Grandissima delusione per questo supposto capolavoro di Wenders: lungo, noioso, prolisso e poco interessante.
Tratto da un romanzo di Patricia Highsmith e adattato alle esigenze di Wenders di unire paradigmi europei con paradigmi americani per parlare di una possibile unione che parte dagli uomini e finisce nel cinema (gli amici americani del titolo sono i grandi registi com Nicholas Ray o Samuel Fuller che partecipano in veste di attori), il ha un ottimo spunto e una forte base teorica ma una pessima realizzazione pratica.
A tratti si riconosce una voglia di stendere la storia come faceva il cinema d'oro americano, specialmente nelle due sequenze degli omicidi e specialmente in quella del treno (l'unica veramente riuscita), ma troppe volte il narcisismo e le aspiranzioni "altre" di Wenders hanno il sopravvento. Ecco allora scene come quella dell'agguato che Ganz e Hopper tendono nella casa abbandonata (francamente superflua) o il finale simil-metafisico girato là dove il mare si ritira.
Tratto da un romanzo di Patricia Highsmith e adattato alle esigenze di Wenders di unire paradigmi europei con paradigmi americani per parlare di una possibile unione che parte dagli uomini e finisce nel cinema (gli amici americani del titolo sono i grandi registi com Nicholas Ray o Samuel Fuller che partecipano in veste di attori), il ha un ottimo spunto e una forte base teorica ma una pessima realizzazione pratica.
A tratti si riconosce una voglia di stendere la storia come faceva il cinema d'oro americano, specialmente nelle due sequenze degli omicidi e specialmente in quella del treno (l'unica veramente riuscita), ma troppe volte il narcisismo e le aspiranzioni "altre" di Wenders hanno il sopravvento. Ecco allora scene come quella dell'agguato che Ganz e Hopper tendono nella casa abbandonata (francamente superflua) o il finale simil-metafisico girato là dove il mare si ritira.
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