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23.1.07

Radio Days (id., 1987)
di Woody Allen

Se qualche giorno fa avevo detto che godersi un film di Hitchcock mai visto è sempre un piacere perchè per me sono ormai sempre più una risorsa limitata, lo stesso si può dire per un film di Woody Allen. Sono sempre meno i film che non ho visto e ognuno che vedo accorcia la distanza con il giorno in cui non ne potrò vedere più di nuovi.
Radio Days è forse l'unico film di Woody Allen in cui lui è presente ma non in video. Tutto è infatti narrato dalla sua voce fuori campo, sono le sue memorie, o comunque le memorie di un ragazzo ebreo cresciuto con i miti della radio anni '30-'40. Racconti di vita dura, nelle periferie, alternati a racconti della gran vita degli eroi radiofonici di quegli anni.
Piano della realtà e piano della fantasia che si incrociano con un gusto per il racconto, per l'aneddotica che è meraviglioso. Se sul piano della forma narrativa Allen si diverte ad anticipare hitchcockianamente eventi che narrerà per bene solo in seguito, su quello della forma è impossibile non notare quanto tutto il film risenta di Amarcord e di quel tipo di messa in scena felliniana. Iperboli casalinghe, ambientazioni esageratamente fumose, maestre procaci ecc. ecc. Tutti i ricordi sono esagerati e lo stesso Allen lo ammette all'inizio, dicendo che forse esagera a ricordare il suo quartiere in quel modo, non era sempre umido, nebbioso e piovoso ma non ci può fare niente quella è l'immagine migliore che ha in testa.
Rimane assolutamente sbalorditiva la capacità di produrre storie di Woody Allen, piccole trame autoconclusive (come gli improbabili spasimanti della zia) e gioielli di paradossalità (l'intera storia di Sally che voleva entrare a tutti i costi nel mondo della radio) si alternano con le solite battute fulminanti, accompagnati dal consueto swing in sottofondo e dalla fotografia secca e magistrale di Carlo Di Palma, tutta giocata sui medesimi toni di colore. Gli appassionati non possono non godere di come Allen attinga a forme narrative non sue (Hitchcock, Fellini...) adattandole perfettamente al suo stile.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

uno dei pochissimi Allen che ho visto...
Mi ricordo una scena in cui un tipo esce di casa in mutande con un accetta in mano per inseguire non so chi...


gparker ha detto...

Bellissimo. Uno dei vicini di casa che ad un certo punto senza motivo da di matto e esce con l'accetta minacciando tutti di morte. Veramente felliniano.


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