Tutti i grandi autori girano sempre lo stesso film. Una massima di cui non ricordo più il primo dicitore e che qui ho parafrasato non ricordandola esattamente. Ma il senso è quello. Ogni grande autore ha alcune principali ossessioni, una visione del mondo e una del cinema e queste vengono declinate in tutti i suoi film prendendo di volta in volta forme diverse a seconda dei contenuti del film.
Mai cosa può essere così vera come nel caso di Werner Herzog che similmente a Orson Welles è da sempre ossessionato dalle personalità giganteggianti, folli e romantiche, gli uomini che si gettano in imprese titaniche per motivazioni imponderabili e forse anche stupide.
E' questo infondo Timothy Treadwell, il Grizzly Man, l'uomo che per 13 anni ogni estate andava a vivere tra gli orsi per "proteggerli".
Herzog è assolutamente uno dei più grandi registi mai esistiti e riesce con questo documentario (anche se conoscendo Herzog sarei portato più a dire fintomentario) a parlare di tantissime cose. Narra innanzitutto di Treadwell, della sua vita, della sua morte e delle sue ossessioni. Parla della vita che faceva con gli orsi e delle motivazioni che lo spingevano ma ne prende le distanze, lo mostra prima come voleva mostrarsi egli stesso e poi più come lo vede lui (futile e un po' bambinesco). Parla di Treadwell come cineasta, mostra le immagini da lui girate e le usa come pretesto per parlare del cinema, spiega come la poesia si origini involontariamente, come il cinema abbia il sopravvento anche sulla volontà di Treadwell, e poi parla di se stesso della sua concezione di mondo, del suo cinema, della sua visuale delle cose ("Ho già visto scene di questo tipo" dice quando mostra Treadwell inveire come un pazzo e chi conosce Herzog sa a cosa fa riferimento).
Herzog impone il suo punto di vista con calma e tranquillità, invita a guardare la poesia di alcune immagini e noi vediamo cose che non vedremmo se non fosse lui a dire che invece esistono. E' conscio di chi è che noi sappiamo chi è. Oltre ad essere il narratore onniscente è Herzog, è titanico anche su se stesso e sa che una sua affermazione, anche detta con dolcezza, convince più di mille prove. Insinua che Treadwell avesse più di un'amicizia con una certa donna e ci crediamo, non fa sentire il nastro della morte del Grizzly Man e si fa inquadrare commosso mentre lo ascolta con le cuffie e poi mostra anche lo spargimento delle ceneri al vento. Eppure è Herzog. Non lo sapremo forse mai ma non stento ad immaginarmi che quelle ceneri chissà di cosa sono e che la commozione è tutta finta, magari non sta ascoltando nulla.
E' il più grande mistificatore di tutti i tempi, il più grande bugiardo, racconta solo quello che vuole lui, come vuole lui, inventa e modifica la realtà e fa di un documentario sempre e comunque un film di finzione.
Un bellissimo film di finzione.
Mai cosa può essere così vera come nel caso di Werner Herzog che similmente a Orson Welles è da sempre ossessionato dalle personalità giganteggianti, folli e romantiche, gli uomini che si gettano in imprese titaniche per motivazioni imponderabili e forse anche stupide.
E' questo infondo Timothy Treadwell, il Grizzly Man, l'uomo che per 13 anni ogni estate andava a vivere tra gli orsi per "proteggerli".
Herzog è assolutamente uno dei più grandi registi mai esistiti e riesce con questo documentario (anche se conoscendo Herzog sarei portato più a dire fintomentario) a parlare di tantissime cose. Narra innanzitutto di Treadwell, della sua vita, della sua morte e delle sue ossessioni. Parla della vita che faceva con gli orsi e delle motivazioni che lo spingevano ma ne prende le distanze, lo mostra prima come voleva mostrarsi egli stesso e poi più come lo vede lui (futile e un po' bambinesco). Parla di Treadwell come cineasta, mostra le immagini da lui girate e le usa come pretesto per parlare del cinema, spiega come la poesia si origini involontariamente, come il cinema abbia il sopravvento anche sulla volontà di Treadwell, e poi parla di se stesso della sua concezione di mondo, del suo cinema, della sua visuale delle cose ("Ho già visto scene di questo tipo" dice quando mostra Treadwell inveire come un pazzo e chi conosce Herzog sa a cosa fa riferimento).
Herzog impone il suo punto di vista con calma e tranquillità, invita a guardare la poesia di alcune immagini e noi vediamo cose che non vedremmo se non fosse lui a dire che invece esistono. E' conscio di chi è che noi sappiamo chi è. Oltre ad essere il narratore onniscente è Herzog, è titanico anche su se stesso e sa che una sua affermazione, anche detta con dolcezza, convince più di mille prove. Insinua che Treadwell avesse più di un'amicizia con una certa donna e ci crediamo, non fa sentire il nastro della morte del Grizzly Man e si fa inquadrare commosso mentre lo ascolta con le cuffie e poi mostra anche lo spargimento delle ceneri al vento. Eppure è Herzog. Non lo sapremo forse mai ma non stento ad immaginarmi che quelle ceneri chissà di cosa sono e che la commozione è tutta finta, magari non sta ascoltando nulla.
E' il più grande mistificatore di tutti i tempi, il più grande bugiardo, racconta solo quello che vuole lui, come vuole lui, inventa e modifica la realtà e fa di un documentario sempre e comunque un film di finzione.
Un bellissimo film di finzione.
11 commenti:
Capolavoro. Herzog firma personalmente un ossessione e trascende il cinema per approdare al reale, folle, visionario, romantico, emersoniano. Bellissimo il collegamento a Kinski..
Si fantastico. Una dimostrazione di forza e potenza, partire da quel materiale e arrivare dove arriva, seguendo quel percorso è allucinante.
"emersoniano"? A chi ti riferisci?
Comunque sono d' accordo un bellissimo film o documentario che dir si voglia. Spero che possa dare visibilità ad un autore che ammetto non aver saputo apprezzare come dovevo e me ne rendo conto solo ora.
emersoniano. Ralph waldo emerson, trascendentalista e fruitore della libertà individuale liberata dalle catene della civiltà e del denaro.
Personaggio che non ho il piacere di conoscere, devo confessare.
Vidi questo film al torino film festival 2005, l'unico giorno che riuscii ad andare... primo film della giornata, posto perfetto e scermo grande, grandissimo. mi ero dimenticato quanto fosse bravo herzog. un film incantevole. e come ha fatto a fare un film "di herzog" con roba girata da altri?
Questo vuol dire essere Herzog.
Salve...per quanto riguarda la struttura del film, è fatto bene ma, per il resto, non so.
Molti fanno della finzione ai giorni nostri, perché la finzione ha il colore del verde, il verde dei soldi.
Io non mi sento, di giudicare malamente e a priori un film e neanche la persona(herzog), in quanto non essendo stato materialmente presente, non so se il regista si fosse commosso o meno, per la registrazione audio(resta il fatto che ha anche detto herzog, alla ex fidanzata di Tim Treadwell,
di non ascoltare mai quella registrazione, se herzog avesse messo la registrazione all' interno del film la ex fidanzata l' avrebbe ascoltata di sicuro e quindi sarebbe caduto in una banale contraddizione!!quindi resta una incoqnita!!).
Di sicuro il film, ha l' utilità di mostrare il protagonista, la vita di Tim, e di come un uomo disgustato dal mondo e dalla società umana, possa trovare conforto nella Natura.
Non è la commozione/finzione/ipocrisia del regista che deve essere messo in primo piano, ma la vita di un uomo che ha vissuto a stretto contatto con l' ambiente, che ha donato la vita per una giusta causa, che aveva capito quanto gli uomini fossero crudeli e falsi, quanto un uomo non si discosta poi più di tanto dagli animali, che la cattiveria, l' avidità, la forza bruta, esistono in entrambi i mondi, sia animale che umano
(in un certo senso è uscito da un mondo, per entrare in un altro, molto simile al primo).(Importante è poi capire che l' uomo ha l' intelligenza, gli Animali per quanto si possano definire intelligenti hanno delle limitazioni, dei deficit (per la natura umana, per la concezione umana) e quindi, bisogna capirli e compatirli (sono giustificabili al contrario dell' uomo) in ogni loro atto dal più agressivo, al più gocherellone).
E' importante poi, definire le due cose: il film come strutturato(dal regista) e le immagini di Tim Treadwell, non si può definire un film finzione!!!Chi lo definisce tale fa un torto a Tim e alla sua vita (da notare che è morto per quella sua vita che egli amava).
Se ci si vuole scagliare contro il regista ok, ma non si può fare di tutta l' erba un fascio!!
Una persona leggendo questo blog con questo articolo rinuncia a priori di guardarsi o comprarsi un film del genere se viene definito film finzione!!
Quindi, lor signori dei miei coglioni imparate l' umiltà e divulgate questo film che è l' eredità biologia di Tim Treadwell, è deve diventare un film da cui le generazioni future dovranno prendere spunto per sopravvivere in un mondo minacciato dallo stesso uomo.Bisogna convivere con la Natura non distruggerla e distruggere con una parola la vita di una persona come Tim Treadwell che voleva insegnare qualcosa al mondo.
LE VOSTRE MENTI SONO FINZIONI.
JOHN"THUG BEAR"DOE
Io non mi scaglio contro Herzog, anzi.Lo ritengo un grandissimo regista, un artista moderno a tutti gli effetti.
Grizzly Man dimostra ancora una volta l'incredibile maestria di Herzog proprio perchè riesce a fondere realtà e finzione. Della vita di Treadwell, dell'amore per gli orsi e la natura, a Herzog non importa niente tant'è che in più di un momento si pronuncia apertamente contro. Come sempre nel suo cinema Herzog insegue queste figure folli, dominate da un sogno ed un obiettivo e che pereguono in maniera maniacale.
Il film non è un documentario, benchè a livello tecnico sia girato in quel modo e benchè tutto il materiale (o quasi) sia reale. E' il montaggio che conta, il modo di proporre le immagini dà loro senso. E guarda caso anche questa volta Herzog riesce a tramutare quest'ennesima figura umana in un suo personaggio. Al pari di Fitzcarraldo o Aguirre anche Treadwell diventa un personaggio di finzione nelle mani di Herzog.
La natura e la sua passione sono solo un espediente di secondo piano, poteva anche essere un amante delle macchine, poco importa, è l'ossessione che interessa ad Herzog ed è Herzog che interessa a me.
aaaaaaHhhhhh!!!ora ho capito meglio!!!ritiro i commenti sgradevoli!!!pardon!!!a me interessa la figura di Treadwell!!
....è l' ossessione per la natura che interessa ad Treadwell, ed è Treadwell che interessa a me.
Comunque resta il fatto che, commentare il regista la sua figura ed interessarsi a lui anziché a Treadwell, è quello che probabilmente sapeva e pensava Tim dell' uomo....e cioè che L' UOMO non si ferma a riflettere su cose importanti, ma, su stupide, futili, banalità e così ci perde tempo e denaro in attesa che qualcosa cambi, ma nel mentre il tempo, in collaborazione con l' uomo, distrugge tutto il suo habitat e l' habitat di ogni essere vivente.
Ahimé...bisogna ancora, molto riflettere.Su parecchie cose. J."T.B."D.
Interessarmi a quello che fa Herzog nel suo film, come affronta il racconto, il commento e come mette in scena le immagini di Treadwell è interessarmi per l'arte, perchè penso che Herzog sia un vero artista. Per me questo è più importante di qualsiasi contenuto anche il più nobile e il più altro, perchè alla fine dei conti è come veicoli qualcosa che influisce sulla percezione e mette in crisi le tue convinzioni.
Io non giudico la sofferenza altrui nè getto fango su altre persone, me ne disinteresso e basta. Per me il punto del film è assolutamente altrove, ben lontano dai suoi contenuti.
Inoltre il film non è un documentario puro, ne ha solo la forma. Herzog ha girato almeno una ventina di documentari e nessuno di questi era vero fino in fondo e alcuni erano totalmente fasulli. E' una forma di racconto particolare che mette in primo piano la figura del regista e della narrazione, poco importa come si siano svolti i fatti, quello che conta è la visione del mondo e del cinema del regista che riesce a ricondurre tutto alle sue ossessioni (la figura inutilmente titanica). E' una prospettiva molto arrogante, ma Herzog se la può permettere perchè ogni sua opera è un autentico gioiello di cinema. E il critico saccente ne gode.
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