Se i contenuti professionali sono in crisi allora tocca riuscire a promuovere a professionali quei contenuti che fino a ieri erano amatoriali.
La vera notizia di questi giorni infatti non è tanto il passaggio di proprietà di The Pirate Bay (un sito, un marchio e un brand che sono morti già nel momento in cui hanno perso la causa milionaria e che nel loro morire non condannano il movimento pirata in sé) o la resa incondizionata di Joost, che ora fornirà tecnologia alle aziende, quanto il fatto che l'avventura di TheVideoBay continuerà. Annunciata due anni fa e ora confermata (e indirettamente rilanciata) dalla cessione del sito una volta madre, l'idea dei pirati della Baia dovrebbe diventare realtà concreta in poco meno di 5 anni. Sebbene nelle sue promesse TheVideoBay sembri pronto a scendere sul terreno di imprese come Hulu più che di altre come YouTube, il solo annuncio (dato per bene, con tanto di specifiche tecniche dei formati e delle tecnologie che saranno adottate) stimola la concorrenza, crea tendenza e smuove il mercato.
La vera notizia di questi giorni infatti non è tanto il passaggio di proprietà di The Pirate Bay (un sito, un marchio e un brand che sono morti già nel momento in cui hanno perso la causa milionaria e che nel loro morire non condannano il movimento pirata in sé) o la resa incondizionata di Joost, che ora fornirà tecnologia alle aziende, quanto il fatto che l'avventura di TheVideoBay continuerà. Annunciata due anni fa e ora confermata (e indirettamente rilanciata) dalla cessione del sito una volta madre, l'idea dei pirati della Baia dovrebbe diventare realtà concreta in poco meno di 5 anni. Sebbene nelle sue promesse TheVideoBay sembri pronto a scendere sul terreno di imprese come Hulu più che di altre come YouTube, il solo annuncio (dato per bene, con tanto di specifiche tecniche dei formati e delle tecnologie che saranno adottate) stimola la concorrenza, crea tendenza e smuove il mercato.
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