Continua la sperimentazione visiva della hollywood anni '50 e non c'è solo Vincente Minnelli ad ammirare il lavoro espressionista che viene fatto con i colori da Michael Powell e da Nicholas Ray e volerlo trasportare nel genere musicale che tanto ne potrebbe trarre beneficio.
Così come Un Americano A Parigi e già Cantando Sotto La Pioggia pure Stanley Donen con Cenerentola A Parigi sperimenta e tenta (forse con maggiore successo dei primi due) modi diversi di presentare il colore ed utilizzarlo nella messa in scena.
Così nella prima parte il rosa e il bianco della redazione sono il contrappunto per il grigio della biblioteca dove lavora Audrey Hepburn in versione triste, mentre nella seconda parte lo splendore degli esterni di giorno (boschi, ruscelli e ampi scenari) contrasta con gli interni e i notturni calustrofobici e al limite della monocromia dei night club e delle scappatelle intellettuali. Impagabile la bellezza delle foto che Fred Astaire scatta alla neomodella Audrey Hepburn (che era molto meglio investe da libraia), quelli sì veri esperimenti (riusciti) sul colore.
Purtroppo poi il film risente di una trama pretestuosa e poco avvincente (addirittura un attempato Astaire che conquista la giovane Hepburn), personaggi poco accattivanti e numeri musicali decisamente fiacchi.
Così come Un Americano A Parigi e già Cantando Sotto La Pioggia pure Stanley Donen con Cenerentola A Parigi sperimenta e tenta (forse con maggiore successo dei primi due) modi diversi di presentare il colore ed utilizzarlo nella messa in scena.
Così nella prima parte il rosa e il bianco della redazione sono il contrappunto per il grigio della biblioteca dove lavora Audrey Hepburn in versione triste, mentre nella seconda parte lo splendore degli esterni di giorno (boschi, ruscelli e ampi scenari) contrasta con gli interni e i notturni calustrofobici e al limite della monocromia dei night club e delle scappatelle intellettuali. Impagabile la bellezza delle foto che Fred Astaire scatta alla neomodella Audrey Hepburn (che era molto meglio investe da libraia), quelli sì veri esperimenti (riusciti) sul colore.
Purtroppo poi il film risente di una trama pretestuosa e poco avvincente (addirittura un attempato Astaire che conquista la giovane Hepburn), personaggi poco accattivanti e numeri musicali decisamente fiacchi.
6 commenti:
Innanzitutto vorrei premettere di non essere solo che una giovane non troppo esperta di cinema, ma mi sento in dovere, dopo aver letto la tua recensione, di mettere in risalto l'interpretazione di Audrey Hepburn, che a mio parere è fantastica ed il personaggio di Jo alquanto delizioso. In quanto alla trama bè forse l'amore tra il 60enne Fred Astaire e la 30enne Audrey Hepburn è un pò surreale ma il film è, a mio giudizio, molto piacevole e avvincente.
Per concludere vorrei scusarmi di doever registrarmi come anonimo, ma non posseggo alcun blog.
In attesa di una tua risposta... Lavinia
Non preoccuparti di legittimare la tua opinione, non bisogna essere esperti per amare o odiare un film.
A me sinceramente non è mai piaciuta troppo Audrey Hepburn, brava a fare il suo personaggio ma nulla di più.
Che poi il film sia fatto bene è indubbio, ma personalmente l'ho trovato a tratti abbastanza stantio.
Cmq per registrarti non hai bisogno di avere un blog.
Hai visto "Colazione da Tiffany"? Lavinia
Si e non mi sono piaciuti nè il film nè lei....
va bè, il film magari non era granchè. Io poi ho prima letto il libro e non mi è piaciuto come hanno cambiato la trama perchè nel film il suo personaggio rende in modo diverso,peggio (meno selvaggia di quanto dice, più domabile). Ma lei! non vogliamo proprio trovarci d'accordo, eh!
Ti ho detto, non la trovo eccezionale, brava per carità ma per me non emerge tra le altre attrici.
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