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2.5.08

Ubriaco D'Amore (Punch-Drunk Love, 2002)
di Paul Thomas Anderson

Vari eventi mi hanno portato a rivedere Ubriaco D'Amore film che quando fu visto la prima volta mi lasciò interdetto, anche perchè nonostante fosse passato del tempo dalla visione di Magnolia, ancora non riuscivo ad avere un giudizio preciso e netto su quel film. Figuriamoci allora questo.

La visione del Petroliere prima e poi quella di Magnolia a pezzi ma più volte (Sky lo sta mandando a rotella a tutte le ore), e conseguente definitivo giudizio sul film come "pezzo da novanta", mi hanno allora convinto a recuperarlo.

Non lo ricordavo così intriso di musica e colori, ricordavo la storia ricercatamente strampalata e i personaggi che sembrano appesi. Ricordavo i blu, i neon e i controluce ma non l'isterismo generale.
Ubriaco D'Amore (il cui titolo originale già vale l'approvazione) è P.T. Anderson senza compromessi. E' il filo che unisce Boogie Nights, Magnolia e Il Petroliere, senza altri orpelli. E' tutti questi film senza le loro particolarità e quello che rimane è ciò che costituisce lo stile andersoniano (lontano finalmente da quelle sporcature "altmaniane" che rischiano di tarpare il suo stile).
E' un film tutto di forma e poco di contenuto (e questo si capisce subito) ma che forma! E' un film-manifesto a tutti gli effetti che parla decisamente più di cinema che di mondo.

I movimenti di macchina inesorabili e continui, la sottolineatura musicale fatta in chiave anticonvenzionale, utilizzando un tappeto che solo in certi punti riprende protagonismo mentre in alti torna tappeto, quasi inascoltabile ma presente.
Ubriaco D'Amore mette in scena la convinzione che possa esistere un cinema che parli non con dialoghi ma con i colori, non con l'azione ma con i movimenti di macchina, non con le espressioni degli attori ma con la loro posizione nell'inquadratura. E' un manifesto estremo di un cinema che attualizzato diventa Il Petroliere.

La martellante colonna sonora di Ubriaco D'Amore diventa lo splendido score (splendidamente usato) di Magnolia, gli incessanti movimenti di macchina diventano i piani sequenza di Boogie Nights, la clamorosa fotografia satura quasi espressionista diventa i paesaggi mastodonitici di Il Petroliere nei quali è incastrato Daniel Plainview, sempre inquadrato da lontano con movimento ad avvicinare o da vicino con movimento ad allontanare, per dare l'idea di dove stia e come stia messo rispetto al tutto, all'ambiente e alla terra.

Ubriaco D'Amore potrà non piacere, potrà essere per pochi ma è un film fondamentale di un regista che forse è il più promettente al momento tra le nuove leve di Hollywood. Quella Hollywood (di cui fa parte anche l'altro Anderson) che davvero (per davvero!) sta prendendo il cinema classico con i suoi modi di mettere in scena e lo sta tramutando in qualcosa di più moderno che, senza rinunciare ad un racconto lineare ed incentrato sull'azione, non debba necessariamente rappresentare la realtà com'è ma anche deformata.

4 commenti:

EmmeBi ha detto...

Ho sempre pensato che Ubriaco d'amore fosse 'Un sogno lungo un giorno' riuscito.


gparker ha detto...

alla fine si, non hai torto...


Anonimo ha detto...

Questo è piaciuto veramente a tutti. Dovrò decidermi a recuperarlo.
Ale55andra


Anonimo ha detto...

io invece ho sempre pensato che su questo filone, esca un giorno, un film dal titolo:

"ubriaco di violenza a sfondo estetico"


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