto del marito di Serafina e al centro di molteplici agnizioni, il loro cognome (Delle Rose), il nome del defunto marito (Rosario) e il nome della loro unica figlia (Rosa), e poi la splendida idea di non far vedere mai il viso del marito che muore all'inizio del film, ma farne solo vedere il fisico (centrale per lo sviluppo della trama), sono solo alcuni esempi della simmetria meravigliosa che fa da base allo sviluppo dei rapporti. E poi uno si chiede da chi avrà preso Almodòvar....
E' grandissima la Magnani, ma che film sarebbe stato se il protagonista lo facevano interpretare a Brando?





12 commenti:

Anonimo ha detto...

Cha m'hai fatto ricordà! Quando la domenica pomeriggio non c'hai un cazzo da fare, il divano ti risucchia e la tv ti offre domenica in/ buonadomenica/ quelli che/ o i film infiniti su la7. I scelgo sempre questi ultimi, e me ne pento quasi sempre.

Una volta c'era proprio lui.


gparker ha detto...

E non ti è piaciuto???
Ma è mitico!


Unknown ha detto...

Tony, perchè non chiami me a buona domenica? Sai che bei consigli sul perfetto suicidio che ti diamo!
E ti risparmi tutti i filmoni risucchia-anima.
Pensaci, il centralino di Buona Domenica è lì per te.


gparker ha detto...

Ma vuoi mettere i film-fiume anni '50 americani? Melodrammi sputtanatissimi ma fatti da paura!


Unknown ha detto...

Ti assicuro che con gli psicopatici che ci chiamano c'è una bella gara...
Come dico io stare là a buona domenica è un'esperienza di neorealismo... quindi...


Anonimo ha detto...

La signorina SVVV la sa lunga....


Unknown ha detto...

decisamente.


Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

Unknown ha detto...

ho cancellato il commento precedente perchè avevo sparato troppo a zero sugli psicopatici.

per soddisfare la tua curiosità ti posso dire che sì, chiamano personaggi di vario genere tra i quali quelli che:

- ti chiedono che taglia di reggiseno porti (e io non voglio farli rimanere male e non gli dico che sono poco properosa..)
- quelli che chiedono notizie imprescindibili del tipo "perchè klaidj oggi non ha ballato nel balletto di apertura??? Vada in studio e lo chieda per cortesia"
- i fan di Costantino e Alessandra che vedono il programma SOLO se ci sono loro...

Continuo?


gparker ha detto...

CErto!
E soprattutto recupera subito quello che avevi scritto nel post cancellato che io mi sono invece goduto.....


Anonimo ha detto...

SVVV non ti preoccupare di sparare a zero.... Tanto male che vada ci va di mezzo gp. Ormai sono curioso anch' io...
MA si può sapere cher minchia fai a buona domenica????


Anonimo ha detto...

Ragazzo, vidi il film al cinema e non mi entusiasmò. L'ho rivisto in televisione, edizione originale non doppiata. Un'altra cosa. Sentire la Magnani recitare in un imperfetto inglese italianizzato fa capire immediatamente la grandezza di questa attrice e il perchè dell'Oscar (l'edizione doppiata, con quell'italiano perfetto e i congiuntivi al posto giusto, dava al film un tono di falso che nell'edizione originale manca del tutto).


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