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26.5.10

Una Canzone Per Te (2010)
di Herbert Simone Paragnani

POSTATO SU
Una delle cose più interessanti del cinema commerciale italiano di questi ultimi anni è il genere adolescenziale. Foraggiato da un pubblico molto ben disposto, vasto e affamato di film e sentimenti alla buona, il genere ha conosciuto una crescita produttiva e una moltiplicazione in "orizzontale" (cioè attraverso generi diversi e contaminazioni varie) negli ultimi anni. Di commedia in commedia, di variazione in variazione il genere adolescenziale è diventato un metagenere che tutto contamina e da tutto viene contaminato.

Una canzone per te inserisce la tipica trama di un gruppo di ragazzi vicini all'esame di maturità che deve giostrarsi tra storie sentimentali, scopate e rapporti burrascosi con i genitori all'interno del musicarello e del cinema fantastico.
La variazione sul tema portata da Herbert Simone Paragnani porta quindi Una canzone per te ad avvicinarsi al cinema giovanile degli anni '80 americano (pur non avendo quella brillantezza e quella profondità di scrittura).
I personaggi che cercano di portare a termine qualcosa, un obiettivo extrasentimentale (vincere il concorso per nuovi talenti indetto da Mtv) e che nel fare questo devono scontrarsi con diversi ostacoli (questi si sentimentali), è una formula non nuova ma vincente, almeno rispetto alla solita produzione giovanlistica nostrana.
In più il film si avvale della presenza (la prima in una produzione per il cinema) di Guglielmo Scilla, in arte Willwoosh, la più grande websensation italiana.

Nella prima parte poi il film ha un ritmo invidiabile. Quando si tiene sui binari del fantastico imitando Ricomincio da capo nella diversa variazione di una medesima giornata, trova un davvero un felice incontro tra i topoi del genere e una scrittura leggera accompagnata da un montaggio sapido.
Peccato che poi nella seconda parte il fantastico sia dimenticato a favore del musicale (non eccezionale viste le band italiane coinvolte) e a favore della più classica dinamica di lento incontro + conversione all'amore per la vera anima gemella. Il cambio di registro spiazza perchè il fantastico è quasi dimenticato e soprattutto uccide l'ottimo ritmo che il film sembrava aver preso.

Interessante che in una storia per nulla disturbante (come poteva essere quella del poco riuscito Albakiara) faccia capolino il personaggio di una ragazza alternativa, vagamente emo, come vera protagonista positiva a scapito della solita precisetta Michela Quattrociocche (che in giro in motorino con casco rosa per le strade di Roma Nord è perfetta quanto John Wayne con cappello a tesa larga che cavalca nella Monument Valley).
Peccato solo che tutte le velleità di conversione alla musica alta del protagonista, che comincia citando e facendo ascoltare gruppi storici del rock, si spengano poi in un finale sui toni più promozionale dell'Mtv odierna (che commissiona) e vicini agli Zero Assoluto.

Il regista ha già vinto il premio "Maccio Capatonda" per il nome.

8 commenti:

Manute ha detto...

Il film non l'ho visto, ma la prima cosa che ho pensato dopo aver visto il trailer è stata: "vuoi vedere che abbiamo imparato a fare bene i film brutti."


gparker ha detto...

ottima locuzione


Fabio ha detto...

Ma si può scrivere "scopate" in una recensione?


gparker ha detto...

mio dio l'ho fatto senza accorgermene.

Ora non mi resta che cavalcare l'errore: L'ALBA DI UNA NUOVA CRITICA VIOLENTA E SINCERA!


frankie666 ha detto...

te lo dico io perche lo hai scritto, ti stai compatizzando. E non scherzo, si nota palesemente che scrivi queste recensioni in 15 minuti massimo, e compattescamente tiri ad andare veloce, pertanto utilizzando un linguaggio che ti e piu congeniale.

Tralaltro sono le mie preferite!!!

Geniale il paragone fra Michela Quattrociocche e John Wayne.

Geniale.


gparker ha detto...

15 minuti per scriverle, una vita per pensarle


giulai ha detto...

Sì l'ho apprezzato tanto anche io il parallelo. Bravo il mio critico violento e sincero!


gparker ha detto...

violentissimo


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