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13.12.07

I rappresentanti del mondo della rete chi rappresentano?

Anche in un paese come il nostro, moderno eppure lontano dalla rivoluzione digitale, in grado unicamente di risentire di alcune innovazioni e mai di cavalcarle, esistono delle discussioni a livello governativo sui temi della gestione dei diritti d'autore per la distribuzione dei contenuti multimediali in rete.
A questo tavolo ha chiesto di sedersi Film Is Now, portale di distribuzione e vendita di film via internet, di cui avevo già parlato e che avevo anche testato.
E ha fatto bene. Perchè in Italia è l'unica realtà in materia (le cose come Rosso Alice nemmeno le prendo in considerazione), anche se è molto povera come realtà.

Il punto è proprio questo. Film Is Now è opportuno che possa sedere al tavolo dove ci sono rappresentanti del governo, dell'amministrazione, degli esercenti, dei distributori, delle case di produzione ecc. ecc. per poter portare la voce di chi effettivamente ci prova a fare la distribuzione legale di cinema in rete, però il punto di vista di Film Is Now sulla materia è assolutamente obsoleto.

Non solo i suoi contenuti sono pieni di DRM e limitati per sistemi operativi e browser (cosa che però spesso non è imputabile alla sola azienda fornitrice del servizio) ma cosa più grave Film Is Now applica un tariffario che non sta nè in cielo nè in terra e per il quale non può valere la scusa "sono le case di produzione che mi impongono questi prezzi", perchè non si tratta di competizione in un mercato concorrenziale quanto di che servizio stiamo fornendo.
Film Is Now sembra ragionare come se stesse vendendo film (che fa pagare 12€) quando in realtà come tutti i negozi online che vendono contenuti multimediali in concorrenza con la pirateria (dai video alle canzoni) ad essere in vendita è tutto il resto, tutto ciò che non è il film.
Chi si rivolge al lato legale del download non paga per il film (che trova anche gratis) ma per il servizio, per il costumer service, per il download veloce, per trovare subito quel che cerca, per essere sicuro che se scarica un film poi in quel file ci trova QUEL film, per stare sicuro da minacce informatiche ecc. ecc. E tutto questo di certo non può costare 12€ ma infinitamente meno, come ha da tempo capito iTunes.

9 commenti:

Fabio ha detto...

Perché con la cultura tecnologica che c'è in Italia, specie nelle istituzioni, chiunque si presenti per loro è "il signor Internet".


gparker ha detto...

Ma il problema è quando il signor internet non rappresenta effettivamente la rete.


Fabio ha detto...

Sì, ma appunto bisogna capire che esiste una varietà di posizioni e punti di vista per arrivare a porsi la domanda: "il mio interlocutore è rappresentativo o no?".

Vedere invece il primo che passa come il signor Internet (per definizione rappresentativo ^^) è quello che probabilmente succede spesso e volentieri in Italia.


Fabio ha detto...

C'è qualche problemino di permessi?
Siamo tutti "blogger" e c'è il tasto edita abilitato per i post.


gparker ha detto...

Si un problema che mi è stato segnalato anche da altra gente e al quale per il momento porrò rimedio eliminando tale possibilità anche per me.

Credo sia legato al cambiamento nella gestione degli account per i commenti.


Fabio ha detto...

Peccato, mi sarebbe piaciuto vedere un rimaneggiamento di frankie sui tuoi post.


Anonimo ha detto...

oh oh oh.
Io sono la manifestazione cattiva di questo blog.
Il tyler durden di gparker, noi due non potremmo mai essere insieme nello stesso momento.
Se lui posta io commento.


Fabio ha detto...

Ho usato una parola sbagliata... dove c'è scritto rimaneggiamento dovete leggere vandalismo.


Unknown ha detto...

Gabriele, sono lieto dell’attenzione che hai riservato alla nostra iniziativa: speriamo davvero di poterci far ascoltare.
Ma, come ho fatto in altra sede, vorrei fare qualche considerazione di fondo. Iniziamo col rapporto qualità/prezzo: innanzi tutto il prezzo medio di un film in download permanente (acquisto) si è molto abbassato da 6 mesi a questa parte, tanto che oggi è intorno ai 7.90 euro. Circa la metà della nostra library (330 film in totale, che diventeranno 500 agli inizi del 2008) è costituita da film che hanno un prezzo massimo di 6.90. In linea con i prezzi praticati da servizi analoghi in Europa. E questo risultato lo abbiamo raggiunto, non senza fatica, facendo nuovi accordi con le case cinematografiche e trovando partner più “aperti” al nostro approccio. Ciò non toglie che il prezzo che pratiamo al pubblico è una diretta conseguenza delle royalty che le case cinematografiche esigono da noi. Come fai a definirla "una scusa"? E' un dato di fatto incontestabile, un presupposto economico ineludibile. Anche iTunes paga quelle royalties, tanto è vero che i film li fa pagare eccome. E anche la qualità non è un optional, ma ancora un vincolo conrattuale.
Detto questo, basso o alto che sia, un prezzo c’è. O, meglio, lungo la catena del valore c’è sempre un punto in cui qualcuno paga una somma: a breve questo qualcuno potrebbe NON essere il consumatore finale, ma altri che “sussidia” il prezzo del contenuto audiovisivo LEGALE. Perdonami, ma non sono assolutamente d’accordo con te quando affermi che il contenuto digitale debba essere una commodity ormai gratuita e che in rete si compra il servizio. In rete si paga ANCHE il servizio ma soprattutto il contenuto. E dietro quel contenuto, come sappiamo, c’è una creazione, un’opera dell’ingegno, una quantità notevole di lavoro collettivo, un “valore” vero e proprio. Perché mai questo valore non dovrebbe essere ripagato? In buona sostanza, una cosa è lavorare sul rapporto qualità/prezzo (e su questo ci stiamo lavorando, ti assicuro), un’altra è pensare che il contenuto debba essere di per sè gratuito. Soprattutto se è dietro questo “gratuito” c’è un’azione ILLEGALE.
Per dirla tutta, non vedo come si possa parlare di PUNTO DI VISTA (senza aggettivi, che lasciano il tempo che trovano) quando in realtà ci stiamo semplicemente confrontando con un mercato che è in piena evoluzione. E nessuno ha la bacchetta magica, o la visione assoluta, nemmeno l'ottimo iTunes. Tanto è vero che con i film fa esattamente quello che fanno tutti gli altri: ovvero, fa pagare un prezzo non certo popolare (soprattutto se pensiamo al suo potere contrattuale nei confronti delle major).
FILM IS NOW potrà fare ciò che tu proponi quando, un domani, qualcuno si unirà a noi per sussidiare a monte il prezzo che i titolari dei diritti pretendono.
Non voglio annoiare nessuno, mi fermo qui. Non senza aver ricordato che il FILM IS NOW che tu giudicasti un anno fa è, nel frattempo, piuttosto cambiato (anche tenendo in conto le tue critiche, senz’altro preziose). E diverse migliaia di utenti, nel frattempo, ce ne hanno dato atto.


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