Un giorno qualcuno dovrà fornire una spiegazione esaustiva sul perché Dave Bautista sia costantemente sottoutilizzato. È forse il miglior wrestler-attore di sempre, ogni ruolo che interpreta lo cesella bene, non ripete mai due volte un carattere ed ha una gran presenza, eppure lo vediamo sempre per poco. Marginale. È così anche in Hotel Artemis dove ha un personaggio fantastico, un infermiere dedito, preciso e molto serio con il suo lavoro che consiste nell’assistere pazienti e spaccare ossa a chi crea problemi. È l’uomo che si sporca le mani nel duo che anima Hotel Artemis composto da lui e dalla dottoressa traumatizzata, anziana ma infaticabile di Jodie Foster.
Il vero colpo che mette a segno Drew Pearce (al primo film scritto e diretto) sono loro due, un cuore molto molle e molto morbido, pieno di guai e problemi, poco lieto, parecchio depresso di un film che altrimenti poteva anche avere tutte le carte in regola per essere l’ennesimo tentativo di franchise in serie. Nel sottobosco criminale burocratizzato e pieno di gentiluomini di John Wick (nonostante non abbia quell’estetica dandy-hipster-marziale l’interno dell’hotel sembra proprio l’esaltazione del divano Chesterfield che è la serie con Keanu Reeves) aggiornato alla sveltezza dei B movie che frequenta spesso Bautista (fa ridere ma anche in quelli molte volte è marginale e compare poco, si vedano Escape Plan 2 e 3), qui c’è un hotel-ospedale per criminali, una terra franca dove non ci si fa la guerra ma si viene curati senza troppe domande. Fuori dall’hotel: il futuro.
Siamo a Los Angeles in un futuro vicino in cui manca l’acqua e la popolazione è infuriata. Tanto basta ai criminali per darsi alla pazza gioia.
Nella notte del film arrivano all’Artemis rapinatori falliti, una donna misteriosa e letale, un ricco scemo, una poliziotta uscita dal passato della dottoressa, un figlio con problemi di relazione con il padre e addirittura il grandissimo boss che ha fondato l’Artemis (un applauso vivo alla decisione di farlo interpretare a Jeff Goldblum). Tanti personaggi e poca capacità di gestirli fanno sfociare la parte centrale del film nella dispersività, per fortuna interviene “il grande segreto”.
MacGuffin perfetto, il grande segreto che la protagonista viene a scoprire dà al film sufficiente carburante per arrivare a gran velocità fino al finalone in cui addirittura fa sfoggio di ottime coreografie d’azione (particolarmente buona quella lunga e complicata che comprende Sofia Boutella per la prima volta davvero in palla!).
Ma come accennato all’inizio è il cuore morbido dentro la scorza dura che fa vincere il film, così in un mondo allo sbando tutto crolla davvero solo quando la vita della protagonista (e del suo infermiere) sbanda ancor di più di quanto non avesse già fatto.
Post più popolari
-
E' parecchio che mi gira in testa il pensiero che i grandi film forse facciano più danni che altro, perchè diventano degli standard dai ...
-
POSTATO SU La cosa che preferisco di tutta quest'idea di fondo che sta prendendo forma alla base della trilogia di Madagascar è il fatt...
-
Three Billboards Outside Ebbing, Missouri (id., 2017)
di Martin McDonaghCONCORSO MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA C’è stato un fatto efferato, una ragazza è stata bruciata e violentata, ma a quanto pare non si... -
Non ho mai amato particolarmente i film di D'Alatri , benchè gli riconosca una cera abilità non mi sono mai lasciato affascinare nè dai ...
-
POSTATO SU Da un po’ Spike Lee sta ampliando i suoi orizzonti. Si pensava che Inside Man fosse un lavoro alimentare, una concessione ai g...
-
PANORAMA BERLINALE 2013 PUBBLICATO SU Gli attivisti di oggi non stanno per strada, stanno su internet. Simon Klose ha seguito nei 5...
-
Noto in Italia con diversi titoli (anche Quelli che camminano sulla coda della tigre ) il quarto film di Kurosawa visto con gli occhi di un...
-
Hitman è un film da paesani. Nè più nè meno. E per paesani non intendo la gente che viene dai paesi ma lo stereotipo mentale che un uomo di...
-
Questo secondo adattamento per il cinema della serie tv Charlie’s Angels (ma terzo film perché il primo adattamento del 2000 ebbe un seque...
-
Victor - La Storia Segreta del Dott. Frankenstein (Victor Frankenstein, 2015)
di Paul McGuiganCome tutti i numerosi adattamenti di storie note che stiamo vedendo in questi anni, anche Victor Frankenstein muta il proprio genere. Que...
Archivio
Template modificato con il sudore della fronte da Gabriele Niola.
Nessun commento:
Posta un commento