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25.8.06

Nel Corso Del Tempo (Im Lauf Der Zeit, 1976)
di Wim Wenders

Ancora quasi tre ore di narrazione estenuante da parte di Wenders, che come spesso gli accade, gira un film sulla carta interessante e quasi già capolavoro in una maniera lenta e per giunta noiosa.
La storia del proiezionista che gira per la Germania a riparare proiettori in piccole sale di provincia assieme ad un uomo disperato che ha tentato il suicidio per problemi di famiglia è ripresa con dovizia di particolari (Wenders non risparmia nessun dettaglio e non taglia i "momenti noiosi di vita") e con gusto estetico che raramente si incontra in un bianco e nero molto bello e suggestivo.
E belle e suggestive sono anche le immagini dei paesaggi tedeschi attraverso i quali i due amici improvvisati passano, paesaggi che (anche grazie ad una colonna sonora di musica prettamente americana) ricordano molto le strade desolate degli Stati Uniti. Una dichiarazione d'amore per il cinema americano e per quel continente che più d'una suggestione esercita su Wenders.
Ma è lo stile-Wenders ad annoiare e trasformare tutto in pretestuoso. Dialoghi ridotti all'essenziale, comportamenti stravaganti che non necessitano di spiegazione, azioni immotivate e lunghi silenzi "espressivi", una strada decisamente non semplice che personalmente ancora una volta non mi ha convinto. Anzi.
Tra le altre cose ad influire negativamente sul mio gradimento ci sono una concezione del viaggio che fa molto riferimento alla beat generation e un'idea di cinema snob e intellettuale (oltre alla messa in scena oggettivamente "difficile" si capisce anche dalle parole finali della proprietaria di una sala che dice: "Piuttosto che proiettare i film che fanno oggi è meglio non proiettare nulla") che non può trovarmi daccordo.

3 commenti:

Gokachu ha detto...

Che per te la frase "dialoghi ridotti all'essenziale" si possa inserire in una lista di difetti desta il mio sincero sgomento.


gparker ha detto...

Per carità non sia mai!!
E' la combinazione dialoghi ridotti all'essenziale, comportamenti stravaganti che non necessitano di spiegazione, azioni immotivate e lunghi silenzi "espressivi" ecc. ecc. che mi infastidisce ma i singoli elementi in sè non mi creano alcun problema.
Alla fine conta l'uso che ne fai e la combinazione di tutti questi elementi mi sembra implichi un solo uso possibile.
Che appunto sopporto poco.


Gokachu ha detto...

Ah, mi pareva ^^


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