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2.3.06

Repubblica Multimedia e Corriere Media Center, la vera IPTV italiana


Intanto che si preparano le battaglie per la tv su telefonino, intanto che Mediaset acquisisce licenze su licenze, intanto che vengono censurati e decensurati i siti che consentono di vedere le partite di calcio via internet, la vera partita della televisione fuori dalla televisione la stanno facendo i due colossi dell'informazione in rete.
Repubblica.it e Corriere.it si stanno configurando come due terreni di sperimentazione per l'IPTV perchè hanno un pubblico adatto (alla ricerca di informazione), perchè hanno una struttura che gli permette con relativa facilità di mettere in piedi una sezione apposita alla produzione di contenuti e perchè sono tra i siti più visitati d'Italia

Tempo fa già scrissi sul confronto tra i due, confronto dal quale Repubblica usciva malconcia, ma all'epoca non aveva ancora messo a punto il suo reparto Multimedia, e si affidava solo alle immagini di Repubblica Radio&Tv.
Ad oggi quello che succede sostanzialmente è che Repubblica offre un servizio tecnicamente migliore ma poco adatto ad internet, mentre il Corriere con il suo Media Center, pur offrendo un servizio che va a singhiozzi, sembra indirizzato verso una strada di indipendenza dalla televisione ordinaria.
Il dato di partenza è infatti che la IPTV non può e non deve essere la televisione ordinaria, deve essere diversa perchè diversa è la sua fruizione e i suoi mezzi di enunciazione, ma questo non può avvenire subito, ci vuole un processo di indipendenza. Questo processo corriere.it sembra averlo intrapreso in pieno, puntando su documenti video adatti al pubblico di internet e che soprattutto offrono cose che la televisione ordinaria non offre.
Entrambi i siti offrono una rassegna delle imagini e video più importanti del momento divise per argomenti (politica, attualità, esteri, spettacoli, tecnologia), ma corriere.it cavalca meglio lo specifico della rete e propone non solo molti più video scelti tra quelli che girano in rete (e che non andrebbero mai in televisione), ma anche nel caso di video in comune con il rivale il taglio giornalistico che viene dato alla voce fuoricampo che commenta la notiza è molto meno televisivo, cerca come detto un'indipendenza. Corriere.it sembra proprio avere un'idea più chiara del fatto che l'utente della rete non si rivolge al suo Media Center come ad un televisore da accendere ma più come un luogo dove cercare immagini specifiche, offre così i gol della serie A e i trailer dei film al cinema e tutte quelle cose cioè che non ha in esclusiva e che si trovano in giro per l'appunto (ma lui le offre tutte insieme), così è il Media Center di Corriere.it a venirmi in mente se sto cercando video d'attualità.
Per quanto riguarda la produzione di contenuti propri se Repubblica Multimedia può contare sull'interessante rubrica di Luca Raffelli su Fumetti e Cartoons (che è veramente ben fatta girata ed ideata) e sui colloqui con Scalfari (ma quello è tutto materiale televisivo (Rai Sat Extra) riadattato e dunque si fa un po' più di fatica a seguirlo in rete), il Corriere punta sui suoi giornalisti più noti e interessanti Grasso, Mereghetti, Ripamonti e Severgnini (solo quest'ultimo è un riciclo di materiale televisivo) per una serie di mini rubriche a cadenza più o meno fissa girate in un piccolo studio con queste grosse firme che dissertano per 3 o 4 minuti su un argomento specifico, aiutati dalle immagini. In particolare Aldo Grasso in video si rivela magnetico più che sulla carta ed è sempre pieno di idee su argomenti interessanti, veramente oltre ogni aspettativa.
Ancora una volta il Media Center è più efficiente non nel presentare i contenuti (Repubblica Multimedia è decisamente più veloce e scorrevole) ma nel dargli una forma più adatta al mezzo. Contenuti brevi e argomenti non coperti dalla televisione, piccoli Tg Online di durata breve e taglio diverso da quelli televisivi e non le 3 ore di Repubblica Radio&Tv, che è un'ottima radio ma una pessima Tv, non consentendomi di trovare al volo quello che sto cercando, ma pensando ad un pubblico che la ascolta come una radio e di tanto in tanto da un'occhiata a che immagini stia trasmettendo.

Attendo che qualcuno dei due capisca che per sfruttare e cavalcare lo specifico della rete devono adattarsi ai mutamenti che sono in corso e cominciare a prevedere l'influenza degli utenti nella formazione dei contenuti.

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