Su Repubblica cartaceo e Repubblica.it di oggi leggo un pezzo di Ernesto Assante sul tema dei Cd protetti da DRM trattato nel post precedente, dove viene spiegato per bene che la protezione appunto fa saltare il CD se suonato su sistemi non approvati dai DRM, spiega che il CD contiene un piccolo software proprietario che consente di suonare il CD sui pc e che il CD si potrà duplicare solo in maniera analogica.
A me tutto questo sembra ragionevole nel momento in cui si considera il CD un formato che si sta avviando alla morte, pronto per essere ridimensionato ad un uso di nicchia.
A me tutto questo sembra ragionevole nel momento in cui si considera il CD un formato che si sta avviando alla morte, pronto per essere ridimensionato ad un uso di nicchia.
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