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27.1.06

Agata E La Tempesta (2003)
di Silvio Soldini

Silvio Soldini è uno dei registi più interessanti e fuori dagli schemi del cinema italiano. Guarda molto a commedianti europei come Almodòvar (per la messa in scena) e Kaurismaki (per il pudore dei sentimenti) riuscendo a far convivere la loro apparente inconciliabilità.
Pane E Tulipani ne è uno splendido esempio. Ma in questo Agata E La Tempesta non riesce a replicare quella fortunata formula nè ad innovarla.
E dispiace dirlo, dispiace davvero perchè la bravura c'è e come.
Soldini non disdegna la tecnica, anzi. I suoi film sono costruiti come orologi, splendidi formalmente, inesorabili nell'impianto narrativo, rigorosi nel montaggio e anche consapevoli di tutto ciò che c'è stato e c'è nel cinema. In particolare questo film è mooooolto almodovariano, narra di un universo di coincidenze, lucido e colorato (ma i colori splendidi non sono una novità per Soldini) in cui si muovono personaggi panici e nel quale non mancano le agnizini e le scene madri. E' un modo di mettere in scena che sicuramente convince. Eppure il film è una delusione.
A Mano a mano che incede si ha sempre di più l'impressione che non arriverà a nulla. E così è alla fine. Tante storie, tanti intrecci, tanti artifici che però non puntano da nessuna parte nè in nessuna direzione. Mentre in Pane E Tulipani la storia della casalinga che cambia vita conferisce a tutti i personaggi che orbitano attorno alla protagonista un senso, un ruolo ed una missione sulla quale costruire emozioni e volontà, in questo i personaggi (benchè ordinati e in precise relazioni fra loro) sembrano andare allo sbando come le colonne di formiche quando si è schiacciata la prima.
Un peccato vero.





13 commenti:

Anonimo ha detto...

Normalmente, leggendo le tue recensioni basta leggere l' ultimo periodo per capire se un film ti è piaciuto oppure no...
Secondo me dovresti nascondere la tua opinione in mezzo alla recensione in modo che uno se lo legge tutto....


gparker ha detto...

grazie per il consiglio


Anonimo ha detto...

questo non l'ho visto, ma pane e tulipani era un pò un filmetto dai... non brutto ma trascurabile (mi ricordo solo il sempre ottimo bruno ganz)


gparker ha detto...

Sarà ma io ci ho visto di più (forse era solo la mia volontà di vederci di più). Mi è sembrato che andasse oltre la commedia, e parlasse un po' di tante cose, soprattutto di cinema, un modo di farlo diverso dal solito (che guarda ad Almodovar) con una cura per il dettaglio (di ogni tipo) che non si riscontra di solito.
Poi molto fuori dagli schemi, con un finale molto poco politicamente corretto....
Insomma una cosa che non mi aspettavo proprio e mi ha piacevolmente sorpreso.


Anonimo ha detto...

boh io non ci ho visto semplicemente una graziosa commedia, superiore alla media magari, e il finale mi parve anche prevedibile (il che non è un vero difetto).


Anonimo ha detto...

io ci ho visto,
senza non


gparker ha detto...

davvero? Io non avrei mai detto che lei avrebbe mollato i figli oltre al marito per un nuovo stile di vita. Una scelta anche altamente discutibile e poco etica (fossi stato un figlio mi sarei incazzato di brutto). Insomma una cosa anticonvenzionale...


Anonimo ha detto...

eh si vede che sei poco romantico gpark... :)


Anonimo ha detto...

gparker è un botto romantico, abbi fede....


Anonimo ha detto...

allora è un romantico troppo conservatore... :D


gparker ha detto...

Centra poco come sono (o non sono) romantico io. Il finale di Pane E Tulipani è anti convenziale, nel senso che con il medesimo intreccio il 95% dei film finisce diversamente... Per questo mi sono stupito, non tanto perchè discrepasse dalle mie speranze/aspettative.


Anonimo ha detto...

ma scusa se lei tornava dalla famiglia antipatica e ottusa non c'era l'happy end, e allora senza happy end che commedia del menga era???


gparker ha detto...

No l'happy ending classico doveva essere che la famiglia capiva che di aver trascurato la mamma e si ravvedeva mentre Bruno Ganz trovava un altro amore.
Cmq a me è piaciuto molto questo finale anti classico.


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