FUORI CONCORSO
MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 2010
MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 2010
Anno 2025, Tokyo è diventata Zebra City dopo gli eventi raccontati nel film precedente e in particolare dopo che l'allora ministro della difesa si è proclamato capo assoluto della città. Zebraman, misteriosamente scomparso da 15 anni, lo ritroviamo in strada, senza memoria e senza coscienza di sè. Mentre nella città l'istituzione dello Zebra Time (5 minuti ogni 12 ore in cui ognuno può compiere indisturbato qualsiasi tipo di crimine senza subirne le conseguenze legali) miete vittime e fa crescere la popolarità del sindaco, l'ignaro Zebraman guadagna consapevolezza di sè e di cosa sia successo nei 15 anni che lo separano dal suo ultimo stato di coscienza.
Dopo il successo di Zebraman non poteva non arrivare un seguito ed esso, nonostante la bravura di Miike a rendere qualsiasi script una pellicola godibile, scanzonata e tesa, non poteva che essere inferiore all'originale. Questo perchè al centro di tutto il primo capitolo c'era la sorpresa spiazzante di come i sogni possano diventare realtà e di come per farlo e arrivare alla più imprevedibile delle svolte non ci sia bisogno di nessuna motivazione. Un'idea per definizione non ripetibile.
Zebraman 2, pur non rinunciando all'umorismo grottesco e all'azione volutamente parodiata che avevano reso grande il film precedente, è quindi una riflessione più marcata sui confini di bene e male, sulla loro separazione e sulla necessità di un bilanciamento. Certo Miike è sufficientemente intelligente, autoironico e in grado di prendersi poco sul serio da utilizzare come metafora della lotta tra bene e male un elemento superficiale e ridicolo come le striscie bianche e nere del costume da zebra, o da terminare il suo film nella maniera più stupida e irrisolta possibile. Tuttavia l'impressione è che Zebraman 2 non riesca ad essere più di un buon film grottesco, divertente e raffinato. Nulla a che vedere con il geniale delirio di pensiero divergente e creatività cinematografica che era il primo.
Dopo il successo di Zebraman non poteva non arrivare un seguito ed esso, nonostante la bravura di Miike a rendere qualsiasi script una pellicola godibile, scanzonata e tesa, non poteva che essere inferiore all'originale. Questo perchè al centro di tutto il primo capitolo c'era la sorpresa spiazzante di come i sogni possano diventare realtà e di come per farlo e arrivare alla più imprevedibile delle svolte non ci sia bisogno di nessuna motivazione. Un'idea per definizione non ripetibile.
Zebraman 2, pur non rinunciando all'umorismo grottesco e all'azione volutamente parodiata che avevano reso grande il film precedente, è quindi una riflessione più marcata sui confini di bene e male, sulla loro separazione e sulla necessità di un bilanciamento. Certo Miike è sufficientemente intelligente, autoironico e in grado di prendersi poco sul serio da utilizzare come metafora della lotta tra bene e male un elemento superficiale e ridicolo come le striscie bianche e nere del costume da zebra, o da terminare il suo film nella maniera più stupida e irrisolta possibile. Tuttavia l'impressione è che Zebraman 2 non riesca ad essere più di un buon film grottesco, divertente e raffinato. Nulla a che vedere con il geniale delirio di pensiero divergente e creatività cinematografica che era il primo.
2 commenti:
C'è ancora Zebranurse? ^_^
no ma c'è la Polizia In Minigonna che è stupenda
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