Wampyr (assurdo titolo italiano (si lo so che non c'è bisogno di dirlo ogni volta ma lo faccio lo stesso perchè ogni volta mi stupisco)) sarebbe per il mondo vampiresco quello che La Notte Dei Morti Viventi è per gli zombie, un trattamento onestamente di serie B che ne nobiliti la causa e contemporaneamente ne rinverdisca il genere grazie ad un impianto metaforico, simbolico e tecnico più serio e complesso della media.
Il risultato sono alcune sequenze di grandissimo effetto (quella iniziale nel vagone letto) e un'idea di fondo a guidare il progetto che è di prim'ordine. Il giovane Martin è un vampiro di 84 anni anche se ne dimostra meno di venti, uccide in maniere poco usuali per un vampiro e più simili ad un serial killer, ad ogni modo succhia il sangue.
E' un vampiro moderno, tutte le leggende sull'uso dell'aglio e cose simili non funzionano con lui ed è molto più normale di quanto non si possa credere. Lo zio è a conoscenza della questione e da fervente cattolico si offre di ospitarlo per controllarlo.
La metafora sessuale è più esplicita che altrove, specialmente considerando la giovane età dimostrata dal vampiro e il noto effetto che questi hanno sulle proprie vittime. Eppure come spesso capita a Romero le volontà programmatiche superano la realizzazione. Si intuisce molto dove voglia andare a parare e a tratti sembra che le immagini del film non riescano a stare al passo del progetto.
Si, Martin è un vampiro moderno che smitizza tutto il romanticismo legato alla figura. Si, è tormentato come una persona normale. E si, il legame e la dipendenza sessuale è molto forte e via dicendo, eppure di tutto ciò passano solo i concetti e non le emozioni ad esse legate.
E anche il finale (più o meno) a sorpresa colpisce più alla testa che alla pancia. Anzi per niente alla pancia e solo alla testa. George, anche stavolta mi hai convinto a parole ma non con i fatti.
Il risultato sono alcune sequenze di grandissimo effetto (quella iniziale nel vagone letto) e un'idea di fondo a guidare il progetto che è di prim'ordine. Il giovane Martin è un vampiro di 84 anni anche se ne dimostra meno di venti, uccide in maniere poco usuali per un vampiro e più simili ad un serial killer, ad ogni modo succhia il sangue.
E' un vampiro moderno, tutte le leggende sull'uso dell'aglio e cose simili non funzionano con lui ed è molto più normale di quanto non si possa credere. Lo zio è a conoscenza della questione e da fervente cattolico si offre di ospitarlo per controllarlo.
La metafora sessuale è più esplicita che altrove, specialmente considerando la giovane età dimostrata dal vampiro e il noto effetto che questi hanno sulle proprie vittime. Eppure come spesso capita a Romero le volontà programmatiche superano la realizzazione. Si intuisce molto dove voglia andare a parare e a tratti sembra che le immagini del film non riescano a stare al passo del progetto.
Si, Martin è un vampiro moderno che smitizza tutto il romanticismo legato alla figura. Si, è tormentato come una persona normale. E si, il legame e la dipendenza sessuale è molto forte e via dicendo, eppure di tutto ciò passano solo i concetti e non le emozioni ad esse legate.
E anche il finale (più o meno) a sorpresa colpisce più alla testa che alla pancia. Anzi per niente alla pancia e solo alla testa. George, anche stavolta mi hai convinto a parole ma non con i fatti.
2 commenti:
Sì, questo film è decisamente bruttino. Ma non vorrai mica dirmi che Romero non ti piace?
Non è che non mi piace, è che non mi ha mai convinto fino in fondo. Alle volte ha delle soluzioni davvero geniali ma poi prende poco alla bocca dello stomaco. Fa delle riflessioni e delle congiutture interessantissime ma sono tutta teoria e poca pratica, non mi prende alla bocca dello stomaco.
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