Interessantissimo
articolo del New York Times su Flickr e la capacità della rete di far emergere più che altro nuove forme d'arte e non tanto nuovi artisti (cosa sulla quale non concordo troppo) a partire dal racconto dell'islandese
Rebekka Guoleifsdottir e della sua strada al successo come più alta esponente dello stile fotografico emerso da Flickr, un insieme di forti contrasti e spiritualismo basato sulle modifiche in photoshop.
Articolo di discontinua affidaibilità cui faccio un riassunto patchwork qua sotto con notazioni
Let’s face facts: the Web, after nearly 20 years, has failed to uncover new masters of noble art forms like poetry, sculpture and the airport thriller. But it has engendered — for good or ill — new forms of creative expression.
E già si potrebbe dire che per esempio Banksy difficilmente sarebbe diventato chi è ora senza la rete
Consider photography. As art-school photographers continue to shoot on film, embrace chiaroscuro and resist prettiness, a competing style of picture has been steadily refined online: the Flickr photograph. Flickr, the wildly popular photo-sharing site, was founded by the Canadian company Ludicorp in 2004. Four years later, amid the more than two billion images that currently circulate on the site, the most distinctive offerings, admired by the site’s members and talent scouts alike, are digital images that “pop” with the signature tulip colors of Canon digital cameras.
E su questo siamo tutti daccordo
Rebekka Guoleifsdottir, one of Flickr’s most popular photographers, is the leading exponent of the site’s style. An art student from Iceland who turned to social networking to acquire commissions for her drawings, she came to photography relatively late. Tellingly, she learned to work Flickr before she became proficient with a camera. She discovered how to create the minicollections called “photostreams”; how to create images that would look good shrunk, in “thumbnail” form; and how to flirt with the site’s visitors in the comments area to keep them coming back. As perhaps is always the case with artists, Guoleifsdottir’s evolution as a photographer was bound up in the evolution of her modus operandi, a way of navigating the institutions and social systems that might gain her a following and a living.
E qui pure ci sto, sul fatto cioè che per emergere occorrano anche capacità che non siano solo "artistiche" ma anche di relazione e gestione del nuovo mezzo di distribuzione, soprattutto perchè ora la distribuzione (e ne siamo tutti sempre lieti) è autonoma e non filtrata.
Guoleifsdottir learned how to title and tag photos so that they might readily come up in searches; how to police copyright transgressions (as when some of her photos were sold illegally on eBay); and how to push, push contrasts by processing her pictures with Photoshop software. These skills might not have advanced her with New York galleries, but they made for a charmed ride on Flickr.
E aggiungerei anche che imparato come viverci
vendendo le foto ad un minimo di 190$.
Certo il pezzo incensa unicamente una persona a fronte di tante cose diverse e ugualmente interessanti che sono presenti su siti di condivisione come Flickr, mancando di spiegare che è quella la differenza cioè che l'imbuto non è più come prima, ma la diversa distribuzione si misura in una diversa fruizione che gli utenti fanno.
Una foto di una e una di un altro. Un post di uno e uno di un altro. Magari in relazione e che si arricchiscono a vicenda.
Ad ogni modo per l'angolo "preferenze personali", continuo a preferire lo stile inventivo di
Damiano, capace di trovare l'inusuale nell'usuale con una frequenza impressionante.
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