Il caso in questione è un triangolo sentimentale più di testa che nei fatti. Un presupposto giallo classico (un innocente uccide per errore un uomo e da quel momento diventa un fuggiasco) mette insieme una coppia americana con un ragazzo anche lui americano ma da tempo residente in Grecia. Lui è vecchio, lei è giovane e le fobie, la gelosia, la diffidenza verso qualcuno che sa troppo e potrebbe troppo diventano lentamente sempre meno tollerabili durante la fuga nelle isole greche.
È un film più di caldo e abiti che si spiegazzano al sole che di vera suspense, c'è pochissimo del thriller (se non il presupposto) e molto del dramma a tre, molto Coltello nell'acqua e poco Il fuggitivo insomma. Nonostante Hossein Amini abbia in curriculum film commerciali, la collaborazione a Drive e addirittura Biancaneve e il cacciatore, il suo primo film da regista sembra averlo scritto pensando ad un pubblico anziano. Annacquando un po' tutto riesce ad avere un thriller senza thrill, a raccontare una storia potenzialmente disturbante senza disturbare. Come se masticasse lui parte delle pietanze prima di somministrarle al pubblico.
La parte potente di I due volti di Gennaio dovrebbero essere gli ambienti, la fuga in Grecia, il fatto di avere tre americani in trasferta che in paesaggi anche solo visivamente a loro ostili lentamente perdono la testa per le più antiche tra le ossessioni: la persecuzione e la gelosia. Quel fantastico luogo comune del cinema (molto poco applicato) per il quale lo scatenarsi improvviso di un rapporto panico con una natura e luoghi sconosciuti fanno nascere un'altra umanità dentro le persone, ne mettono a nudo istinti e volontà represse. Eppure pochissimo di questo è inalato durante la visione, al massimo se ne sente un vago odore, una specie di ricordo di quella fragranza che si dovrebbe avvertire.
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