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1.8.05

Ognuno ha i suoi ambiti

C'è un momento in Sogni D'Oro di Nanni Moretti in cui il suo peraonaggio (un regista) sente delle persone disquisire di cinema senza la minima cognizione di causa ma con molta presunzione e lui si infuria finendo con l'urlare: "Ma che parlo forse di botanica io? Vado in giro ad esprimeri sulla fisica? Do' forse pareri sulla biologia??". Moretti attaccava (come suo solito con livore forse esagerato) la tendenza molto comune di parlare di cinema con spocchia anche senza averne la minima cognizione.
Per quanto io ritenga che il cinema, in quanto arte popolare o forma di cultura di massa, si debba nutrire in primis dell'insindacabile giudizio dello spettatore, anche quando questo costituisca la quint'essenza dell'ignoranza, e che questo giudizio conti quanto quello dell'espertone, non posso non concordare nell'attaccare chi esprima giudizi e valutazioni ridicole con il massimo della spocchia del critico navigato. Recentemente ne ho avuto un esempio nel risibile post di Francesco De Collibus su Macchianera, del quale è anche inutile spiegare perchè sia ridicolo. Ma c'è anche di più.
Sul prestigioso Wired (per chi non lo sappia rivista americana di tecnologia) c'è un articolo di cinema che parla dello stile di Tarantino e di quello che viene definito come un nuovo modo di fare cinema e di intendere i film come prodotti bastardi che si nutrono di citazioni e rimediazioni di situazioni, personaggi ed immagini provenienti da altri film, ma chiaramente riadattati e inseriti con coerenza e senso della struttura. Addirittura si afferma che il Tarantino style abbia dato vita ad una corrente cui appartengono anche altri registi come Stephen Chow, Robert Rodriguez e Wes Anderson.
E' incredibile che lascino che a scrivere di cinema su Wired sia una persona che non sa niente del cinema passato. La tendenza tarantiniana al citazionismo (molto spesso anche autocitazionismo) non è assolutamente una novità, nemmeno per il cinema americano. Già il cinema della new hollywood degli anni '70 (Coppola, Spielberg, Scorsese, Lucas, DePalma...), citava e rimediava soluzioni ed esempi dal cinema classico, in prevalenza holywoodiano, anche se non in maniera così smaccata. Smaccatissimi erano invece ancora prima gli omaggi che i registi della nouvelle vague inserivano nei loro film. Truffaut, Godard e soci, sono stati la prima generazione di "registi che amavano il cinema", nel senso di registi che avevano una grossa cultura cinefila alle spalle e facevano un cinema nuovo ed originale che aveva solidissime basi nel passato e nella tradizione. Sono stati i primi a rimediare stili e generi, come Tarantino anch'essi prendevano spunto dal noir americano anni '40 e dai B-Movie (anche i noir erano considerati B-movies prima che li riscoprissero loro). E Fassbinder? Che faceva con i suoi melodrammi se non citare Douglas Sirk?

5 commenti:

Anonimo ha detto...

vedo che da quando manco non si dicono piu stronzate su questo blog, come la mettiamo???


gparker ha detto...

E dire che proprio oggi con Vale ci dicevamo che non ci sembrava possibile che tu non avessi trovato un modo per bloggare dalla Polinesia...


Anonimo ha detto...

l' ho trovato ma le postazioni internet fanno schifo... tastiere francesi... grrrrr...


gparker ha detto...

Peccato che tra poco vado in vacanza io....
Ti lascio cmq la recensione di un film che credo tu non abbia visto, ma ne avevamo parlato.


Anonimo ha detto...

guarda, sembri l'Enrico Ghezzi di Polygen. http://polygen.org/web/Ghezzi.645.0.html
A prescindere che qualunque spettatore è il giudice ultimo di quello che vede, mi piacerebbe capire in base a cosa affermi che io non sono titolato per scrivere di cinema. Alla Colorado Film e a Kataweb cinema sembravano pensarla diversamente, ma che vuoi, tu sei un mito, solo tu puoi giudicare le persone.

Comunque, ti saluto. Stanno arrivando dei miei amici con una succulenta Canon XL2, e ho tutta l'intenzione di passare una settimana intensa sperimentando delle cosine.


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