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11.5.18

Everybody Knows (Todos lo Saben, 2018)
di Asghar Farhadi

CONCORSO
FESTIVAL DI CANNES
 
L’intreccio vero nei film di Asghar Farhadi è nel passato, sta tutto prima della storia che stiamo guardando, nel pregresso. Per lui è come se il flashback non fosse stato mai inventato o come se la background story, cioè la storia dei personaggi che gli attori solitamente si creano o chiedono ai registi non per metterla nel film ma per avere più chiaro che tipo di persone siano, sia parte della trama. Che università hanno fatto? Come si relazionavano gli uni agli altri da piccoli? Da dove viene la loro fortuna se sono ricchi? Come l’hanno persa se sono poveri? Tutto lentamente viene svelato in Everybody Knows, dopo che siamo stati introdotti agli eventi della storia propriamente detta, perché tutto serve alla vera storia.

Farhadi in realtà è un fenomenale giallista del dialogo e questa trama di un matrimonio in un piccolo centro che riunisce tutta la famiglia da diversi luoghi del mondo e durante il quale una di loro, una ragazza figlia della sorella della sposa (cioè di Penelope Cruz) sparisce. Non siamo in About Elly (film del 2009 di Farhadi) e la sparizione qui è molto concreta e poco metaforica. La ragazza è stata rapita e chi l’ha fatto chiede un riscatto. Solo che i soldi in questione non ci sono.

Questa trama, che a qualsiasi altro film basterebbe, in realtà è un pretesto per sollevare incertezze, livori, sospetti e segreti nelle vite dei coinvolti. Come in un film di Haneke il grande MacGuffin che dà il via a tutto serve per svelare come le ipocrisie della vita borghese possano crollare in un attimo, svelando un universo di polvere messa sotto il tappeto, di violenza e di soprusi che le buone maniere e le facciate nascondono. Però non siamo realmente in un film di Haneke, anche se sembra, e non c’è nessuna violenza nascosta.

Sotto il tappeto di Everybody Knows ci sono intrighi da camera da letto e rivelazioni da feuilleton che non portano purtroppo a molto. L’idea di farci concentrare sul rapimento e sulle tecniche per ritrovare la ragazza mentre sullo sfondo avviene la vera storia (quella per l’appunto del retaggio del passato che torna a bussare alla porta) è ottima ma non è messa a frutto. Everybody Knows è un film realizzato allo stato dell’arte e scritto benissimo, in cui le rivelazioni arrivano al momento giusto e sono portate alle volte con una grazia fantastica (la maniera sommessa in cui Bardem ne fa una a sua moglie regge da sola una parte di film) ma oltre a raccontare bene la sua trama Everybody Knows non fa molto altro.

Il fatto di avere Cruz e Bardem, cioè due persone che sono unite nella vita reale, non è sfruttato, poiché i due personaggi non hanno un chimica particolare. Avere un genio della recitazione come Ricardo Darin (il protagonista di Il Segreto Dei Suoi Occhi e praticamente tutto quel che ci arriva dall’Argentina) e dargli un ruolo così blando poi è quasi un delitto. C’è insomma da ogni parte l’aria dell’occasione perduta. Uno dei migliori scrittori e registi al mondo non è riuscito stavolta a fare della sua ottima idea e delle sue ottime capacità di mettere in scena anche un ottimo film, non è riuscito a raccontare l’inconoscibilità della realtà o la tensione sotto la vita quotidiana o ancora la maniera in cui ci portiamo dietro il nostro passato, accompagnandolo ai rancori. Solo un intreccio, che è quello che fanno le soap: darci la storia senza un significato dietro.

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