Dopo l'esordio con Azione Mutante, de la Iglesia dirige questa "commedia di azione satanica" che ha già in nuce tutte le caratteristiche dei futuri film più riusciti, sempre scritti in coppia con il fidato Jorge Guerricaechevarria.
C'è un mondo triste, grigio e piovoso dove a dominare è il kitsch e il cattivo gusto, lo sporco e il trasandato, c'è l'eroe traviato e perverso, una parabola antimorale. C'è l'umorismo cattivo e per questo sollevante, c'è l'azione (sempre rara nelle commedie) e un cinema che guarda sicuramente all'America cercando di mantenere una radice personale e spagnola.
In El Dia De La Bestia questa matrice personale e spagnola è poco presente (anche se più che nel totalmente americano Perdita Durango), si manifesta nella descrizione del proprio paese come grottesco, perduto in una spirale di crimine e degrado estetico e morale.
Non ci sono figure veramente positive nei film di de la Iglesia, non si tratta di noir in cui personaggi morali si dibattono in un mondo cattivo senza venire a patto con le sue regole e per questo quasi sempre trovano la morte. Si tratta di personaggi che aderiscono alle regole amorali dell'universo grottesco in cui vivono, ma gli eventi sono comunque a loro avversi anche se la loro amoralità alla fine li premierà.
Benchè dunque de la Iglesia sia innegabilmente abile in tutte le parti della strutturazione di un film (direzione degli attori, casting, scene, sceneggiatura, musiche, montaggio....) e il film sia divertente, manca un po' di unità d'intenti. Più che dipingere un mondo interessante il film non fa, siamo lontani dai più raffinati La Comunidad e Crimen Ferpecto.
C'è un mondo triste, grigio e piovoso dove a dominare è il kitsch e il cattivo gusto, lo sporco e il trasandato, c'è l'eroe traviato e perverso, una parabola antimorale. C'è l'umorismo cattivo e per questo sollevante, c'è l'azione (sempre rara nelle commedie) e un cinema che guarda sicuramente all'America cercando di mantenere una radice personale e spagnola.
In El Dia De La Bestia questa matrice personale e spagnola è poco presente (anche se più che nel totalmente americano Perdita Durango), si manifesta nella descrizione del proprio paese come grottesco, perduto in una spirale di crimine e degrado estetico e morale.
Non ci sono figure veramente positive nei film di de la Iglesia, non si tratta di noir in cui personaggi morali si dibattono in un mondo cattivo senza venire a patto con le sue regole e per questo quasi sempre trovano la morte. Si tratta di personaggi che aderiscono alle regole amorali dell'universo grottesco in cui vivono, ma gli eventi sono comunque a loro avversi anche se la loro amoralità alla fine li premierà.
Benchè dunque de la Iglesia sia innegabilmente abile in tutte le parti della strutturazione di un film (direzione degli attori, casting, scene, sceneggiatura, musiche, montaggio....) e il film sia divertente, manca un po' di unità d'intenti. Più che dipingere un mondo interessante il film non fa, siamo lontani dai più raffinati La Comunidad e Crimen Ferpecto.
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