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5.3.06

Podcast Volant Blog Manent

Ha mai scritto nessuno un libro, un saggio breve o dedicato un convegno o una conferenza al fatto che il vecchio proverbio latino Verba volant scripta manent ha poco senso di esistere nell'era della riproducibilità tecnica del sonoro?
Specialmente se parliamo di ambiti comunicativi.
Nel mondo della comunicazione reale e tradizionale il proverbio continua ad essere sostanzialmente vero (ma neanche troppo), nell'ambito delle comunicazioni di massa (broadcast, da tanti ad uno), è smentito dalle radio e infine anche se consideriamo un ambiente comunicativo tutto nuovo (internet), che non è necessariamente broadcast, che differenza c'è, dal punto di vista della permanenza (permalink), tra l'esprimersi scrivendo (blog) o parlando (podcast)?
In sostanza: decandendo la motivazione per la quale "certe cose le scrivo affinchè rimangano", quali altre motivazioni possono essere addotte a favore di una comunicazione scritta anzichè parlata?

10 commenti:

Gokachu ha detto...

Non avendo a disposizione qualcuno che sia in grado di gestire la voce come mezzo espressivo, si fa prima a scrivere. Scrivere bene è alla portata di (quasi) tutti, parlare bene no. Il discorso più interessante, se letto in modo inadatto, diventa noioso e imbarazzante.


Gokachu ha detto...

Altra motivazione: il podcast non permette la "lettura veloce". Di fronte a un nuovo post dò una scorsa rapidissima e nel giro di tre secondi decido se leggerlo o lasciar perdere. Con il podcast al "lettore" viene invece richiesto tempo e fiducia. Il lettore deve già sapere che la cosa gli interesserà. Bisogna essere autorevoli, e non basta.

Per esempio a me prbabilmente il podcast tre rose interesserebbe assai, anzi, ne sono sicuro. Ma non mi viene mai voglia di dedicargli la mezz'ora necessaria.

Infine, mentre posto ascoltare Sorrenti e leggere un tuo post, non posso fare lo stesso mentre ascolto la tua voce.


Anonimo ha detto...

immagina di dover preparare un esame con un podcast creato dal tuo professore al posto delle tradizionali dispense...
a me è capitato alle superiori (ovviamente con la cassettina), e non è proprio il massimo...


Anonimo ha detto...

catalogazione e ricerca.

elementi non sottovalutare.

la descrizione di un podcast non è come un vero post, altrimenti sarebbe un post.


gparker ha detto...

Ok, tutte ottime argomentazioni (io faccio una fatica pazzesca ad ascoltare podcast e leggere blog) che rispondono esaustivamente all'ultima domanda.
Ma invece nessuno si è misurato con il primo interrogativo, il fatto cioè che le nuove tecnologia abbiano equiparato la parola parlata a quella scritta dal punto di vista della permanenza.


Anonimo ha detto...

sì certo hai ragione tu, però c'è da aggiungere che anche la facilità di consultazione aiuta la permanenza di un documento...
so già che le cassette con incisa la voce del mio prof prima o poi verranno gettate, perchè non mi sono mai rimessa ad ascoltarle.
e in futuro lo farò ancora meno facilmente perchè sono su un formato che si sta estinguendo, ma questo forse è un altro discorso...


gparker ha detto...

In effetti la praticità di consultazione è qualcosa che al momento fa la differenza, anche se non penso sia difficile mettere a punto un sistema di tagging avanzato in grado di discriminare i vari punti di un file audio (digitale).
Ma a questo punto si presenta un altro interrogativo, conviene investire nella permanenza audio, cioè in linea di massima (esclusi casi esemplari tipo recitazioni, letture ecc. ecc.) un documento in audio ha effettivamente un valore aggiunto rispetto a quello scritto?


Gokachu ha detto...

Il detto Verba volant, scripta manent non voleva dire che son meglio gli scritti della parola, ma il viceversa. Mentre gli scritti si spostano e si propagano con lentezza e difficoltà, le parole volano, arrivano lontano.
A questo punto bisognerebbe dire che grazie alle nuove tecnologia scripta etiam volant, e interrogarci su quello. Ma chi ce lo fa fare? ^^


gparker ha detto...

Non sono daccordo il detto verba colant scripta manent viene utilizzato per ribadire che una cosa detta "vola" e si perde, mentre quando una cosa è scritta rimane, non si perde in un momento irripetibile ma è consultabile sempre.

Per questo parlavo della riproducibilità tecnica come agente permanente dell'audio.


Gokachu ha detto...

Certamente viene utilizzato in quel senso, ma per sentito dire (non sono un latinista) credo che i latini la utilizzassero nel senso che ho detto io. E a parte quale sia la corretta traduzione, è indubbio che, in quel senso, ormai "scripta etiam volant".


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