Ho dovuto necessariamente farlo arrivare dall'estero questo piccolo gioiello mai distribuito in Italia dopo che me ne sono innamorato vedendo solo alcune scene nel documentario di Martin Scorsese sul proprio cinema.
Who's That Knocking At My Door? (anche noto con il titolo "I Call First") come era prevedibile (ma solo per chi conosce Scorsese) contiene in potenza tutto il suo cinema futuro (ci sono anche già i suoi tipici movimenti di macchina (e questo i teorici dei Cahiers du cinema lo giustificherebbero dicendo che il movimento di macchina è una scelta che discende dalla morale individuale)), c'è il problema di convivere con la fede cattolica, c'è la vita nei quartier italoamericani, ci sono gli amici (pericolosi o meno) e c'è il cinema.
Come molti primi film anche questo ha il terribile difetto di essere programmaticamente innovativo girando ogni scena in maniera non convenzionale, anche se questo costituisce una forzatura e soprattutto senza che ci sia un pensiero dietro. L'innovatività fine a se stessa, che se da un certo punto è interessante dall'altro ammazza la visione.
Le ispirazioni (anche dichiarate in seguito) sono molte e chiare, c'è Cassavetes con il suo cinema americano improvvisato e istantaneo, c'è la Nouvelle Vague con il suo cinema all'aria aperta e il forte senso di contatto tra i corpi, nelle strade che parli di attualità e nello specifico c'è Godard con il montaggio sconnesso e la narrazione non lineare e c'è infine il cinema italiano con la sua profondità di campo e il suo uso dei movimenti di macchina.
Già all'epoca a metà tra cinema americano e europeo (il dialogo tra Harvey Keitel e Zina Bethune sembra uno dei film del ciclo di Antoine Doinel) Scorsese affronta a muso duro il suo mondo e le sue ristrettezze mentali e parlando di se stesso e dell'ambiente in cui è cresciuto tenta una riflessione più universale.
Uno dei problemi del film è pure il fatto che è stato girato in 4 anni, nei ritagli di tempo e quando c'erano i soldi, questo si traduce in una struttura episodica con lunghe scene monotematiche (altra cosa che ricorda Godard) che sono integrate con un po' di forzatura.
E' indubbia tuttavia l'incredibile creatività di Scorsese capace di ideare inquadrature, montaggi analogici e raccordi assolutamente innovativi ed espressivi, alcune sequenze (per l'appunto il dialogo Keitel/Bethune) sono stupefacenti per la messa in scena più che per i contenuti, mentre altre (come la splendida scena in cui Keitel bacia i piedi del crocifisso e poi sanguina dal labbro, o il montaggio della confessione) sono splendide per poeticità.
Scorsese aveva 22 anni quando ha cominciato a girarlo e 26 quando l'ha finito, Keitel era di due anni più grande ed alla prima esperienza (fece il provino rispondendo ad un annuncio sul giornale). Impressionante come si muovano entrambi.
Who's That Knocking At My Door? (anche noto con il titolo "I Call First") come era prevedibile (ma solo per chi conosce Scorsese) contiene in potenza tutto il suo cinema futuro (ci sono anche già i suoi tipici movimenti di macchina (e questo i teorici dei Cahiers du cinema lo giustificherebbero dicendo che il movimento di macchina è una scelta che discende dalla morale individuale)), c'è il problema di convivere con la fede cattolica, c'è la vita nei quartier italoamericani, ci sono gli amici (pericolosi o meno) e c'è il cinema.
Come molti primi film anche questo ha il terribile difetto di essere programmaticamente innovativo girando ogni scena in maniera non convenzionale, anche se questo costituisce una forzatura e soprattutto senza che ci sia un pensiero dietro. L'innovatività fine a se stessa, che se da un certo punto è interessante dall'altro ammazza la visione.
Le ispirazioni (anche dichiarate in seguito) sono molte e chiare, c'è Cassavetes con il suo cinema americano improvvisato e istantaneo, c'è la Nouvelle Vague con il suo cinema all'aria aperta e il forte senso di contatto tra i corpi, nelle strade che parli di attualità e nello specifico c'è Godard con il montaggio sconnesso e la narrazione non lineare e c'è infine il cinema italiano con la sua profondità di campo e il suo uso dei movimenti di macchina.
Già all'epoca a metà tra cinema americano e europeo (il dialogo tra Harvey Keitel e Zina Bethune sembra uno dei film del ciclo di Antoine Doinel) Scorsese affronta a muso duro il suo mondo e le sue ristrettezze mentali e parlando di se stesso e dell'ambiente in cui è cresciuto tenta una riflessione più universale.
Uno dei problemi del film è pure il fatto che è stato girato in 4 anni, nei ritagli di tempo e quando c'erano i soldi, questo si traduce in una struttura episodica con lunghe scene monotematiche (altra cosa che ricorda Godard) che sono integrate con un po' di forzatura.
E' indubbia tuttavia l'incredibile creatività di Scorsese capace di ideare inquadrature, montaggi analogici e raccordi assolutamente innovativi ed espressivi, alcune sequenze (per l'appunto il dialogo Keitel/Bethune) sono stupefacenti per la messa in scena più che per i contenuti, mentre altre (come la splendida scena in cui Keitel bacia i piedi del crocifisso e poi sanguina dal labbro, o il montaggio della confessione) sono splendide per poeticità.
Scorsese aveva 22 anni quando ha cominciato a girarlo e 26 quando l'ha finito, Keitel era di due anni più grande ed alla prima esperienza (fece il provino rispondendo ad un annuncio sul giornale). Impressionante come si muovano entrambi.
13 commenti:
Dall'estero????
http://www.dvdweb.it/index.mv?1159966927_4523B0CF000A3E8A00000D9000000000_151.41.75.208+Ricerca_TITA_2
All'indirizzo che mi dai mi dà nessun risultato, ho provato a cercare who's knocking ma non mi dà alcun risultato.
Ma se mi dici che c'era mi fido e rosico sulla fiducia...
Io cmq l'ho preso da ebay international.
ebay? l'ho scaricato un anno fa da emule, insieme al mitico The Big Shave (1967). Non ho trovato nessuna "difficoltà a reperirlo". Ovviamente non mi firmerò, evitando così di autodenunziarmi. tiè!
Solitamente non scarico film a meno che non ne sia costretto per motivi di lavoro. Un po' perchè non mi ci sono mi abituato (ho sempre visto quello che mi offriva la televisione e il satellite e credo non ho mai sentito l'esigenza di scaricare) e un po' perchè mi infastidisco a scaricare.
Ormai non scarico più nemmeno musica, la compro dai music store.
beh preparati perchè ti sto per portare un dvd carico di film asiatici...
Tralaltro è tempo che tu ti prepari, al nuovo Scorsese vedendo Infernal Affairs.
Meglio questo:
http://www.dvd.it/page/dett/froms/Y/arti/210031/nv/DVD/chi_sta_bussando_alla_mia_porta%3F.html
In realtà solo un pretesto per dire che poco più di un anno fa è uscito in dvd anche in Italia distribuito da Warner (quindi reperibilissimo), credo doppiato per la prima volta.
Ah, ma quale sarebbe questo documentario di Scorsese sul proprio cinema?
ma oramai il danno lo hai fatto...quanti giga di musica possiedi?????non vedo perchè fermarsi ora che la tecnologia permette il miglior sfruttamento con la minore percentuale di rischio
mariolone: mi fermo ora perchè la tecnologia miconsente il medesimo risultato ma nella legalità.
cooper: con tutto che l'ho fatto venire dall'estero l'ho pagato di meno, e sinceramente i fatto che sia doppiato non influisce, cmq l'avrei visto in lingua originale...
Quanto al documentario di scorsese su scorsese
http://sonovivoenonhopiupaura.blogspot.com/2006/04/scorsese-on-scorsese-id-2004di-richard.html
frankie: questa è una delle ecceioni che faccio.
Se l'hai pagato poco allora ben fatto, anche perché il film è ovviamente doppiato "di fresco" e l'effetto non è dei migliori.
Il documentario è manna da quanto ho letto: come/dove l'hai trovato/posso trovarlo?
E' bellissimo infatti, ma va visto assieme a Viaggio nel Cinema Italiano e Viaggio nel cinema americano, ne è la logica conclusione.
Io l'ho beccato su Sky.
Gli altri due li ho consumati, credimi. ;-)
Non mi dai una gran notizia comunque dicendomi che l'hai visto su Sky, purtroppo.
Ma io vivo così, monitorizzo le trasmissioni e registro.
Non hai idea quante chicche si beccano....
Posta un commento