Guido Scorza su Punto Informatico riporta il continuo di una storia il cui racconto ero cominciato casualmente da un mio pezzo riguardante il primo rapporto sulla pirateria in Italia. In quell'occasione Filippo Roviglioni, presidente della FAPAV la federazione antipirateria italiana, ad un certo punto candidamente raccontava
Update (15/1): La FAPAV ha poi risposto alle accuse
Un mese fa con un software trovammo un certo numero di persone che scaricavano film e musica. Andammo dal magistrato molto contenti, con nome e cognome, il magistrato ci chiese come li avevamo ottenuti e visto che ovviamente i pirati in questione non erano consenzienti ci disse che rischiavamo di essere inquisiti per violazione della privacy. Siamo andati allora a parlare con il numero due in materia di privacy che ci ha detto solamente come condivida il nostro senso di impotenza e frustrazione.Oggi la FAPAV annuncia di aver chiesto ad un Giudice di ordinare a Telecom Italia di inibire l'accesso ad internet ad un certo numero di suoi utenti colpevoli di aver avuto accesso a siti in cui si scarica illegalmente materiale coperto da copyright. A parte la vaghezza dell'affermazione, Scorza fa notare come il sapere tutto ciò (che della gente, quindi degli indirizzi IP hanno avuto accesso ad un certo indirizzo e scaricato certi dati) sia un reato ben peggiore che l'eventuale accesso a materiale coperto da diritto d'autore.
Update (15/1): La FAPAV ha poi risposto alle accuse
2 commenti:
I soliti...puntini puntini
Pensassero a creare una distribuzione più decente, specie per la musica.
Io per risparmiare, quando decido che l'artista in questione merita i miei soldi, ordino CD da amazon.uk, in Italia non c'è uno straccio di alternativa decente e concorrenziale.
Per il cinema il discorso è più complesso.
E' una questione di priorità....che culo....
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