Nei suoi primi stadi di sviluppo la fantascienza era più una variazione "light" del cinema del terrore che un genere dai forti punti di contatto con la riflessione sull'uomo e la sua natura fondamentale attraverso l'immagine di ciò che potrebbe diventare o i contatti con le esperienze aliene che potrebbe avere.
E' stato con gli anni '60 che il cinema di fantascienza ha cominciato a far prevalere quella dimensione metaforico/introspettiva su quella dell'orrore (che tuttavia è sempre rimasta, basti vedere Independence Day).
Ultimatum Alla Terra è un inusuale film di fantascienza dai toni di tensione e paura che professa un ideale pacifista ed ideologico. La storia della caccia all'alieno Klatu, portatore di un messaggio di pace e tolleranza che non viene compreso dagli umani, si connota dalla forte tensione che la presenza del suo automa/protettore dagli immani poteri porta con sè. Una tensione tipica da anni '50 cioè quella paura data dalla percezione condivisa che la scienza operi secondo leggi, maniere e modalità inconoscibili all'uomo comune.
Il film di Robert Wise però con l'altra mano lascia alla sola scienza la speranza di salvezza. Ultimatum Alla Terra è infatti insolitamente concentrato su dialoghi e spiegazioni e sulla matematica come grande linguaggio universale (una cosa anticipa molta fantascienza futura come quella di Contact o quella di Incontri Ravvicinati Del Terzo Tipo).
Molto verboso e con pochissima azione ben concentrata si tratta di uno dei più originali punti di contatto tra fanta e scienza, tra paura dell'ignoto e ricerca del noto, cioè delle reazioni umane e dell'incapacità della nostra razza di comprendere i diversi e assimilarne i messaggi di pace.
Esilaranti come sempre in simili film le mille piccole cose incredibilmente datate, come i costumi degli alieni, i dischi volanti, il fatto che ad un certo punto addirittura Klatu dica "Solo l'onnipotente può dare e levare la vita" (come se su un altro pianeta fosse scontato che siano tutti cristiani) e l'idea dell'onnipotenza fisica dell'essere alieno.
Interessante sarà vedere il remake, anche solo per capire cosa possano adattare di una storia così datata.
E' stato con gli anni '60 che il cinema di fantascienza ha cominciato a far prevalere quella dimensione metaforico/introspettiva su quella dell'orrore (che tuttavia è sempre rimasta, basti vedere Independence Day).
Ultimatum Alla Terra è un inusuale film di fantascienza dai toni di tensione e paura che professa un ideale pacifista ed ideologico. La storia della caccia all'alieno Klatu, portatore di un messaggio di pace e tolleranza che non viene compreso dagli umani, si connota dalla forte tensione che la presenza del suo automa/protettore dagli immani poteri porta con sè. Una tensione tipica da anni '50 cioè quella paura data dalla percezione condivisa che la scienza operi secondo leggi, maniere e modalità inconoscibili all'uomo comune.
Il film di Robert Wise però con l'altra mano lascia alla sola scienza la speranza di salvezza. Ultimatum Alla Terra è infatti insolitamente concentrato su dialoghi e spiegazioni e sulla matematica come grande linguaggio universale (una cosa anticipa molta fantascienza futura come quella di Contact o quella di Incontri Ravvicinati Del Terzo Tipo).
Molto verboso e con pochissima azione ben concentrata si tratta di uno dei più originali punti di contatto tra fanta e scienza, tra paura dell'ignoto e ricerca del noto, cioè delle reazioni umane e dell'incapacità della nostra razza di comprendere i diversi e assimilarne i messaggi di pace.
Esilaranti come sempre in simili film le mille piccole cose incredibilmente datate, come i costumi degli alieni, i dischi volanti, il fatto che ad un certo punto addirittura Klatu dica "Solo l'onnipotente può dare e levare la vita" (come se su un altro pianeta fosse scontato che siano tutti cristiani) e l'idea dell'onnipotenza fisica dell'essere alieno.
Interessante sarà vedere il remake, anche solo per capire cosa possano adattare di una storia così datata.
3 commenti:
Robert Wise ci piace. Scott Derrickson, direi, pure. Nel remake ci sarà Jennifer Connelly, la dea, quindi ancor meglio.
ti porti avanti con il lavoro?
;)
sono un vero professionista io
Jennifer Connelly mi impedirà di capire anche il minimo particolare di trama... Guarderò solo lei.
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