Film ad episodi che rende omaggio alla popolare serie televisiva anni '50 americana, quella si veramente cult.
Apre John Landis con un prologo con Dan Aykroyd molto carino e divertente in pieno stile Landis anche se molto poco Twilight Zone, e subito segue il suo segmento che tratta di un razzista catapultato in diversi luoghi ed epoche storie dove è oggetto di persecuzioni fino alla deportazione nella Francia nazista. Un episodio arrabiato, moscio e senza alcuna suspense o interesse.
Segue l'ancor peggiore episodio di Steven Spielberg, che tratta di un gruppo di anziani che hanno la possibilità di tornare giovani ma non tutti apprezzano e molti preferiscono tornare anziani anche se ora hanno capito che devono essere giovani dentro. Una parabola eccessivamente favolistica e buonista che si salva solo per la messa in scena creativa di Spielberg.
Il terzo episodio è la vera chicca del film, un gioiello vero e proprio. Joe Dante racconta una storia senza fare affidamento ad uno script della vecchia serie o ad un nuovo dei medesimi autori dell'epoca, fa tutto da solo e ricrea le sensazioni giuste con uno stile personale e fortemente caratterizzato. E' la storia (ripresa poi da I Simpson in un Halloween Special) di un bambino che può realizzare tutti i suoi desideri e tiene in un regime di terrore tutta la famiglia (che poi non è nemmeno la famiglia vera, quella non si sa che fine gli abbia fatto fare). Attira le persone in casa sua con scuse varie e non le lascia più uscire. Ma lo stile con cui è introdotto il tema, la suspence , l'ambientazione e alla fine il modo in cui è svelata la trama sono da urlo. Veramente agghiacciante.
Chiude il film l'episodio di Geroge Miller, anche questo molto bello e anche questo ripreso da un Halloween Special dei Simpson. Un uomo che soffre il mal d'aereo in un volo burrascoso in mezzo ad una tempesta vede dal finestrino un demone che smonta le ali dell'aereo ma gli altri non lo vedono e lo prendono per pazzo. Lo stile grottesco delle riprese, la recitazione di John Lithgow (finalmente in un ruolo che funziona) e il campionario di umanità dell'aereo è perfetto.
Come spesso accade nei film ad episodi la molta discontinuità nuoce gravemente al prodotto globale, ma l'occasione di realizzare un corto a tema può esaltare le potenzialità dei singoli, come già avevo potuto ammirare nel segmento di Martin Scorsese in New York Stories.
Apre John Landis con un prologo con Dan Aykroyd molto carino e divertente in pieno stile Landis anche se molto poco Twilight Zone, e subito segue il suo segmento che tratta di un razzista catapultato in diversi luoghi ed epoche storie dove è oggetto di persecuzioni fino alla deportazione nella Francia nazista. Un episodio arrabiato, moscio e senza alcuna suspense o interesse.
Segue l'ancor peggiore episodio di Steven Spielberg, che tratta di un gruppo di anziani che hanno la possibilità di tornare giovani ma non tutti apprezzano e molti preferiscono tornare anziani anche se ora hanno capito che devono essere giovani dentro. Una parabola eccessivamente favolistica e buonista che si salva solo per la messa in scena creativa di Spielberg.
Il terzo episodio è la vera chicca del film, un gioiello vero e proprio. Joe Dante racconta una storia senza fare affidamento ad uno script della vecchia serie o ad un nuovo dei medesimi autori dell'epoca, fa tutto da solo e ricrea le sensazioni giuste con uno stile personale e fortemente caratterizzato. E' la storia (ripresa poi da I Simpson in un Halloween Special) di un bambino che può realizzare tutti i suoi desideri e tiene in un regime di terrore tutta la famiglia (che poi non è nemmeno la famiglia vera, quella non si sa che fine gli abbia fatto fare). Attira le persone in casa sua con scuse varie e non le lascia più uscire. Ma lo stile con cui è introdotto il tema, la suspence , l'ambientazione e alla fine il modo in cui è svelata la trama sono da urlo. Veramente agghiacciante.
Chiude il film l'episodio di Geroge Miller, anche questo molto bello e anche questo ripreso da un Halloween Special dei Simpson. Un uomo che soffre il mal d'aereo in un volo burrascoso in mezzo ad una tempesta vede dal finestrino un demone che smonta le ali dell'aereo ma gli altri non lo vedono e lo prendono per pazzo. Lo stile grottesco delle riprese, la recitazione di John Lithgow (finalmente in un ruolo che funziona) e il campionario di umanità dell'aereo è perfetto.
Come spesso accade nei film ad episodi la molta discontinuità nuoce gravemente al prodotto globale, ma l'occasione di realizzare un corto a tema può esaltare le potenzialità dei singoli, come già avevo potuto ammirare nel segmento di Martin Scorsese in New York Stories.
7 commenti:
verissimo, il terzo e il quarto episodio sono due gioielli. soprattutto quello di dante.
ah, joe dante. que amor.
Grande Joe Dante... ho visto gremlins, seconda guerra civile americana e small soldiers...
pure Matinee è molto bello
non conosco... è un horror?
No è un film sul cinema. La storia di un uomo che negli anni '50 girava per le province americane cercando di distribuire un suo sistema di audio e tremolio delle poltrone per aumentare l'esperienza in sala.
Una cosa vera (in quegli anni ci furono un boato di queti espedienti e film a questo collegati) che si faceva per rispondere all'attacco della televisione.
Un film in sostanza sulla serie B e la provincia del cinema.
va inoltre detto che l'ultimo episodio è tratto da un racconto "Incubo a seimila metri" di Richard Matheson.
cmq guarda che il terzo episodio è un remake della serie degli anni 60,nn è del tutto nuovo come episodio!
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