Il primo film di Bryan Singer è una banalissima incursione (tipica per gli anni '90) sul potere manipolatorio della televisione, sulla sua pervasività e sulla volontà di autorappresentazione degli spettatori.
La figura di Whiley Preacher, questo simil-Messia mediatico che arriva nel placida cittadina di Brewster per proporsi come risolutore dei suoi mali salvo poi rivelarsi un bieco aguzzino, non è nemmeno granchè. Nonostante infatti l'evidente lavoro sulla personalità non riesce a colpire e rimane semplicemente un espediente narrativo.
I colori e la fotografia sono anni '90 che di più non si poteva e l'abilità narrativa di Singer si scorge solamente tra le pieghe di un racconto che molto si propone e poco raccoglie. A tratti addirittura sembra non sappia bene dove dirigere le sue attenzioni...
Velleità polemiche da 4 soldi e un risultato francamente dimenticabile.
La figura di Whiley Preacher, questo simil-Messia mediatico che arriva nel placida cittadina di Brewster per proporsi come risolutore dei suoi mali salvo poi rivelarsi un bieco aguzzino, non è nemmeno granchè. Nonostante infatti l'evidente lavoro sulla personalità non riesce a colpire e rimane semplicemente un espediente narrativo.
I colori e la fotografia sono anni '90 che di più non si poteva e l'abilità narrativa di Singer si scorge solamente tra le pieghe di un racconto che molto si propone e poco raccoglie. A tratti addirittura sembra non sappia bene dove dirigere le sue attenzioni...
Velleità polemiche da 4 soldi e un risultato francamente dimenticabile.
3 commenti:
Hai mica visto l'Allievo?
Si ma non mi era piaciuto molto...
Che buffa sta cosa. A me L'allievo è piaciuto ma non trovo mai nessuno a cui sia piaciuto. Avrò dei problemi.
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