Come mi ero riproposto di fare ho rivisto Hong Kong Express, perchè fu uno dei primi film che vidi di Wong Kar Wai, perchè non mi piacque per nulla e perchè poi non solo ho continuato a sentirne parlare solo che bene, ma anche la visione di Angeli Perduti (affine a lui anche e più degli altri affinissimi tipo In The Mood For Love) mi aveva fatto ricredere su molti pregiudizi.
Ad una seconda visione devo riconsiderare solo parte del mio giudizio perchè è vero che ero stato veramente affrettato nel giudicarlo male ma rispetto ad opere successive rimane molto più immaturo e legato alla sua produzione precedente e più trascurabile come As Tears Go By.
Il merito vero di Hong Kong Express è di rompere con una certa linearità di proporsi programmaticamente di fare poesia e di riuscirci (anche se a tratti), di indovinare alcune metafore ("Da quando te ne sei andata anche gli oggetti della mia casa sono diventati tristi e non vado mai a letto senza averli consolati tutti") e soprattutto di riuscire a parlare in maniera molto moderna di problemi moderni.
Per questo apprezzo alla fine molto di più l'episodio fotografato da Chris Doyle (il primo, quello dell'ananas che scade il primo maggio) che quello più riuscito tematicamente ma fotografato in maniera più tradizionale.
E' nella perfetta fusione tematica e stilistica della ricerca di nuovi modi di fare cinema adatti a raccontare i tempi moderni il cuore valevole di Hong Kong Express, una variazione continua sui temi noir più facili (come fanno intuire i personaggi e i toni delle voci fuori campo) per parlare di vita moderna, di persone sole e di rapporti labili e casuali, senza quindi dimenticare il cinema che c'è stato e le modalità che si sono consolidate nel tempo di raccontare storie metropolitane (appunto l'estetica noir non ridotta a semplice contrapposizione bene/male, delinquenza/ordine, ma radica profonda del vivere metropolitano, solitario, malinconico e privo di valori religiosi).
Nascono qui alcune soluzioni visive mai viste prima e di cui poi Wong Kar Wai abuserà tantissimo, ma che comunque indiscutibilmente sono diventate la cifra estetica per mettere in scena tutta una generazione di nuovi film sulle metropoli (sempre riprese di notte, sempre piene di luci al neon). Le in quadrature di sbieco e mai frontali con il soggetto in primo piano a fuoco e tutto il resto sfocato, la più bella, particolare e sorprendente delle quali è forse quella del cercapersone attaccato alla rete di ferro.
Certo rimane il fatto che Angeli Perduti è poi riuscito veramente ad andare a fondo secondo me, a prendere tutte queste rivoluzioni, liberarle dagli ultimi residui di cinema canonico e credere davvero nelle decisioni prese inizialmente.
Ad una seconda visione devo riconsiderare solo parte del mio giudizio perchè è vero che ero stato veramente affrettato nel giudicarlo male ma rispetto ad opere successive rimane molto più immaturo e legato alla sua produzione precedente e più trascurabile come As Tears Go By.
Il merito vero di Hong Kong Express è di rompere con una certa linearità di proporsi programmaticamente di fare poesia e di riuscirci (anche se a tratti), di indovinare alcune metafore ("Da quando te ne sei andata anche gli oggetti della mia casa sono diventati tristi e non vado mai a letto senza averli consolati tutti") e soprattutto di riuscire a parlare in maniera molto moderna di problemi moderni.
Per questo apprezzo alla fine molto di più l'episodio fotografato da Chris Doyle (il primo, quello dell'ananas che scade il primo maggio) che quello più riuscito tematicamente ma fotografato in maniera più tradizionale.
E' nella perfetta fusione tematica e stilistica della ricerca di nuovi modi di fare cinema adatti a raccontare i tempi moderni il cuore valevole di Hong Kong Express, una variazione continua sui temi noir più facili (come fanno intuire i personaggi e i toni delle voci fuori campo) per parlare di vita moderna, di persone sole e di rapporti labili e casuali, senza quindi dimenticare il cinema che c'è stato e le modalità che si sono consolidate nel tempo di raccontare storie metropolitane (appunto l'estetica noir non ridotta a semplice contrapposizione bene/male, delinquenza/ordine, ma radica profonda del vivere metropolitano, solitario, malinconico e privo di valori religiosi).
Nascono qui alcune soluzioni visive mai viste prima e di cui poi Wong Kar Wai abuserà tantissimo, ma che comunque indiscutibilmente sono diventate la cifra estetica per mettere in scena tutta una generazione di nuovi film sulle metropoli (sempre riprese di notte, sempre piene di luci al neon). Le in quadrature di sbieco e mai frontali con il soggetto in primo piano a fuoco e tutto il resto sfocato, la più bella, particolare e sorprendente delle quali è forse quella del cercapersone attaccato alla rete di ferro.
Certo rimane il fatto che Angeli Perduti è poi riuscito veramente ad andare a fondo secondo me, a prendere tutte queste rivoluzioni, liberarle dagli ultimi residui di cinema canonico e credere davvero nelle decisioni prese inizialmente.
6 commenti:
io dopo aver visto questo film, decisi che Amelie era una merda.
Bellissimo.
Anche a me a tratti ha fatto pensare ad Amelie!
Però non li metto a confronto, Ameliè vuole essere poetico nel senso più fiabesco e illibato, mentre qui il sottotesto sessuale è chiaro e fondamentale. E poi la cosa che più ho apprezzato in Ameliè fu l'uso narrativo ed estetico degli effetti speciali.
Nel complesso la mia sensazione fu che in questo film c'era una maggiore sensibilità. Mi colpì molto...
Più che altro diversa. Hong Kong Express è la quint'essenza del vivere moderno mentre Ameliè fa più riferimento ad un universo d'altri tempi.
esatto, quint'essenza del vivere moderno
non il migliore di wong (che resta, mio opinabile giudizio, in the mood for love)
decisamente videoclipparo nello stile (cosa che qui non solo non nuoce, è anzi valore aggiunto)
è un ottimo film da vedere per capire la strada percorsa dall'artista
anche qui vi è il motivo musicale che ritorna (california dreaming, se non ricordo male), i giochi di coppie, le storie suburbane
in definitiva un bel film!
dome
California Dreamin è il tormentone del secondo episodio mentre è things in life quello del primo.
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