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5.7.06

Uno non fa in tempo a farci un post...

Proprio a proposito del post dell'altro giorno in cui mi interrogavo sulle sperimentazioni digitali di Richard Linklater e Robert Rodriguez come espediente per ottenere un controllo totale sulla messa in scena, oggi vedo che esce un nuovo trailer per Renaissance.
Il film di Christian Volckman dovrebbe uscire in America il 22 settembre (è prodotto dalla Miramax), in tre o forse quattro cinema, ed è realizzato anch'esso con una tecnica che fonde girato tradizionale con animazione digitale. Non è il rotoscope di A Scanner Darkly, ma il più banale ed utilizzato motion capture (da Hulk a Polar Express, da Il Signore Degli Anelli a Guerre Stellari).
Tuttavia le cose da notare sono:
1) E' un film europeo (più che altro francese)
2) E' un film di fantascienza ancora una volta (quando applicheremo queste tecniche a film non di fantascienza?)
3) Questa volta samo andati un po' più avanti nella sperimentazione visiva, non sono gli acquarelli di Linklater, ma qualcosa di già visto ma più bello, un bianco e nero a contrasti netti che promette bene (specialmente se come è facile immaginare si tratterà del solito noir fantascientifico)
4) Guardando il trailer sembra akiresco (ancora Akira??)

Per dare un giudizio immaturo e affrettato direi che mi sembra un bellissimo esperimento visivo e tecnico (penso sia stato anche d i più facile realizzazione dell'infernale A Scanner Darkly) ma la solita cretinata a livello di trama.
Il tipo di disegno poi mi ricorda uno spot Nike ambientato a Roma di tanti anni fa che andò in televisione credo una volta sola e su Mtv, parlava di un futuro catastrofico nel quale a Roma c'erano ribelli che sfidavano le guardie ad una partita di calcio e riesumavano dal passato Totti. una cosa coattissima ma disegnata e mostrata benissimo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo. A me da anche l'idea di un film realizzato in flash. Affascinante, ma forse il tratto è un tantino troppo sottile: le immagini sembrano spezzarsi da un momento all'altro.
Riguardo il film di Linklater, se ti capita di dare un'occhiata più giù.. ho lasciato un commento ;)


gparker ha detto...

E' proprio quel tratto sottile che mi affascina tanto. Mi sembra adattarsi benissimo ad una visione binaria (o dicotomica) della vita, mi sembra come nei primissimi film noir dove i tagli di luci erano nettissimi e creavano luci e ombre che non ammettevano vie di mezzo.


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