Il documentario sui Rolling Stones di Jean-Luc Godard chiaramente non è sui Rolling Stones ma usa le immagini in studio del gruppo che di giorno in giorno mette a punto Sympathy For The Devil per parlare di arte, politica e istanze sessantottine. E' un documentario (parola comunque forte) semmai a partire dai Rolling Stones.
Ce ne sono due versioni una denominata One Plus One e una Sympathy For The Devil. La prima è frutto del montaggio originale del regista e parte dal principio che Godard (One) più i Rolling Stones (One) comunque non erano sufficienti a comprendere la realtà. La seconda è la versione risultante dall'intervento del produttore. Ad ogni modo le due versioni differiscono davvero di poco.
Godard crede sostanzialmente in due cose: nella forza della parola e nella forza delle immagini, ma le due cose non si fondono mai. In questo come in altri film del regista francese parole ed immagini esistono e soprattutto agiscono separatamente.
Il risultato, ed è forse la cosa più interessante, è che oggi le parole suonano più che mai fuori luogo, ridicole e irrimediabilmente datate, mentre le immagini spesso reggono ancora e tanto. Riaffermando l'eterno principio per il quale il pensiero può invecchiare, può non reggere la prova del tempo mentre un'immagine per davvero comunica più di mille parole e per questo sarà eterna sempre, perchè ogni nuova generazione potrà associargli nuovi significati a partire da ciò che è in grado di scatenare.
One Plus One sembra quindi ribadire con forza come le immagini negozino meglio significati con chi le guarda rispetto ai discorsi (specie rispetto ai proclami) i quali sono dotati di un proprio significato forte che non si piega troppo alla negoziazione.
Ad esempio nel documentario (che poi documentario non è assolutamente) si prende a paragone il fatto che la cartellonistica pubblicitaria non sia arte, cosa smentita dall'evoluzione della comprensione delle forme artistiche e si formulano incredibili teorizzazioni sull'incipiente comunismo e la riluttanza dell'occidente ad adottarlo. In questo senso dico che la parola è superata.
Al contrario i meravigliosi lunghi piani sequenza all'interno della sala prove dei Rolling Stones sono qualcosa di ancora ineguagliato. E l'uso che Godard fa delle ragazze, come sempre eterei simboli di unione tra libertarismo, nuovo intellettualismo (che rinnega il concetto canonico di cultura e di intellettuale) e spontaneità, le fa sembrare ancora più donne oggetto, corpi nudi invece che simboli di liberazione sessuale e femminismo auspicati.
Impagabile Mick Jagger che in una delle prima prove rincuora gli altri membri dicendo: "Non è male questo pezzo".
Ce ne sono due versioni una denominata One Plus One e una Sympathy For The Devil. La prima è frutto del montaggio originale del regista e parte dal principio che Godard (One) più i Rolling Stones (One) comunque non erano sufficienti a comprendere la realtà. La seconda è la versione risultante dall'intervento del produttore. Ad ogni modo le due versioni differiscono davvero di poco.
Godard crede sostanzialmente in due cose: nella forza della parola e nella forza delle immagini, ma le due cose non si fondono mai. In questo come in altri film del regista francese parole ed immagini esistono e soprattutto agiscono separatamente.
Il risultato, ed è forse la cosa più interessante, è che oggi le parole suonano più che mai fuori luogo, ridicole e irrimediabilmente datate, mentre le immagini spesso reggono ancora e tanto. Riaffermando l'eterno principio per il quale il pensiero può invecchiare, può non reggere la prova del tempo mentre un'immagine per davvero comunica più di mille parole e per questo sarà eterna sempre, perchè ogni nuova generazione potrà associargli nuovi significati a partire da ciò che è in grado di scatenare.
One Plus One sembra quindi ribadire con forza come le immagini negozino meglio significati con chi le guarda rispetto ai discorsi (specie rispetto ai proclami) i quali sono dotati di un proprio significato forte che non si piega troppo alla negoziazione.
Ad esempio nel documentario (che poi documentario non è assolutamente) si prende a paragone il fatto che la cartellonistica pubblicitaria non sia arte, cosa smentita dall'evoluzione della comprensione delle forme artistiche e si formulano incredibili teorizzazioni sull'incipiente comunismo e la riluttanza dell'occidente ad adottarlo. In questo senso dico che la parola è superata.
Al contrario i meravigliosi lunghi piani sequenza all'interno della sala prove dei Rolling Stones sono qualcosa di ancora ineguagliato. E l'uso che Godard fa delle ragazze, come sempre eterei simboli di unione tra libertarismo, nuovo intellettualismo (che rinnega il concetto canonico di cultura e di intellettuale) e spontaneità, le fa sembrare ancora più donne oggetto, corpi nudi invece che simboli di liberazione sessuale e femminismo auspicati.
Impagabile Mick Jagger che in una delle prima prove rincuora gli altri membri dicendo: "Non è male questo pezzo".
3 commenti:
Sì, Godard aveva talento, largamente sprecato per via del suo intelletualismo.
Godard cos'è? un formaggio? ah ah ah ah ah....conosco la strada.
che spettacolo...
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