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16.5.07

Note a margine della visione di Zodiac

Mentre vedevo Zodiac non potevo non pensare alle diversità rispetto a Bullit e Ispettore Callaghan il caso Scorpio è tuo, i due altri film che prima di questo si sono ispirati (molto più liberamente) alla storia del serial killer Zodiac.
Il film di Fincher si diverte ad utilizzare questi altri due film durante la narrazione, portando addirittura i protagonisti al cinema a vedere Clint Eastwood.
Eppure proprio la somiglianza di tema mi faceva pensare a come quel cinema non sarebbe più possibile oggi. Non che sia necessariamente un bene o un male, semplicemente non sarebbe possibile.

In special modo ci ho pensato nel momento in cui in Zodiac l'assassino minaccia di uccidere i bambini quando scendono dallo scuolabus, perchè subito mi è venuta in mente la scena di Callaghan in cui il serial killer effettivamente rapisce uno scuolabus. Benchè chiaramente il film di Fincher ha scelto di essere più legato alla realtà sia per i fatti narrati sia per le figure coinvolte (il poliziotto incaricato di indagare non era certo come Callaghan) comunque non sarebbe più possibile mostrare una scena come quella in cui, rapito lo scuolabus, l'assassino tutto preoccupato e frenetico scappa sulla statale e in lontananza vede su un cavalcavia Clint Eastwood in piedi in giacca che lo aspetta come fosse il suo incubo personale.
Se in Zodiac fosse accaduta una cosa simile pure con l'attore più credibile al momento nella parte di un duro (Bruce Willis) comunque mi sarei messo a ridere.
Ma non solo la figura del poliziotto buono è inevitabilmente cambiata, anche quella del serial killer non è più la stessa. Oggi sarebbe ridicolo un serial killer pieno di ansie e stressatissimo che in ogni movimento palesa la sua pazzia. I serial killer moderni sono come John Doe di Seven (per rimanere sempre dalle parti di Fincher) e soprattutto Hannibal Lecter, calmissimi e spietati.
C'è stata un'evoluzione narrativa delle figure archetipe in 30 anni dalla quale non si può più prescindere. Ma non capisco se sia figlia delle nuove religioni new age (calma e spiritualità consentono di fare tutto) o di un maggiore realismo (i serial killer sono effettivamente persone calme?).

13 commenti:

Anonimo ha detto...

E vero purtroppo i buoni di oggi sono tutti un po froci vedi Neo in Matrix.
L' eroe macho è passato di moda, ora è il tempo dei fichetti.
Ma sta tornando John Mc Lane cazzo.


Lui ha detto...

ahahaha le note di Frankie mi piegano ogni volta.

Tornando al concetto da te espresso ritengo che si sia trattato solo di selezione naturale.
Probabilmente hanno visto (scrittori / sceneggiatori / editori / produttori) che il prototipo del serial killer calmo e "normalizzato" fa più paura dello schizzoide.
Uno schizzoide lo possiamo vedere, riconoscere, ci inquieta certo, ma lo cataloghiamo ed una volta catalogato e ricondotto ad un archetipo nel nostro cervello, l'inquietudine scema.
Il tipo "calmo" è un normale, è il vicino che saluti al mattino, è quello a cui non dai mai la mancia per il caffè. La sua omologazione è l'aspetto che ci fa più paura.
Non arriva com la musichetta dello squalo, arriva e basta, è la figura più simile alla morte che si possa creare.

Ritengo che sia solo una questione di soldi, il fatto che poi questo tipo di serial killer sia diventato lo standard per qualsiasi produzione credo mi dia ragione.

Io ho ragione.
Io sono la ragione.
Io ragione io.


gparker ha detto...

Ma il serial killer terrificante per la orribile normalità già era M, Il Mostro di Dusseldhorf nel 1931, cioè il concetto che il medio, il consueto e l'insospettabile terrorizzano più del fuori dal comune era noto.
Il punto è che si era scelto di mostrare certe cose in un certo modo.
Eroe duro e violento (a differenza di prima che era duro e violento solo se necessario) e criminale palesemente schizzato, mentre ora la tendenza, da parecchio è un'altra, eroe problematico e cattivo calmissimo e molto più risoluto, controllato ed equilibrato del buono.
Cioè i ruoli si sono come scambiati.


Lui ha detto...

Aspetta, non ho detto che la cosa sia recente, ho solo detto che adesso la tendenza è questa, ma non nasce affatto da riflessioni sociali (come anche tu hai detto il concetto era noto da tempo), solo dal fatto che è semplicemente il modo più remunerativo di presentare la cosa.

Perchè si è andati per selezione naturale, il mostro è cioè che la coscienza collettiva vuole che sia.
Prima era lo straniero (fisico psichico fa nulla era diverso e tanto bastava) ora in un epoca in cui il concetto di diverso provoca paure, ma non così viscerali, è il concetto di tradimento che fa più paura.
Essere traditi da chi suscitava in noi fiducia (tranquillità) fa più presa.
Ma non nasce da una presa di coscienza, quanto da un "imposizione" di coscienza, un trend non necessariamente è frutto di un analisi sociale, quanto da un "imposizione" sociale.
Dovete temere ciò che noi crediamo voi dobbiate temere.

Magari tra qualche tempo torneranno a fare film/romanzi con eroi buonissimi e cattivi cattivissimi, solo perchè nel mentre avremo noi dal contrario.
Poi dopo che al primo che lo farà saranno dedicate lodi, vedrei che altri ci proveranno e così torneremo ad avere un altro trend.

Non credo al cinema/letteratura come specchio della massa.
L'inverso sì.


Lui ha detto...

"nel mentre avremo noi dal contrario."

era noia non noi .... sorry


gparker ha detto...

Ah ok ora ho capito.
Però io ritengo che le forme di produzione culturale di massa siano effettivamente specchio della società perchè partorite con in mente quel target. Certo poi ne sono certamente anche influenzate ma non si può trascurare l'importanza che hanno eventi e cambiamenti sociali nella produzione di cultura.


Anonimo ha detto...

Voi avete visto troppi pochi cartoni animati giapponesi per capire come la penso...


Lui ha detto...

Boh, metti il rinnovato interesse nel fantasy, dal Signore degli Anelli ad Henry Potter, non mi pare che sia stata un analisi di massa a farli nascere, ma più che altro un "proviamo" oppure un progetto fortemente voluto nel caso del S.D.A.

Cioè questo è il discorso che si fa per i precursori, poi è logico che se questi passano allora a fronte del riscontro positivo della massa, allora il trend si stabilisce, ma è più o meno quello che asserivo prima.

.... lo facevo vero?


gparker ha detto...

Non si tratta di una dinamica in grado di spiegare tutto, soprattutto i grandi movimenti ma più un modo di agire che sottilmente cambia il modo di mostrare le cose.
Cioè per continuare sul tuo esempio il S.D.A. non è certo stato voluto dal basso nè tantomeno la serie di altri film fantasy arrivati dopo che appunto sono stati la logica conseguenza e sfruttamento di quel successo.
Tuttavia secondo me viene dalla massa il modo in cui mostriamo gli eroi moderni, non si può fare un paragone con Frodo perchè il S.D.A. è troppo legato al libro e così anche Le Cronache di Narnia, ma già Eragon mostra un eroe tipico della modernità, in cerca di un padre e tutt'altro che senza macchia.
Tutto il cinema americano degli ultimi vent'anni non si sa perchè è incentrato sulle figure paterne mancanti, traballanti o semplicemente difficili. Queste secondo me sono le cose che vengono dalla massa, poi il perchè delle figure paterne non lo so, aspetto che qualcuno si faccia un'idea seria in merito.

E cmq si era quello che sostenevi tu.


Lui ha detto...

Perchè finalmete quelli che leggevano i fumetti di Kirby sono diventati grandi.

Ora sembra una battuta ma non lo è.
Facci caso ad un certo punto tutte le tematiche nate in un giro sommerso come quello del fumetto, ma è solo un esempio, allarghiamo il discorso a tutto quello che era la controcultura, il fantasy non era certo mainstream, il cyberpunk, gli scapigliati (scherzo)..
Ad ogni modo tutti i ragazzini che vent'anni fa leggevano o sono entrati in contatto con questa forma di cultura che prevedeva tutta uans erie di figure confuse, l'antieroe, le figure paterne mancati (peter parker cazzo, peter parker!!) ad ogni modo questi ragazzini adesso sono quelli che "fanno" la cultura di massa.

Secondo me il meccanismo è stato questo.... sociologia da 4 soldi chiaro.


gparker ha detto...

Sono daccordissimo su questo, anche se queste tendenze invadono anche persone di età differenti.
Cmq il punto è che ad un certo punto succede che alle leve dei sistemi di produzione culturale arriva una diversa generazione che si è abbeverata ad una diversa fonte di cultura.
E' quello che sta capitando da un po' di tempo anche da noi dove sempre di più la nostra generazione (dove per nostra intendo un termine molto largo) sta cominciando ad arrivare ai sistemi di produzione e si nota (ad un livello più superficiale quindi più evidente) una sovraesposizione di cartoni giapponesi cult. Nei film spesso compaiono loro immagini o loro citazioni o loro rimandi, nelle canzoni pure (addirittura c'era stato quello che aveva fatto quella versione rallentata della sigla di Goldrake) ecc. ecc.


Lui ha detto...

Esatto.

Quindi non mi interrogo più di tanto sul come siano nati questi nuovi stilemi, perchè per me hanno un sapore di già vissuto. Quello che mi intristisce è vedere come abbiano fatto presa. Questo perchè si passa da una condizione di elitè ad una di mainstream. La contropartita è vedere uno spot con un transformer e qualche hanno dopo un nuovo film.
Il problema è che come hai accennato nell'articolo la tendenza è poi di prendere questi stilemi e riadattarli, cucinarli in ogni salsa e ripoporceli sino a che non ne saremo nauseati.
Non per nulla le figure di maggior impatto sono le prime ad essere arrivate a noi.
Dovremmo dare un occhiata a cosa rimugina nel sottobosco culturale della prossima generazione per capire cosa potremmo aspettarci tra una decina d'anni.

Una cosa mi rimane come certezza, che a parte certi film propagandistici, il confine tra bene e male diventerà sempre più confuso.

(se poi facciamo il totale delle banalità che abbiamo detto in questa discussione chi ne ha dette di più paga da bere all'altro, ok?)


gparker ha detto...

A me non intristisce vedere che fanno presa, sono normali evoluzioni del linguaggio narrativo, poi il cuore è altrove, cioè più in là delle figure che mi presenti conta che ci devi fare con queste figure, di cosa vuoi parlare, dove vai a parare.


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