Le favole tradizionali non sono racconti adatti ai bambini, raccontano atrocità, esseri umani mangiati dagli animali, bambini abbandonati dai genitori e violenze all'ordine del giorno, o quantomeno non sono adatte ai bambini di una società come quella moderna, nella quale la violenza e la morte non sono più esposte pubblicamente ma sempre nascoste negli ospedali.
Neil Jordan sembra partire dall'effettiva efferatezza delle favole (in particolare Cappuccetto Rosso) per allargarne il mondo fino a comprendere la sessualità e addirittura tematiche sociali. Molta è l'attenzione alla costruzione materiale dell'ambiente (come tipico della scuola inglese) e ai colori dominanti (che escludono il rosso per evidenziarlo quando compare nella mantella o nel sangue).
Partendo da un libro il regista punta moltissimo sulla costruzione di un universo dove la paura domina sia a livello di paesaggi (a partire dagli ambienti e dalle scenografie) che a livello psicologico e immaginifico.
La paura del sentiero non battuto, degli animali, della violenza e della doppiezza umana (gli uomini lupo) sono la grande costante assieme al sottofondo sessuale sempre più esplicito e all'attrattiva che la protagonista sente crescere per i lupi, cioè il mondo che viene condannato dai suoi compaesani.
Ma come è ovvio in un film sulle favole anche il racconto ha un'importanza determinante, foriero come sempre di conoscenza sia buona che cattiva, forma principale non solo di conoscenza ma soprattutto di avanzamento psicologico e culturale e mai opera fissa ma testo negoziabile. Attraverso i racconti che la nonna le fa per spaventarla la protagonista sviluppa attrattiva per i lupi e attraverso il racconto consolatorio finale il lupo si spaventa ancora di più.
Così quando ad un certo punto vengono pronunciate le frasi "Che occhi grandi che hai" ci si rende conto che si sta assistendo a qualcosa di completamente diverso, una storia che non vuole insegnare come le favole ma coinvolgere come un film.
Neil Jordan sembra partire dall'effettiva efferatezza delle favole (in particolare Cappuccetto Rosso) per allargarne il mondo fino a comprendere la sessualità e addirittura tematiche sociali. Molta è l'attenzione alla costruzione materiale dell'ambiente (come tipico della scuola inglese) e ai colori dominanti (che escludono il rosso per evidenziarlo quando compare nella mantella o nel sangue).
Partendo da un libro il regista punta moltissimo sulla costruzione di un universo dove la paura domina sia a livello di paesaggi (a partire dagli ambienti e dalle scenografie) che a livello psicologico e immaginifico.
La paura del sentiero non battuto, degli animali, della violenza e della doppiezza umana (gli uomini lupo) sono la grande costante assieme al sottofondo sessuale sempre più esplicito e all'attrattiva che la protagonista sente crescere per i lupi, cioè il mondo che viene condannato dai suoi compaesani.
Ma come è ovvio in un film sulle favole anche il racconto ha un'importanza determinante, foriero come sempre di conoscenza sia buona che cattiva, forma principale non solo di conoscenza ma soprattutto di avanzamento psicologico e culturale e mai opera fissa ma testo negoziabile. Attraverso i racconti che la nonna le fa per spaventarla la protagonista sviluppa attrattiva per i lupi e attraverso il racconto consolatorio finale il lupo si spaventa ancora di più.
Così quando ad un certo punto vengono pronunciate le frasi "Che occhi grandi che hai" ci si rende conto che si sta assistendo a qualcosa di completamente diverso, una storia che non vuole insegnare come le favole ma coinvolgere come un film.
25 commenti:
embeh, ndo sta il compatto quando si parla di lupi mannari?
Bellissimo, devo rivederlo.
Bel film. E vedere l'odiosissima Signora in giallo nelle vesti di una nonna così arcigna non ha davvero prezzo.
Il finale, poi, dà quel senso di inquietudine che solo il miglior King di solito è capace di lasciare.
Si infatti il finale è molto bello davvero e svela definitivamente la natura "alta" dell'esperimento.
Non ho un ricordo molto preciso, ma l'atmosfera era assai perturbante. Sicuramente da recuperare, e probabilmente la cosa più interessante che ha fatto Neil Jordan.
Mi confermi che non è un film da me? Anche se ci sono dei lupi?
a nei film da te i lupi che fanno scusa? Si accoppiano?
Anche, ma di solito uccidono esseri umani.
E qui i lupi non lo fanno?
no
quantomeno non esplicitamente
quello del Compatto non è amore per i lupi allora...
Amore? Cristo io mi cago sotto, lo chiamerei terrore.
Scommetto che nessuno sa chi è stato il primo a diventare licantropo. Pensa fa parte della Mitologia greca.
bella questa.
e chi è stato? Zeus per inseminare una donna?
Ero io prima. Il primo è stato Licaone re dei Pelasgi. Cito: "Un giorno dette ospitalità a un mendicante ma, per burlarsi di lui, lo sfamò con le carni d'uno schiavo ucciso (secondo altre versioni, la portata principale era uno dei suoi stessi figli). Il mendicante, che era in realtà Zeus travestito, si indignò per il gesto sacrilego, e dopo aver fulminato i suoi numerosi figli lo trasformò in lupo, costringendolo a vagare per i boschi in forma di bestia e a nutrirsi di carne umana per il resto della sua vita."
Zeus non perdona.
gente seria quella
ora sarebbe interessante capire chi è stato il primo cacciatore di lupi mannari e se sia nata prima la caccia ai licantropi o quella ai vampiri o se nell'antichità fosse un lavoro unico.
Per sapere queste cose dovresti parlare con un qualsiasi vescovo, lui sicuramente saprà qualcosa, il Vaticano ha le mani in pasta su ste cose.
lo chiederò al mio parroco di fiducia
comp., sta roba vorrei sapere dove l'hai letta. Voglio le fonti.
E cmq erano in Grecia. Il Vaticano non ha potere in Grecia sono Ortodossi e alcuni Mussulmani, tocca chiedere alla versione Ortodossa del papa, mo non mi viene il nome.
L'ho letto su Wikipedia ed altri siti.
E comunque oggi giorno il Vaticano ha potere ovunque.
Sono sicuro che hanno corrotto anche te.
Ti ho già detto che la chiesa vicino a casa mia ha una simbologia strana, ci sono alcune croci rovesciate palesemente messe lì da chi l'ha costruita.
Il male mi segue. Ma quale vaticano...
Mi ero scordato che il Male ti segue. E' il genere di cose che tendo a dimenticare.
Mi domando cosa tendi a ricordari paradossalmente.
E' meglio che tu non lo sappia mai.
già, dopo il post su Melissa P. ci sono cose di te che non voglio sapere.
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