Arrivo preparato ad uno dei film più famosi di Haneke. La visione di La Pianista e di Il Tempo Dei Lupi mi ha preparato, per quanto Funny Games sia girato in tutt'altro periodo, e sia venuto molto prima.
E' un film infatti di quando ancora faceva film in Austria e non in Francia come ora, ma le tendenza stilistiche sono chiare già dal 1997. Il maltrattamento dei protagonsti c'è sempre, un po' meno le scelte estetiche azzardate.
In compenso Funny Games ha una trama più articolata che, nel suo non spiegare volutamente i suoi presupposti e le sue motivazioni, un po' ricorda ciò che accadrà con Il Tempo Dei Lupi.
E' la storia di un'aggressione domestica in stile Arancia Meccanica. Due ragazzi penetrano con l'inganno in casa di una famiglia borghese e cominciano a torturarli per il proprio divertimento, fino ad ucciderli, facendo bene attenzione a farlo nella maniera più efferata possibile.
Ma il vero torturato sembra essere lo spettatore, il quale è costretto ad assistere impotente al massacro insensato dei protagonisti con i quali inevitabilmente parteggia (come non manca di sottolineare uno dei due assalitori che spesso, guardando in macchina, si rivolge agli spettatori ammiccando stile Belmondo in Fino All'Ultimo Respiro). Un massacro che non ha alcuna possibile via d'uscita, non c'è possibile salvezza per la povera famiglia, perchè non si tratta di una storia lineare ma di una dimostrazione di violenza domestica. E' infatti significativo il momento in cui la donna si ribella, acchiappa il fucile lasciato incustodito e spara da distanza ravvicinata ad uno dei due aggressori uccidendolo, l'altro in preda al panico cerca il telecomando del videoregistratore e premendo su Rewind riavvolge il film stesso tornando a pochi istanti prima del furto del fucile per impedirlo. Una concessione metafilmica che spezza la trasparenza tipica di Haneke (senza intaccare incredibilmente la verosimiglianza) e sancisce definitivamente lo stato di soggezione dello spettatore, vero torturato.
Come al solito non un film facile, anche se dalla trama e dallo scorrimento più agevole degli altri (eccezion fatta per le due lunghe sequenze di silenzio che seguono la morte del bambino), e come al solito mi sembra manchi l'obiettivo primario. E si che Haneke fa un gran dichiarare (e fa bene!) che non vuole dare risposte ma scatenare domande (e fa bene lo ripeto!), eppure mi sembra che a tutta questa grande tecnica cinematografica e narrativa non faccia eco poi una domanda chiara (parliamo di violenza? della società che è violenta in sè? delle insidie latenti nello stile di vita borghese? dell'esplodere dell'irrazionale nelle razionali vita borghesi? del panismo inseriti in contesti che sembrano non prevederlo?).
Come al solito mi sembra Haneke giri intorno a qualcosa (e ci gira intorno benissimo!) che non si sa che sia.
E' un film infatti di quando ancora faceva film in Austria e non in Francia come ora, ma le tendenza stilistiche sono chiare già dal 1997. Il maltrattamento dei protagonsti c'è sempre, un po' meno le scelte estetiche azzardate.
In compenso Funny Games ha una trama più articolata che, nel suo non spiegare volutamente i suoi presupposti e le sue motivazioni, un po' ricorda ciò che accadrà con Il Tempo Dei Lupi.
E' la storia di un'aggressione domestica in stile Arancia Meccanica. Due ragazzi penetrano con l'inganno in casa di una famiglia borghese e cominciano a torturarli per il proprio divertimento, fino ad ucciderli, facendo bene attenzione a farlo nella maniera più efferata possibile.
Ma il vero torturato sembra essere lo spettatore, il quale è costretto ad assistere impotente al massacro insensato dei protagonisti con i quali inevitabilmente parteggia (come non manca di sottolineare uno dei due assalitori che spesso, guardando in macchina, si rivolge agli spettatori ammiccando stile Belmondo in Fino All'Ultimo Respiro). Un massacro che non ha alcuna possibile via d'uscita, non c'è possibile salvezza per la povera famiglia, perchè non si tratta di una storia lineare ma di una dimostrazione di violenza domestica. E' infatti significativo il momento in cui la donna si ribella, acchiappa il fucile lasciato incustodito e spara da distanza ravvicinata ad uno dei due aggressori uccidendolo, l'altro in preda al panico cerca il telecomando del videoregistratore e premendo su Rewind riavvolge il film stesso tornando a pochi istanti prima del furto del fucile per impedirlo. Una concessione metafilmica che spezza la trasparenza tipica di Haneke (senza intaccare incredibilmente la verosimiglianza) e sancisce definitivamente lo stato di soggezione dello spettatore, vero torturato.
Come al solito non un film facile, anche se dalla trama e dallo scorrimento più agevole degli altri (eccezion fatta per le due lunghe sequenze di silenzio che seguono la morte del bambino), e come al solito mi sembra manchi l'obiettivo primario. E si che Haneke fa un gran dichiarare (e fa bene!) che non vuole dare risposte ma scatenare domande (e fa bene lo ripeto!), eppure mi sembra che a tutta questa grande tecnica cinematografica e narrativa non faccia eco poi una domanda chiara (parliamo di violenza? della società che è violenta in sè? delle insidie latenti nello stile di vita borghese? dell'esplodere dell'irrazionale nelle razionali vita borghesi? del panismo inseriti in contesti che sembrano non prevederlo?).
Come al solito mi sembra Haneke giri intorno a qualcosa (e ci gira intorno benissimo!) che non si sa che sia.
14 commenti:
Eh,poi mi spieghi dove ti sei procurato 'sto film che è un bel pezzo che lo voglio vedere e non riesco proprio a trovarlo...
Questo me l'ha prestato un amico. Cmq su Sky lo fanno ogni tanto.
Calcola che io in linea di massima vedo solo cose che registro dalla televisione analogica e digitale. Raramente scarico da internet, raramente compro DVD (di roba che non ho visto), mai affitto.
Grazie.
Ciao Parker perchè non vieni a trovarmi cosi ti imbavaglio un po? Seriamente, così:
1_mi rendi il film
2_facciamo sta benedetta cena
fammi sapere quando sei libero!
parker hai dimenticato di dare le tue misure....
a che potevano servire?
boh... magari je piaci...
o magari le vorresti conoscere te kaaarl...
e chi è kaaarl.....
P.S: Vedi parker questo è un esempio di quel Valerio che ormai non c' è +... Quello che tu facevi una battutaccia, e lui te la controribatteva facendoti venire i sudori freddi.... i brividi... Sapevi che c' era qualcuno matto, e che se andava fuori controllo era la fine... Che potevi tentare di essere simpatico quanto volevi, ma in finale eri solo un pivello come gli altri.... Lo rimpiango lo ammetto.... Però noto sempre che sotto sotto c' è ancora qualcosa... Là dentro... Se le mie previsioni sono giuste ne avrai un assaggio se la settimana prossima andiamo a Lucca...
Cos'è? il vale dei bei tempi andati?
si esatto molto Dickensiano... Il fantasma del vale passato....
Funny games è un film mitico, 2 ore di vera sofferenza. forse haneke ha anche voluto farci riflettere (e come dici tu ci riesce molto bene) sul fatto che non tolleriamo la violenza dei due ragazzi ma quella della donna che spara sì...
Fantastico, appena visto...
...in edicola...In alternativa c'è la classica "nottata insonne" su rai3 o la7...
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