C’è un pizzico di IT, un po’ di Piccoli Brividi e un meccanismo da Final Destination al centro di Scary Stories To Tell In The Dark, teen horror che porta la firma di Guillermo Del Toro e quindi quella sua vera voglia di divertirsi con la paura, i mostri, le storie in cui l’etica e la morale degli individui sono giudicate, messe alla prova, assolte o punite da forze ultraterrene.
I bulli tormentano i ragazzi meno popolari nella notte di Halloween, scatenando un fuga che smuoverà acque che era meglio non smuovere. Viene attivata una maledizione che come in qualsiasi buon horror adolescenziale sta eliminando uno ad uno la compagnia di amici (e nemici) in maniere creative.
La mitologia dell’occultismo che si cela nella casa diroccata, nella cittadina di provincia e nei pettegolezzi dotati di un fondo di verità è qui utilizzata come porta d’ingresso all’horror per un film che sembra un’educazione al genere per ragazzi digiuni di materiale più duro ma vogliosi di fantasie escapiste condite di emozioni forti. La rabbia giovane sublimata in urle e fughe, in confronti con mostri giganti che inseguono, acchiappano e trascinano. Tutto buono ma non buonissimo, perché l’ora e quarantotto minuti del film sembra troppo lunga e dopo poco già affiora un po’ di fatica nel portare avanti l’intreccio.
Non è un problema gigantesco, perché di continuo è tamponato dalle invasioni di mostri, dalle teste che cadono dal soffitto e da trovate gustose, tuttavia è inevitabile notare che di IT questo film non ha certo la capacità di ritrarre le dinamiche tra ragazzi, di Piccoli Brividi non ha nemmeno lontanamente la grandiosa autoironia e il senso del divertimento, di Final Destination non ha per niente la capacità di andare dritto al punto. Nemmeno a dirlo di Guillermo Del Toro (che scrive il soggetto e supervisiona) non ha l’incredibile capacità di trasformare il contatto con il mostruoso in un momento di fusione dei desideri umani con i sogni mostruosamente proibiti di un mondo (e quindi una vita) migliori.
Aspirante in un mondo molto più grande di sé questo film è un divertimento innocente ben condotto che non ha mai la forza di essere un film davvero solido.
Post più popolari
-
Ogni anno si tengono le selezioni per il premio Loebner, dal nome dell'imprenditore americano che l'ha fondato 16 anni fa. Si tratta...
-
In tanti ci avevano provato in varie maniere, nessuno l'aveva fatto in un film solo. Filmare il tempo che passa, segnato sui volti e sui...
-
Joss Whedon chiarisce in una lunga intervista i termini del successo monetario di Dr. Horrible Sing-along Blog , quanto ci sia di vero su q...
-
PUBBLICATO SU In un'epoca in cui l'animazione ha sconfinato da singolo genere a tecnica di lavorazione capace di toccare tutti ...
-
Super Vacanze Di Natale (2017)
di Paolo RuffiniIl progetto di un film di montaggio che mettesse insieme scene dai 33 cinepanettoni ufficiali (quelli prodotti dalla Filmauro di Aurelio ... -
FESTIVAL DI CANNES CONCORSO PUBBLICATO SU Nei due anni che hanno seguito l'arrivo di Drive il suo regista Nicolas Winding Refn...
-
Melancholia (id., 2011)
di Lars Von TrierVicinissimo per stile e suggestioni ad Antichrist ma anche molto ricalcato su certe dinamiche familiari tragiche tipiche del primo DOGMA, i... -
Poveri Ma Ricchissimi (2017)
di Fausto BrizziI Tucci non avevano perso tutti i soldi come credevamo (e credevano anche loro) alla fine di Poveri Ma Ricchi, in realtà sono ancora ricc... -
PANORAMA BERLINALE 2013 PUBBLICATO SU Quel che ti aspetti da un film diretto da un attore è che ogni soluzione di scena, ogni svolt...
-
Ok lo dico subito: sono entrato in sala già convinto che sarebbe stato un film bellissimo. Mi sono appassionato al cinema duro, estremo, ipe...
Archivio
Template modificato con il sudore della fronte da Gabriele Niola.







4 commenti:
Beh, peccato. Perché Del Toro aveva dimostrato di saperci fare, con storie di ragazzini (La spina del diavolo, Il labirinto del fauno).
Ma io mi chiedo: quando qualcuno scrive una storia da trasporre poi in film, non si chiede se sia ricca, solida, emozionante? Boh.
Moz-
Tutti quelli che lo sanno fare stanno in tv
Ti riferisci a Stranger Things?
Moz-
in generale alle buone penne
Quelli che storicamente scrivono buone storie non devono per forza essere specialisti del settore. E le buone penne ad oggi cercano di lavorare per la tv più che per il cinema
Posta un commento