Oggi e ieri due conferenze stampa su due film in cui la fotografia è curata da Luca Bigazzi.
Come capita nei casi migliori, Luca Bigazzi è un direttore della fotografia talmente forte, dotato di un senso proprio del cinema e talmente abile nell'uso della luce e nella manipolazione dei colori da essere effettivamente coautore dei film cui partecipa, anzi spesso (ed è il caso dei due film in questione) è la cosa migliore dei film a cui partecipa.
Il fatto che nelle conferenze stampa non siano mai presenti i tecnici più importanti ma solo regista, qualche attore e produttore è il simbolo stesso e uno dei driver più importanti del modo mainstream di intendere il cinema. Gli unici tecnici che alle volte fanno capolino (ma è raro) sono i compositori o curatori delle colonne sonore.
Il motivo, si dirà, è che nessuno chiederebbe qualcosa al povero Bigazzi, che se ne starebbe in un angolo in silenzio, interpellato solo per dovere di ospitalità dal moderatore della conferenza e invitato a dire qualche banalità.
Io dico invece che avere una personalità simile a disposizione stimolerebbe quanti hanno domande un attimo più interessanti e intelligenti di "Quanto di te c'è nel personaggio che hai interpretato?" e che le trattengono perchè osteggiate dai colleghi più "pratici" e "navigati" della cronaca che non hanno tempo da perdere con questioni che interessano solo un numero ristretto di giornali e di lettori.
Raccontare il cinema non è raccontare la trama e raccontare il cinema è difficile. Non tutti lo sanno fare bene, quasi nessuno, non per questa bisogna abbassare il livello per omogeneizzare tutto.
Ecco l'ho detto.
Come capita nei casi migliori, Luca Bigazzi è un direttore della fotografia talmente forte, dotato di un senso proprio del cinema e talmente abile nell'uso della luce e nella manipolazione dei colori da essere effettivamente coautore dei film cui partecipa, anzi spesso (ed è il caso dei due film in questione) è la cosa migliore dei film a cui partecipa.
Il fatto che nelle conferenze stampa non siano mai presenti i tecnici più importanti ma solo regista, qualche attore e produttore è il simbolo stesso e uno dei driver più importanti del modo mainstream di intendere il cinema. Gli unici tecnici che alle volte fanno capolino (ma è raro) sono i compositori o curatori delle colonne sonore.
Il motivo, si dirà, è che nessuno chiederebbe qualcosa al povero Bigazzi, che se ne starebbe in un angolo in silenzio, interpellato solo per dovere di ospitalità dal moderatore della conferenza e invitato a dire qualche banalità.
Io dico invece che avere una personalità simile a disposizione stimolerebbe quanti hanno domande un attimo più interessanti e intelligenti di "Quanto di te c'è nel personaggio che hai interpretato?" e che le trattengono perchè osteggiate dai colleghi più "pratici" e "navigati" della cronaca che non hanno tempo da perdere con questioni che interessano solo un numero ristretto di giornali e di lettori.
Raccontare il cinema non è raccontare la trama e raccontare il cinema è difficile. Non tutti lo sanno fare bene, quasi nessuno, non per questa bisogna abbassare il livello per omogeneizzare tutto.
5 commenti:
Daccordo sul tuo discorso ma è innegabile che al grande pubblico interessi sapere se i due attori protagonisti hanno flirtato sul set piuttosto del tipo di obiettivo scelto da Bigazzi.
Per fortuna ci sono i festival, dove gli appassionati come noi possono scoprire tecniche e curiosità interessanti.
Questo è verissimo e non vale solo per il cinema.
Io non posso sopportare più nemmeno le trasmissioni sportive perché banalizzano il calcio. Figurati con il cinema.
E' un problema del giornalismo in generale.
A questo proposito - quasi OT - c'è stata una bella puntata di Visioni Private con ospite Pino Scaccia che era davvero un elogio al buon giornalismo.
il sottotesto è che TU LO SAI FARE BENE...dimmi di si e fai lo sborone per una volta
In verità anche in molte press conference dei festival si sprecano le domande cretine
Si nelle press conference dei festival è anche peggio, tutti fanno a gara per farsi vedere e sentire... Però poi di contro il festival ha momenti più intimi dove poter soddisfare la curiosità.
E concordo anche con la banalizzazione dello sport.
Mariolone: No assolutamente non mi metterei MAI tra quelli che lo sanno raccontare bene, e proprio per questo motivo mi dà fastidio che alle conferenze io non possa ascoltare domande e risposte interessanti, perchè così non c'è avanzamento! Imparerei tantissimo.
Il punto è che c'è una marea di gente (i cronisti e non i critici) che sono proprio da altre parti, su altri lidi, ai quali non interessano le domande da critica e che tuttavia si battono contro di esse.
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