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15.9.06

Da Gates a Jobs, un cattivo ci deve essere sempre

Steve Jobs fino a un anno fa era il re della controinformatica, l'idolo di chiunque fosse sanamente amante della tecnologia, il guru di un mondo in cui le cose costano sì, ma funzionano e sono belle, il profeta di un universo di tecnologia davvero alla portata delle persone e che davvero le aiuti più che crearle problemi. Era il bene contrapposto al male assoluto, Bill Gates, simbolo del sistema informatico di massa che deve adeguare (e male) i suoi sistemi alla vendita degli stessi ad una massa indistinta e incapace, il re mida dell'industria del "basta-che-c'ha-word-che-tanto-ci-devo-solo-scrivere", il bersaglio preferito di ogni virus-writer ecc. ecc.
Insomma Jobs=bene, Gates=male, perchè? Per un milione di buoni motivi! Perchè Jobs ci tiene a noi consumatori, perchè Jobs vuole fare prodotti di qualità e non vendere e basta perchè Jobs è bello ecc. ecc.

Oggi pochi giorni dopo la presentazione del 12 settembre le cose non sono più proprio così e l'immagine di Jobs non è più quella del grande santo, ma non per qualcosa che sia successa il 12 settembre (ha presentato qualche innovazione da poco e scontata e ha creato un po' di attesa per l'iTV) quanto più io credo perchè Apple non è più quel marchio di nicchia.
Salta fuori ora (ma in fondo lo si sapeva anche prima) che Jobs era il bene perchè era di minoranza, la Apple era l'informatica dell'elite, di coloro che ne sanno di tecnologia e sono disposti a spendere per essa. Ma nel momento in cui Apple comincia a salire di fatturato e di importanza, nel momento in cui dalle sue mosse dipendono interi mercati e molte altre aziende grosse le cose cominciano a non stare più così, Jobs non sembra più buono e anzi in rete (e anche da gente autorevole) viene paragonato a Bill Gates adducendo dettagliatissime motivazioni.
Ma quella fondamentale è che i due si sono avvicinati. Mentre il padrone di Microsoft è un po' in ombra e in disparte e la sua azienda dichiara che si apre al formato OpenOffice e rilascia parte del codice delle sue applicazioni, Jobs è sempre più presente con le sue presentazioni che di volta in volta guadagnano più spazio anche sui giornali generalisti portando il suo nome la sua faccia e le sue parole fuori dall'elite alla portata di tutti. Mentre Gates medita il ritiro Jobs è sulla cresta dell'onda, guadagna sempre di più ed è sempre più potente. Non che prima non lo fosse, ma ora siede nel consiglio di amministrazione di Disney e produce il cinema animato più importante al mondo e ha stretti legami con Google (prossimo grande mito destinato a diventare un cattivo).
E allora al primo passo falso, alla prima presentazione deludente si amplificano i dubbi e si parla già di un Jobs magnate, re di tutto e tutti, padre padrone.

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