Finalmente vedo il famosissimo (ormai entrato nella cultura pop) Giustiziere Della Notte, uno dei ruoli percui più è ricordato Charles Bronson. E ne rimango veramente impressionato.
Soprattutto perchè a fronte di un contenuto netto e deciso: la storia della progressiva dipendenza di un uomo dall'omicidio di criminali a seguito dell'uccisione della moglie e delle violenze subite dalla figlia, il film presenta anche una messa in scena assolutamente coerente.
Secco e asciutto come le espressioni di Bronson e la volontà del suo personaggio il film procede come un treno nel mostrare, con continui obiettivi deformanti, la realtà metropolitana di New York e più si va avanti nella narrazione più aumentano i primi piani e le inquadrature strette, più aumenta il coinvolgimento emotivo del protagonista che trova un continuo piacere nel "fare giustizia sommaria" (in questo senso ancora una volta è molto più significativo il titolo originale). Non c'è uno sparo che sia di troppo o una morte che non sia funzionale alla trama e al messaggio (questa volta si può davvero parlare di "messaggio") del film.
La condanna della giustizia privata è mostrata nella maniera più seducente e sociologica possibile, il ruolo della polizia che deve limitare in ogni modo la fama (anche negativa) del giustiziere per evitare che questo sollevi il desiderio di violenza di ogni cittadino è emblematico in questo senso.
Il viaggio negli stati del sud e la presentazione della connotazione "naturale" che in certi luoghi dell'America ha l'arma da fuoco è selvaggia, tanto quanto la ribellione del protagonista. Davvero avanti con i tempi e vero precursore di Un Giorno Di Ordinaria Follia.
All'epoca fu accusato di fascismo, ma solo perchè ancora non era uscito 300.
Ora mi mancano gli altri 4 seguiti.
Soprattutto perchè a fronte di un contenuto netto e deciso: la storia della progressiva dipendenza di un uomo dall'omicidio di criminali a seguito dell'uccisione della moglie e delle violenze subite dalla figlia, il film presenta anche una messa in scena assolutamente coerente.
Secco e asciutto come le espressioni di Bronson e la volontà del suo personaggio il film procede come un treno nel mostrare, con continui obiettivi deformanti, la realtà metropolitana di New York e più si va avanti nella narrazione più aumentano i primi piani e le inquadrature strette, più aumenta il coinvolgimento emotivo del protagonista che trova un continuo piacere nel "fare giustizia sommaria" (in questo senso ancora una volta è molto più significativo il titolo originale). Non c'è uno sparo che sia di troppo o una morte che non sia funzionale alla trama e al messaggio (questa volta si può davvero parlare di "messaggio") del film.
La condanna della giustizia privata è mostrata nella maniera più seducente e sociologica possibile, il ruolo della polizia che deve limitare in ogni modo la fama (anche negativa) del giustiziere per evitare che questo sollevi il desiderio di violenza di ogni cittadino è emblematico in questo senso.
Il viaggio negli stati del sud e la presentazione della connotazione "naturale" che in certi luoghi dell'America ha l'arma da fuoco è selvaggia, tanto quanto la ribellione del protagonista. Davvero avanti con i tempi e vero precursore di Un Giorno Di Ordinaria Follia.
All'epoca fu accusato di fascismo, ma solo perchè ancora non era uscito 300.
Ora mi mancano gli altri 4 seguiti.
7 commenti:
Dai tutta la cinematografia di Sam Peckinpah è stata accusta di fascismo....
si sono quelle accuse che vengono lanciate come c'è un surplus di violenza...
In questo ancora una volta i gialli ci insegnano a stare al mondo, con la loro estetica della violenza, della distruzione (vedi tsukamoto), e della morte onorevole...
Quanto li amo...
W chow yun fat
Provate a guardare tutti i cinque capolavori dell'Ispettore Callaghan, all'epoca anche i suoi film furono accusati di fascimo.
Ma TUTTI sanno che chi mi tocca Clint è una persona morta...
Caro Gparker, premettendo che non sono d'accordo con chi accusa questi film di fascismo, quasi si volesse insinuare che il nazismo e il comunismo non sono stati esempi di violenza, quando poi in realtà lo sono stati più del fascismo(il comunismo addirittura più del nazismo e la storia è li a dimostrarlo), ma a parte tutti questi aspetti politico-ideologici, credo che la serie de "Il giustiziere della notte" possa essere definita al pari del sentimento che ha suscitato in te: impressionante. Mi hanno sempre affascinato i film nei quali c'è un protagonista impegnato in una solenne giustizia "individuale". Un'altro film che a mio avviso potrebbe ricordare un Bronson diciamo moderno, anche se trama e modi di fare del protagonista sono molto diversi, è "Giustizia a tutti i costi" con Steven Segal. Ora non voglio certo paragonare la serie di Winner con i film di Segal, però...e comunque l'ho citato perchè se devo essere sincero a me piace un sacco! W il cinema!
Volevo dire Seagal....
anche io sono un grande amante del le figure solitarie e disperate. Distrutte dal complesse moderno e metropolitano che si sviluppa intorno a loro e che cercano di reagire come possono.
Riguardo alle accuse di fascismo, quello che tu dici è indubbiamente vero, tuttavia esiste anche un'accezione moderna dei termini, e un'accusa di "fascismo" non significa più accusare qualcuno di aderenza al regime del ventennio ma di aderire alle modalità operative e in taluni casi ideologiche dei gruppi di estrema destra contemporanea.
E' infatti di dominio pubblico come l'esaltazione di concetti come la violenza, il valore, e il giustizialismo siano caratteristiche della destra estrema piuttosto che della sinistra che invece fa della protesta e dell'occupazione illegale le sue armi.
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