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9.1.06

Molto apocalittici e poco integrati

Dispiace sempre leggere cose come quelle scritte dall'autorevole Umberto Galimberti su D di Repubblica. Parlando di computer infatti l'illustre pensatore italiano scrive:
"Al costo di una ventina di computer si puo' attrezzare un magnifico laboratorio di fisica. Fra dieci anni quando quei computer saranno da tempo nella spazzatura, i diapason potranno ancora insegnare la risonanza, un voltometro dimostrerà perfettamente la legge di Ohm e gli studenti potranno ancora utilizzare le attrezzature per capire il movimento angolare.".
Posso capire che la spesa per computer è destinata ad una rapida obsolescenza mentre un laboratorio di fisica è eterno, ma è assurdo decidere di arroccarsi sulle scienze tradizionali (non che le si debba dimenticare!) dimenticando quelle moderne, specialmente in un momento in cui (facoltà specializzate a parte) l'università non insegna in maniera adeguata l'uso del computer.
Il punto è che non serve tanto una conoscenza tecnica quanto una mentalità orientata agli strumenti moderni. Quello che non vorrei più sentire non è tanto "Non so usare Word" o "Non so mandare un'email" che sono cose che si possono sempre impara e molto in fretta, ma "No, io i computer non li uso. Mi fido di più di carta e penna" è questa la mentalità da combattere, quella sifduciata verso le nuove tecnologie o stupidamente passatista, e un sistema scolastico che non prevede l'uso del computer ma ha uno stupendo laboratorio di fisica contribuisce a crearla.
Il digital divide non è solo nella tecnologia ma soprattutto nella mentalità.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

il tema che affronti a partire dall' affermazione di Galimberti lo condivido, anche se non ho mai sentito nessuno prediligere "carta e penna" rispetto al pc... A meno che non parliamo di persone anziane credo...

Se invece devo prendere l' affermazione di Galimberti in se, allora ti dirò che è una cazzata mostruosa... La fisica odierna non può prescindere dall' uso del computer... La fisica che lui vorrebbe nei suoi laboratori è quella degli anni 50, utile oggi solo per una formazione iniziale degli studenti, e soprattutto TEORICA, e quindi assolutamente inutile ad un inserimento nel mondo del lavoro...
Non per niente oggi molte università di fisica dedicano molto spazio dei loro programmi ad una formazione informatica (che il Gulla da bravo coglione ha sempre schivato fino a doverci sbattere il muso per forza) molto approfondita...


gparker ha detto...

Si ma lui parla di scuole tipo licei credo.


Anonimo ha detto...

"digital divide".... ma che è... latino?


gparker ha detto...

La tua ignoranza mi sconquassa.
http://it.wikipedia.org/wiki/Digital_divide


Anonimo ha detto...

Ah, allora faccio pippa...


Anonimo ha detto...

ho letto anch'io la risposta di galimberti...
stavolta ha proprio toppato...


Anonimo ha detto...

"Il digital divide non è solo nella tecnologia ma soprattutto nella mentalità."
In italia forse, non certo nel terzo mondo..."


gparker ha detto...

Si si mi riferivo all'Italia, il terzo mondo è un altro discorso.


Anonimo ha detto...

cmq interessante l'idea di un digital divide della forma mentis...
è come dire che in casa ho un pò di terzo mondo anch'io :D


gparker ha detto...

Esatto è quello il nostro digital divide. Possiamo anche avere tutta la banda larga e la penetrazione tecnologica di questo mondo ma quando la maggior parte delle persone "preferisce fare le cose alla vecchia maniera" o cmq è tecnofobica, il digital divide rimane.


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