Thriller a sfondo terroristico pre-11 settembre basato sull'attentato di Oklahoma City e la fobia che scatenò.
Attraversato da forme hitchcockiane (l'uomo normale coivolto casualmente in qualcosa di più grande di lui, e il protagonista non creduto che si batte contro tutti), il film parte bene e va sempre più in basso.
Se all'inizio Pellington riesce bene a suggerire senza mostrare e a creare un clima illusorio non si sa bene chi sia chi o cosa, alla fine spiattella tutto senza poesia e (cosa ancora più grave) gira con uno stile giovane e deformato per suggerire lo stato d'ansia del protagonista.
Vistosi buchi di trama (sempre nel finale) non aiutano, e l'unico pregio (se proprio lo vogliamo trovare) può stare nel finale anticonvenzionale che tuttavia proprio per le citate cadute di stile non lascia alcun inquietudine.
Così alla fine il film sembra un "vorrei ma non posso", invece che un omaggio ad Hitchcock attuato attraverso la ricerca di forme autonome (come fa De Palma), che si esaurisce nella ricerca di atmosfere ed emozioni che non trova.
Attraversato da forme hitchcockiane (l'uomo normale coivolto casualmente in qualcosa di più grande di lui, e il protagonista non creduto che si batte contro tutti), il film parte bene e va sempre più in basso.
Se all'inizio Pellington riesce bene a suggerire senza mostrare e a creare un clima illusorio non si sa bene chi sia chi o cosa, alla fine spiattella tutto senza poesia e (cosa ancora più grave) gira con uno stile giovane e deformato per suggerire lo stato d'ansia del protagonista.
Vistosi buchi di trama (sempre nel finale) non aiutano, e l'unico pregio (se proprio lo vogliamo trovare) può stare nel finale anticonvenzionale che tuttavia proprio per le citate cadute di stile non lascia alcun inquietudine.
Così alla fine il film sembra un "vorrei ma non posso", invece che un omaggio ad Hitchcock attuato attraverso la ricerca di forme autonome (come fa De Palma), che si esaurisce nella ricerca di atmosfere ed emozioni che non trova.
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