Légami fa parte di un ciclo di film di Almodovar di transizione. Esaurita la vena eccessiva, sincera e commediante dei primi anni (anche se ci saranno colpi di coda anche in mezzo a questo nuovo ciclo come Donne Sull'Orlo Di Una Crisi Di Nervi) inizia un momento diverso, i cui attori cardine sono Victoria Abril e Antonio Banderas e non più Carmen Maura.
Un periodo incerto che ha generato pellicole incerte, a metà tra generi diersi ma incapaci di mostrare un'unià d'intenti. Film che sembrano sparare in tutte le direzioni senza colpire nulla. Questo fino a Il Fiore Del Mio Segreto nel 1995, inizio vero e proprio del periodo dei melodrammi, o almodrammi.
Légami ha in sè tutte le caratteristiche dei film di questo periodo, la ricerca di un cambiameno rispetto al periodo precedente, la voglia di una narrazione più classica ma che non dimentichi le radici punk e surrealiste della movida, la ricerca di uno stile personale e l'empatia.
Poco interessante e poco riuscito, visto col senno di poi Légami è interessante più che altro per il modo in cui riesce a convincere. E' incredibile come il cinema delle emozioni esposte o anche sovraesposte di Almodovar convinca in ogni caso, renda credibile ogni più assurda coincidenza presente nella trama e consenta la messa in scena anche dei sentimenti più improbabili. E anhe se qui i pianti facili e i sentimenti esposti (che sono lo stile del regista) sembrano pretestuosi e artificiosi non manca alla fine una certa commozione e una totale identificazione in un personaggio da cui si sarebbero prese le distanze in qualsiasi altro film.
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