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7.3.06

Note sul product placement al margine della visione di Il Mio Miglior Nemico

Il product placement (cioè le sponsorizzazioni legali nei film) sta prendendo piede e ne sono molto lieto sia perchè mi sembra una cosa legittima, sia perchè tanto c'è sempre stato comunque, tanto vale farlo legale. Anzi tanto vale farlo bene. Per quanto ho visto io fin'ora non è che si faccia proprio benissimo, ma è anche comprensibile essendo agli inizi.
In Il Mio Miglior Nemico i prodotti piazzati si individuano subito, principalmente Audi, Vodafone, IBM Think Pad e Lufthansa (Samsung non si capisce), ma sono inseriti nella trama in maniera abbastanza funzionale, meglio in sostanza di quanto visto negli altri film.
Ma vedendo l'uso che viene fatto del videofonino UMTS di Samsung nel film mi è sorta subito una domanda: ma come funziona la regolamentazione del product placement rispetto al concetto di pubblicità ingannevole? Ci troviamo pur sempre in un film, un prodotto cioè che non è strettamente legato alla realtà (l'Audi sponsorizzata in Io, Robot per dire non esiste), vanno però rispettate le regole sulla pubblicità ingannevole? A primo acchitto direi sicuramente di si, eppure nel film in questione questo non accade, vengono girati filmati, scattate foto e fatte videofonate con una risoluzione grafica impensabile per qualsiasi telefono cellulare al momento. Qualcuno dirà qualcosa?

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Il PP segue la normativa inerente alla pubblicità ingannevole e comparativa introdotta nel codice del consumo.Va detto pero che le esigenze artistiche prevalgono sulla regolamantazione in questo caso la risoluzione per qualitativa che sia non puo essere riversata su pellicola quindi l'esiganza è anche tecnica.


gparker ha detto...

Capisco quello che dici ma non ci siamo intesi. Tu parli di prendere un estratto filmato da un telefono cellulare e riversarlo in pellicola, cosa che con la qualità del telefonino non potrebbe mai accadere, ma nel film accade qualcosa di diverso, ciò che è filmato o fotografato con il cellulare è ripreso nel suo contesto cioè, la macchina da presa riprende la mano che regge il telefono con all'interon le immagini, non sono le immagini del telefono che si sostituiscono a quelle del film.


Anonimo ha detto...

In questo caso il discorso cambia, ma ci si puo appellare comunque all'esigenza tecnica di visibilità delle immagini.
In realta siamo al limite nel senso che se è chiara la differenza tra esigenze artistiche e realtà tecniche si può fare, se per esigenze artistiche devo dire una battuta: "si questo telefono fa anche il caffè" è chiaro che il caffè il telefono non lo fa ma la battuta è funzionale alla storia.
Un po come quando in un triller da una inquadratura di una camara di sorveglianza 640X480 vedono il riflesso negli occhi della vittima cha smaschera l'assassino. Non è possibile ma serve alla storia.
Quindi lecito.


gparker ha detto...

Ho capito.
tuttavia a me non è sembrato molto lecito, o meglio è sembrato che un occhio meno esperto del mio possa tranquillamente pensare che quella è la risoluzione di quel telefonino, anche se in effetti alcune scene con la risoluzione di quel telefono sarebbero state impossibili da girare. Ma non conta di più il fatto che tutto ciò convince lo spettatore medio di qualcosa che non è vero?


Anonimo ha detto...

Secondo me bisogna partire dal concetto che è tutta finzione e lo spettatore medio dovrebbe saperlo.
Quando una funzione fittizia viene associata a un prodotto tutto questo diventa più complicato, me ne rendo conto, ma ci sono anche delle norme per questo, che obbligano la segnalazione di eventuali discrepanze con la raeltà. In questo momento è tutto ancora un po confuso.
Sia la produzioni che gli inserzionisti stanno sperimentando e non sempre con cognizione.

Se diamo per scontato che lo spettatore subisca tutto ciò che vede passivamante dovrebbe essere convinto che basta accendere un computer per entrare nel sito della nasa o che sparando a una automo questa esplode etc.
Secondo me non bisogna sottovalutare le capacità critiche degli spettatori.


gparker ha detto...

Sono daccordissimo sul fatto che lo spettatore medio sia in grado di discernere molto meglio di quanto si creda, ma credo anche che nel caso delle nuove tecnologie ci sia un'ignoranza media mista anche ad una fiducia nel progresso tecnologico che facciano sì che si sia portati a credere che effettivamente certe cose siano come le si vede.
Mi spiego meglio: nessuno spettatore pensa di poter comprare l'Audi di Will Smith in Io Robot, ma la risoluzione di quel telefono è qualcosa che effettivamente potrebbe esistere, in breve ci arriveremo.


Anonimo ha detto...

Tutto vero (non che sia una scusante) ma spesso persino negli spot dei telefoni o nelle affissioni si vedono immagini che difficilmente uno schermo di poco più di un pollice può riprodurre.
E li non c'è scusante artistica che tenga.
La fiducia nel progresso tecnologico è indotta proprio dalla comunicazione di valori che viene fatta per vendere la tecnologia stassa, oggi si tende a vendere un valore (es.una vita migliore) se si usa questa o quella tecnologia.
Se ti spiego per filo e per segno cosa fa una nuova tecnologia , può ache darsi che tu arrivi alla conclusione che non ti serve.
Se in vece non te la spiego e ti dico che migliora la qualità della tua vita non puoi pensare che non ti serve migliorare la qualità della tua vita , quindi la tua ignoranza è funzionale alla vendita del prodotto.


gparker ha detto...

Perfetto.
MA tutto ciò non è reato?


Anonimo ha detto...

Il discorso sarebbe molto lungo diciamo che esiste altre alla legge anche un codice di autodisciplina che è riconosciuto (o dovrebbe esserlo)da chi fa pubblicità e che impone dei limiti.
Poi se l'mmagine, come sulle buste dei surgelati, ha il solo scopo di illustrare il prodotto i limiti si allargano, comunque a volte vengo date delle multe anche salate.Qui però sconfianiamo fuori dal PP e parliamo di comunicazione in generale.
Per quanto riguarda il PP ci sono delle norme ma non c'è ancora una disciplina consolidata (in italia , all'estero si fa dalla notte dei tempi e quindi è diverso)quindi è difficile dire di preciso cosa si può fare e cosa no. Poi stiamo anche recependo delle norme europee in materia ache se a livello europeo le situazioni sono molto diverse da stato a stato.


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