COURMAYEUR IN NOIR FEST
Capita raramente una commedia nera in grado di sposare con felicità e solidità il registro del tragico e violento con quello del comico puro. Turisti non solo riesce in quel matrimonio ma ha l'ammirevole audacia di fare un passo in più e spingersi verso il gore, non risparmiando dettagli truculenti spiattellati in inquadrature dedicate a rigirare il coltello intellettuale nella piaga dei protagonisti.
Cittadini medi, lui mediamente frustrato da aspirazioni mai raggiunte e lei mediamente frustrata da un nucleo familiare oppressivo, insieme da pochi mesi decidono di partire con un camper per un giro turistico semplice e banale, ordinario e intimamente triste.
Wheatley gioca molto con i luoghi visitati e nella maniera più spietata, l'Inghilterra dei paesaggi grigi, infami, spesso piovigginosi, sempre e comunque freddi. In questi luoghi infami si muove gente infame, capitanata dai protagonisti. Lo capiamo dopo poco, alla prima sosta quando un omicidio involontario ma vissuto senza troppo dramma, dà il via libera ad un crescendo di arroganza e delirio di onnipotenza di una coppia che vuole tutto e decide di prenderselo con la violenza.
C'è tutta l'ironia e l'autoironia del mondo in Turisti ma nemmeno un briciolo di faciloneria. Ogni scelta di Wheatley è anticonvenzionale e volta alla resa di un mondo squallido e infame, a partire dalla fotografia e per finire agli effetti sonori. L'umanità peggiore del mondo nel luogo peggiore del mondo.
Sono i perdenti del mondo che si muovono avidi di rivincite impossibili e le conquistano solo a danno di propri simili. Lo faceva Fantozzi, lo fanno i personaggi di Jared Hess e lo fanno i protagonisti di Turisti, il cui orrore personale si specchia nei dettagli gore che la loro frustrazione provoca.
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