Solitamente non racconto fatti personali ma stavolta tocca un tema ormai quasi cult di questo blog.
Invitato da un amico giornalista, e grazie al prestito di un badge, ho avuto accesso oggi per la prima volta alla zona Mini Lounge del Festival, quei punti che sono presenti un po' in tutti i grandi eventi e che in sostanza si configurano come zone d'elite piena di design e musica ambient diffusa.
Nel Mini Lounge si fanno le interviste televisive, si danno le feste la sera, si prende il tè il pomeriggio, ci sono registi e attori, volti noti del giornalismo, si mangia gratis (e bene), ci sono i direttori e i figli di persone note. L'ingresso è ristretto a coloro i quali sono in possesso appunto del badge specifico (che subito diventa status symbol) e questi sono concessi con una certa parsimonia solo per motivazioni concrete (ne esiste poi anche uno giornaliero più facile da avere).
Io non avendo mai avuto motivazioni concrete non ci ero mai andato pur conoscendone l'esistenza, e appena sono arrivato mi ha subito dato la tipica impressione da Metropolis: la zona in alto (sta nel punto più alto dell'Auditorium) dove i figli di quelli che contano intrattengono relazioni importanti e si trastullano mentre nelle viscere della città la feccia lavora alle macchine che la alimentano.
Insomma in questo contesto, mentre ero proprio in mezzo al Lounge, discretamente affollato, in piedi a parlare con una ragazza della mia età (ma dal cognome ben più altisonante del mio) mi rendo conto di un particolare che mi getta un attimo nel panico ma che subito dopo mi fa spuntare un sardonico sorriso sulle labbra.
Sono salito in maglietta. Quella maglietta famigerata.
Invitato da un amico giornalista, e grazie al prestito di un badge, ho avuto accesso oggi per la prima volta alla zona Mini Lounge del Festival, quei punti che sono presenti un po' in tutti i grandi eventi e che in sostanza si configurano come zone d'elite piena di design e musica ambient diffusa.
Nel Mini Lounge si fanno le interviste televisive, si danno le feste la sera, si prende il tè il pomeriggio, ci sono registi e attori, volti noti del giornalismo, si mangia gratis (e bene), ci sono i direttori e i figli di persone note. L'ingresso è ristretto a coloro i quali sono in possesso appunto del badge specifico (che subito diventa status symbol) e questi sono concessi con una certa parsimonia solo per motivazioni concrete (ne esiste poi anche uno giornaliero più facile da avere).
Io non avendo mai avuto motivazioni concrete non ci ero mai andato pur conoscendone l'esistenza, e appena sono arrivato mi ha subito dato la tipica impressione da Metropolis: la zona in alto (sta nel punto più alto dell'Auditorium) dove i figli di quelli che contano intrattengono relazioni importanti e si trastullano mentre nelle viscere della città la feccia lavora alle macchine che la alimentano.
Insomma in questo contesto, mentre ero proprio in mezzo al Lounge, discretamente affollato, in piedi a parlare con una ragazza della mia età (ma dal cognome ben più altisonante del mio) mi rendo conto di un particolare che mi getta un attimo nel panico ma che subito dopo mi fa spuntare un sardonico sorriso sulle labbra.
Sono salito in maglietta. Quella maglietta famigerata.
9 commenti:
Reazioni? :)
cioè io devo andarci domani..mi devo preoccupare?
Grande!
reazioni (esplicite) nessuna, me secondo me il marketing occulto ha lavorato nel loro inconscio....
No che preoccuparti anzi! Vai a fare il gran signore!
e la ragazza?
geimsbond
p.s. ma perchè non mi fa più mettere il nome?
Forse la conosci perchè stava a scuola nostra e ha la faccia vista. poi ti dico chi è.
doppio cognome???
no singolo, ma uno di quelli che da solo basta.
del Gesù e maria?
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