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12.12.06

Papillon (id., 1973)
di Franklin J. Schaffner

Ormai "volto da evaso" non poteva mancare Steve McQueen nel racconto tratto dalla biografia di Papillon, carcerato francese nelle più disperse regioni del mondo, dotato di un'insaziabile voglia di libertà che lo porta a tentare la fuga in qualsiasi situazione rischiando e scontando inasprimenti di pena sempre maggiori.
La lunghezza straordinaria del film non facilita la fruizione di un'opera che non punta sul dinamismo ma sulla lentezza e il senso di fatica e malattia del protagonista, in grado di sopravvivere oltre il vivibile, oltre la sanità fisica e mentale.
Ma se all'inizio le avventure di Papillon e del suo compagno e maico di cella sembrano iscriversi nelle regole più classiche del "cinema d'evasione", più ci si avvicina alla fine più queste vengono contaminate dal mito, dalla cristallizzazione dei loro ruoli e del loro rapporto che favorisca una visione archetipa della ricerca di libertà. Non che questo faciliti ancora una volta la fruizione, ma tant'è.
Visto oggi Papillon dà l'aria di essere invecchiato male, ha tutte le caratteristiche del film fuori dal suo tempo. Sulla carta interessante, sviluppato in maniera coerente e intelligente ma poco coinvolgente sotto più d'un punto di vista.

2 commenti:

Fabio ha detto...

Forse hai ragione, è invecchiato male questo film. Era un mio "buco" e l'ho recuperato solo adesso.
Mi aspettavo un film diverso (uno di quei film di carcere con ingegnose evasioni), e invece è un'altra cosa. E' molto lungo e ha anche il difetto di non descrivere con sufficiente chiarezza la geografia di questa colonia penale, così che sta lì per due ore a vedere le disavventure del protagonista senza capire ndo cazzo sta.

Però il personaggio è bello, e anche il fatto di avere evitato la retorica sull'incessante ricerca della libertà a favore di un ambiguo ritratto della libertà come ossessione, come ossessione insensata persino, ne fa un film non banale.


gparker ha detto...

quello è vero e mi sembra che alla fine proprio in quel finale sulla scogliera FINALMENTE si tragga un qualche senso.


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